“Il punto” hanno spiegato “è che l’applicazione di un ticket generico di 10 euro su tutte le prestazioni sanitarie, ha evidenziato delle storture: ci sono, infatti, alcuni esami che non è più conveniente effettuare in una struttura pubblica. Pensiamo, ad esempio, alle analisi delle urine o all’emocromo, che oggi vengono a costare molto meno in un ambulatorio privato. L’effetto è duplice: si avvantaggiano ingiustificatamente i privati, mentre si sottraggono introiti alle casse pubbliche”.
Quale, dunque, la proposta del Pd abruzzese? Applicare in Abruzzo il sistema introdotto dalla Regione Lombardia, ad esempio, che prevede ticket scaglionati e proporzionali al costo effettivo della prestazione richiesta dall’utente. Un metodo che permetterebbe di mantenere invariati i saldi imposti dallo Stato, ma consentirebbe di prevedere fasce di esenzione per gli esami più semplici (e meno costosi) e per le categorie più svantaggiate. “Inoltre” hanno aggiunto D’Alessandro e la Sclocco “va intensificata la lotta all’inappropriatezza, soprattutto per quanto riguarda il ricorso alle prestazioni di pronto soccorso. Oggi, per i cosiddetti ‘codici bianchi’, ogni Asl applica un ticket differente. A nostro parere, invece, va previsto un ticket unico di 25 euro, che scoraggerebbe gli utenti a servirsi del pronto soccorso per quelle patologie che devono essere trattate dal medico di famiglia. Questa misura permetterebbe un risparmio di 6 milioni di euro, a cui se ne potrebbero aggiungere altri 2 dalla ricontrattazione dei tetti di spesa della specialistica convenzionata con le strutture private, e altrettanti dalla riduzione dei tetti di spesa per i ricoveri nelle strutture private accreditate e nelle strutture riabilitative”.