La proposta di legge era nata dall’interruzione del sostegno economico previsto con una legge regionale, la legge finanziaria del 2001, che aveva previsto un contributo mensile temporaneo di euro 125 circa e spese di viaggio per i malati oncologici per il periodo dei trattamenti chemio e radioterapici.
I consiglieri Claudio Ruffini, Giovanni D’Amico e Marinella Sclocco avevano contestato subito la sospensione cercando di correre ai ripari presentando una proposta finalizzata a rifinanziare i sussidi per i portatori di malattie oncologiche ed i pazienti trapiantati attraverso le entrate della legge regionale “Recupero ai fini residenziali dei sottotetti esistenti”, attraverso una serie di variazioni di bilancio che in due annualità (2011 e 2012) dovrebbero reintegrare per un totale di 3 milioni euro (1 milione e mezzo l’anno) i capitoli di bilancio della legge sui malati oncologici.
“Ancora una volta” dicono i consiglieri del Pd “si allontana la soluzione del problema per i malati oncologici. E’ il segnale che la politica di questo governo regionale è sempre più distante dalla gente . Il divorzio tra i cittadini e la giunta Chiodi è ormai acclarato”
A questi si aggiungono i centri di assistenza per minori abusati ancora senza finanziamenti (4 milioni di euro sono la somma dei progetti arrivati in Regione che pare avrebbe a disposizione soltanto 1,3 milioni). La Giunta regionale avrebbe dovuto esaminare ed approvare i progetti presentati dai soggetti interessati entro il 15 maggio, tenuto anche conto del fatto che dal primo gennaio ad oggi continuano a prestare servizi senza finanziamento.
“Si parla di un servizio sanitario che garantisce i livelli essenziali di assistenza sia per i bambini abusati che per persone affette da autismo” dichiara la Sclocco. “Per questo esprimo amarezza e sconcerto per la risposta avuta oggi dalla maggioranza alla mia risoluzione. Se si interrompono questi servizi da parte dei centri specializzati, che operano da oltre 10 anni , mi chiedo dove dovranno rivolgersi le persone che fino ad ora hanno potuto garantire del supporto psicologico continuo, necessario ad esempio per quanto riguarda i bimbi abusati, visto che il pubblico non offre risposte alternative. Se è l’accreditamento delle strutture il problema, perché allora non si pone fine al problema dando risposta a molte di queste strutture che da tempo hanno inoltrato domanda alla Regione Abruzzo, avendo anche già una certificazione ASL che le ritiene idonee? Questa inerzia dinanzi a un problema tanto importante mi lascia sconcertata, rintraccio purtroppo la non volontà alla risoluzione del problema. Se un cavillo formale nella stesura del documento può impedire la continuità terapeutica di tali soggetti, perché la maggioranza non ne ha proposto la riscrittura concordata?”.