“Non ho voluto rilasciare dichiarazioni ufficiali nei giorni scorsi per rispetto del lutto che ha colpito molte famiglie, alle quali esprimo oggi il mio cordoglio, e del grande impegno che i soccorritori stavano dispiegando per salvare quante più vite umane ”. Così Gianni Chiodi sull’emergenza che ha colpito la Regione Abruzzo.
“I tragici eventi accaduti in questi ultimi giorni, che hanno portato morte e disperazione, meritano un profonda riflessione, una forte presa di coscienza da partedi chi ha la responsabilità di amministrare la nostra Regione: qualcosa non ha funzionato! Non ha funzionato a livello comunicativo e operativo, a livello di organizzazione delle risorse anche umane messe in campo, e non parlo certamente dei volontari che ogni qual volta vengono chiamati mettono in campo un impegno encomiabile così come ricorda la nostra gente colpita dal tragico terremoto del 2009.
I danni per la nostra regione sono stati ingenti, tanto che è in pericolo l’intero assetto economico abruzzese. Tante le imprese che sono state colpite pesantemente: imprese agricole, artigianali ed anche industriali; molti gli operatori turistici e commerciali che risentiranno inevitabilmente di quello che è accaduto e che rischia di mettere un velo sull’attrattiva turistica della nostra terra.
Per superare questo terribile momento e sostenere la ripresa – continua Chiodi – occorrono misure urgenti, speciali e, principalmente, accelerare i processi già avviati nel tempo, proprio a partire dal 2009, cercando di riprogrammare risorse disponibili e riprogrammarne di nuove.
Nello specifico credo sia necessario ultimare, anche con provvedimenti speciali, il piano “Scuole d’Abruzzo” che ha interessato oltre 100 Comuni della nostra regione, con una dotazione complessiva di quasi 230 milioni di euro che, per lungaggini burocratiche, è ancora irrealizzato per moltissimi casi. Basti pensare che le risorse sono ancora oggi sul conto corrente degli uffici speciali per la ricostruzione, infruttifere e inutilizzate. Oggi il Presidente D’Alfonso – incalza Chiodi – ci deve dire quante delle risorse fumosamente annunciate nel Masterplan saranno veramente disponili per i prossimi tre anni, in modo che possano esse reimpiegate nella messa in sicurezza di edifici pubblici e privati e in prevenzione dei rischi idrogeologici, abbandonando la strada delle promesse irrealizzabili e delle infrastrutture inutili.
Nel frattempo, le funzioni delle scuole e degli edifici pubblici dei territori più a rischio dovranno essere garantite con l’utilizzo di strutture provvisorie che, oltre che sicure ed accoglienti, sono realizzabili in pochissimo tempo. Non è più accettabile – spiega Chiodi – che si possa pensare ancora di avere nell’Alto Aterno, nel Teramano, nella Marsica o nella Valle Peligna scuole con indici di vulnerabilità che non raggiunga, almeno, l’80 per cento. La maggior parte, infatti, ha indici di vulnerabilità compresi tra il 20 e il 50 per cento, quindi non in grado di resistere a sismi di media entità.
Necessaria inoltre è l’accelerazione della procedura di riassegnazione delle competenze provinciali impedendo che le incertezze di oggi possano solo potenzialmente ricreare i disastri delle ultime due settimane. Infatti nel limbo delle province si sono perse le risorse umane e finanziarie che erano destinate e soprattutto preparate ad affrontare emergenze di questo genere. I Governi nazionale e regionale – conclude Chiodi – hanno dimostrato di essere bravi nel fare confusione, a nascondersi dietro un dito e a ribaltare le responsabilità. La loro assenza in questi giorni è stata palpabile, dimostrando incapacità di gestire in maniera unitaria l’emergenza e lasciando gli amministratori locali soli, senza mezzi e senza risorse. E’ il tempo di agire con fermezza, è il tempo di prendere impegni seri ai quali seguano fatti concreti, perché i cittadini abruzzesi hanno bisogno di risposte e di aiuti immediati”.