Sciopero generale della Cgil: migliaia gli abruzzesi scesi in piazza per dire no alla manovra

cgil_settembreLa voglia di riscatto dei lavoratori abruzzesi parte da Teramo. Il balletto dei numeri è quello solito: c’è chi parla di seimila presenza, per altri il dato è diverso. Ma in casi come questi, i numeri valgono relativamente. L’adesione è stata evidentemente massiccia e quello che conta è il messaggio, forte, che si è voluto lanciare: stop al precariato, no alla manovra finanziaria del governo.

Tante persone si sono riversate questa mattina a Teramo, città abruzzese fulcro dello sciopero generale indetto dalla Cgil. Presenti tutte le rappresentanze regionali, con un’ampia partecipazione di consiglieri regionali e segretari politici. Ma in questo caso, la politica non c’entra. C’entra la dignità dei lavoratori, continuamente calpestata da un presente che esclude il futuro e fa guardare con rammarico al passato.

E la protesta scorre lungo le vie del corso di Teramo, contro i tagli ai servizi sociali, alla sanità, ai trasporti. Intanto, si riducono i salari e aumentano le speculazioni.

“Con questa manovra pagano i soliti, ossia la popolazione” gridano i manifestanti “mentre i ricchi restano nel loro mondo dorato. E’ una manovra che garantisce i privilegi ai ricchi, mentre i lavoratori pagano il conto”.

Per questo in tanti hanno deciso di incrociare le braccia, come forma di protesta nei confronti di un provvedimento “profondamente iniquo”. Un esempio su tutti: l’articolo 8 della manovra, quello relativo ai licenziamenti in deroga, proprio non va giù ai lavoratori scesi in piazza: “è la morte del lavoro” dicono. “Oggi non possiamo pensare che, di fronte a questo disastro finanziario, questa sia l’unica risposta”.

“E’ giunto il momento di dire basta, prima che sia troppo tardi”.

E il grido di protesta è un lungo serpentone di uomini e donne, giovani e anziani, stanchi di esser considerati semplicemente un numero. Bisogna tornare a parlare di dignità del lavoro, quella riconosciuta dalla Costituzione italiana, quella che è alla base di una società cosiddetta civile.

 

La provocazione. Di seguito, il testo del volantino provocatorio che riporta una “falsa” lettera del presidente Gianni Chiodi agli abruzzesi.

 

Cari abruzzesi,

in questa giornata particolare in cui tanti di voi sono nella mia città in occasione dello sciopero generale, sento il bisogno di parlarvi con il cuore in mano e riconoscere tutti i miei errori e le mie colpe.

Pur avendolo sempre difese, non posso più negare l’incapacità di questo governo, che non riesce a elaborare una manovra finanziaria credibile ed equa. Devo ammettere che i tagli a Regioni e Comuni non consentiranno di garantire i servizi essenziali ai cittadini e l’abruzzo pagherà un prezzo ancora più alto perchè è già una regione in declino in termini di economia e occupazione.

Dopo aver vinto le elezioni e sull’onda dello scandalo sanitopoli, ho tentato, come Commissario, di ripianare il debito della sanità regionale, ma purtroppo ho sbagliato tutto. Siamo riusciti solo a chiudere ospedali e reparti, accentuando la precarietà dei lavoratori e peggiornado di conseguenza tutti i servizi. Oggi alcune visite specialistiche all’ospedale dell’Aquila richiedono anche due anni di attesa e per questo siamo stati costretti a rivolgerci ai privati, vanificando gli sforzi per il risparmio e tornando di nuovo ad incentivare solo loro!

Per di più, hanno arrestato anche il mio assessore alla Sanità, Venturoni! E’ vero che i suoi guai giudiziari sono legati in realtà a questioni che riguardano i rifiuti, ma è vero pure che anche lì siamo vicinissimi al collasso e ad un nuovo commissariamento. Devo ammettere che la mia formula “più discariche e più inceneritori” sembra essere fallita, mentre la magistratura e altri enti locali in Italia si ostinano a sostenere che le ditte a cui ci siamo affidati siano vicine alla criminalità organizzata.

Devo ammettere anche il mio fallimento come Commissario alla Ricostruzione. Non c’è convegno con grandi saggi (che effettivamente ci sono costati un pò troppo…) o conferenze stampa che tengano: ormai tutti si sono accorti che la ricostruzione è di fatto inesistente!

I tanti soldi spesi per strutture tecniche di missione, esperti, vice commissari, hanno portato solo all’elaborazione di una quantità di norme, decreti e circolari nelle quali ormai mi confondo persino io!

Ammetto poi che ho preferito compiacere il governo piuttosto che rappresentare i vostri bisogni e interessi e non sono riuscito a far passare nessun incentivo fiscale ed economico per il rilancio dell’economia nel cratere sismico; altri presidenti di regione, anche di centro destra, hanno saputo fare molto meglio di me.

Capisco perciò che molti aquilani abbiano nei miei confronti un certo risentimento; tra l’altro, hanno preso molto male il tentativo di dirottare nel debito della sanità i soldi dell’assicurazione del loro ospedale danneggiato dal terremoto e non vedono affatto di buon occhio l’idea del mio manager Silveri di vendere l’ex manicomio di Collemaggio, sempre per ripianare questo maledetto debito!

Riconosco che non posso dare tutti i torti agli aquilani: in due anni e mezzo non sono riuscito a far ristrutturare nemmeno le case popolari della Regione, persino quelle lievemente danneggiate! E la città è ancora sommersa dalle macerie, anche se vi avevo promesso di volerle togliere addirittura con un servizio di funicolari.

Per non parlare della casa dello studente costruita con soldi pubblici e data in gestione alla Curia, dei fondi destinati a scuole e trasporti di cui solo una piccola parte è arrivata alla città più colpita dal sisma e molte altre cose.

Più volte, poi, mi avete manifestato una incomprensibile ostilità verso grandi opere come il metanodotto, che passa proprio sulla faglia di un territorio sismico, o l’estrazione petrolifera in uno dei tratti più caratteristici della nostra costa.

Insomma, è veramente troppo anche per me!

Vi chiedo scusa per questi anni di malgoverno e rassegno, unilmente, le mie dimissioni da:

1. Commissario per la Ricostruzione dei territori colpiti dal sisma

2. Commissario Straordinario alla Sanità

3. Governatore della Regione Abruzzo.

Sperando nella vostra comprensione.

Il sempre vostro

Gianni Chiodi

 

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