Vitalizi ai Consiglieri Regionali: l’Abruzzo dice basta

consiglio_regionaleA partire dalla prossima legislatura non ci saranno più vitalizi nel Consiglio regionale d’Abruzzo. Il progetto di legge, licenziato questa mattina dalla Prima commissione, è stato approvato all’unanimità dall’assemblea riunita a palazzo dell’Emiciclo con una votazione-lampo.

Attualmente il Consiglio paga 139 vitalizi per una spesa annua di circa 5,7 milioni. Restano comunque attivi i privilegi dei consiglieri regionali attuali.

L’Abruzzo è la seconda Regione ad attuare questo provvedimento, insieme all’Emilia Romagna. “Sicuramente si poteva fare qualcosa di più” commenta il capogruppo dell’Idv, Carlo Costantini “ma è certo che se anche il Parlamento e tutti i Consigli Regionali d’Italia seguissero l’esempio, l’intero paese recupererebbe soldi, credibilità e prestigio internazionale. Ora è scattata la corsa alla paternità politica dell’iniziativa, con il Pd ed il Pdl a contendersi la primogenitura. Purtroppo per loro, però, carta canta. E le carte rivelano ancora una volta che l’Italia dei Valori è partita con quasi tre anni di anticipo, quando tutti erano in altre faccende affaccendati, tranne chi, come noi, agisce sempre sulla base di valori e di ideali politici ben strutturati”.

Un voto “storico” lo ha poi definito il consigliere di Rifondazione, Maurizio Acerbo. “Ora è il momento di marciare con la stessa determinazione per conseguire un altro obiettivo su cui tutti si dicono d’accordo da anni ma che si trova sempre una scusa per non concretizzare: l’abolizione del listino. Per farlo, basta un provvedimento di poche righe”.

 

Il commento del portavoce del Pdl in Regione, Riccardo Chiavaroli. ”Con la scelta odierna di abolire i vitalizi dei Consiglieri regionali, abbiamo compiuto un ulteriore, autorevole, passo sulla strada delle riforme dei costi delle istituzioni, fornendo un contributo al superamento del divario tra la politica in senso generale e gli altri settori della società. Ad un clima di diffusa, quanto generica antipolitica, che in realtà rischia di danneggiare tutte le istituzioni e quindi i cittadini, abbiamo dato una risposta politica. Ed è importante che la risposta sia stata unanime, dell’intera Assemblea, sulla base della sintesi finale scaturita dalle proposte di legge in merito del capogruppo PdL, Lanfranco Venturoni, e dei diversi colleghi delle opposizioni. Tale determinazione si inserisce in un contesto più generale che ci ha già visti ridurre le indennità, ma soprattutto intervenire in maniera strutturale in tutto il fronte della gestione degli organi istituzionali. Al di là dei risparmi concreti in termini economici, il valore alto di questa scelta risiede anche nel significato concreto di aver saputo dare un chiaro segnale, come classe dirigente, interpretando i sentimenti della popolazione e dimostrando che la politica non e’ necessariamente una categoria impermeabile e tendente all’autoconservazione”.

 

Il commento del senatore Fabrizio Di Stefano. “Forse perchè sono passati troppi anni, per la precisione 10, ma nessuno lo ricorda, compresa la mia parte politica, che la prima proposta in assoluto, nel 2001, e relativa all’abolizione dei vitalizi, è stata quella presentata dal sottoscritto. L’unica differenza dall’attuale era però che la mia non prevedeva l’abolizione dei benefici a partire dalla legislatura successiva, ma andava ad incidere direttamente sul mio stesso beneficio del vitalizio nel momento in cui l’avevo presentata”.

 

Il commento del presidente regionale della Cna, Italo Lupo. “Così come in passato non avevamo risparmiato alla politica critiche, anche severe, per la sua cronica incapacità di tagliare alcuni privilegi di cui gode, adesso siamo i primi a riconoscere al Consiglio regionale di aver segnato, ieri, una tappa importante nel rapporto tra cittadini e politica, decidendo l’abolizione dei vitalizi. Va apprezzata soprattutto la scelta unanime delle forze politiche che siedono a Palazzo dell’Emiciclo, che per una volta sono state capaci di mettere da parte divisioni e contrasti, per affrontare un nodo importante della vita pubblica. In un momento di grandi sacrifici per imprese e cittadini, questa decisione muove nel senso giusto, ridurre quella catena di incomprensibili privilegi e benefit che da sempre hanno segnato una netta separazione tra cittadini e Palazzo. Il fatto che si sia partiti da uno dei più odiosi, il vitalizio maturato dopo pochissimi anni di contribuzione, a differenza di quel che accade per tutti i lavoratori, autonomi e dipendenti, accresce la nostra valutazione positiva. Ci auguriamo che la stessa coesione possa essere confermata di fronte ad altri, importanti appuntamenti per l’economia e la società abruzzese”.

 

 

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