Lo ha dichiarato il Segretario Generale Territoriale e Vice Regionale, Mauro Nardella, precisando che “la grave crisi che investe da anni il sistema penitenziario è stata affrontata in modo inadeguato dai Governi che si sono succeduti alla guida del Paese. La logica della gestione dell’emergenza non è mai stata accompagnata da concreti progetti di riforma adeguatamente finanziati. Basti pensare che, malgrado la sentenza di condanna inflitta dalla CEDU al nostro Paese, nel settore si sono registrati tagli di spesa e degli organici a fronte di aperture di nuovi istituti o padiglioni detentivi e attribuzione di nuove funzioni. Parallelamente, mentre tutto il comparto sicurezza beneficiava di risorse economiche aggiuntive e assunzioni straordinarie o anticipate, nulla veniva prospettato per il Corpo della Polizia Penitenziaria che, va ricordato ancora una volta, è in attesa di una convocazione sul rinnovo del contratto di lavoro fermo al 2009. Negli stessi anni coloro che si sono avvicendati ai vertici dell’amministrazione penitenziaria o non sono stati messi nelle condizioni di poter incidere o hanno dato prova di scarsa lungimiranza e incapacità di mettere in atto interventi concreti finalizzati a migliorare le condizioni lavorative del personale di Polizia Penitenziaria, malgrado i numerosi appelli lanciati dalla UILPA Polizia Penitenziaria e dalla FP CGIL”.
Per Nardella “gli istituti penitenziari sono nella maggior parte dei casi obsoleti e sui luoghi di lavoro non sono garantiti livelli di sicurezza adeguati per chi vi opera. Le caserme dove alloggia il personale sono fatiscenti e, malgrado questo, se ne chiede il pagamento senza aver apportato alcuna miglioria. In alcuni casi come ad Avezzano non esiste neanche uno spogliatoio o un locale docce così come invece prevederebbe la normativa in materia di sicurezza e salubrità. Il personale, come nel caso di Sulmona, Teramo, Lanciano e L’Aquila è costretto a turni di lavoro esagerati che vanno ben oltre le sei ore programmabili, previste dalla normativa contrattuale. I mezzi di trasporto utilizzati sono datati e in molti casi hanno più di 500.000 chilometri. Le aggressioni nei confronti dei poliziotti penitenziari sono in costante aumento ed il progetto sulla vigilanza dinamica, così come avvenuto ad Avezzano, Teramo e Lanciano, si è concretizzato nella sola apertura delle celle, disattendendo completamente gli intenti iniziali. In conseguenza di questa scelta il fine rieducativo del progetto è venuto meno e le condizioni lavorative per il personale in servizio negli istituti penitenziari sono ulteriormente peggiorate. Il problema dello stress lavoro correlato è stato completamente accantonato dall’amministrazione ed il personale sul territorio è stato abbandonato a se stesso. A proposito di benessere per il personale, giova ricordare che il conforto dato dagli spacci/bar a far data dal 01 gennaio 2016, a seguito di una assurda decisione presa dall’Ente Assistenza, non sarà più garantito, come nel caso di Sulmona, in quanto, secondo tale Ente, dovrebbe essere riportato in gestione diretta utilizzando dipendenti dell’Amministrazione e detenuti. Il tutto in barba alle questioni che avevano portato alla chiusura degli stessi qualche anno fa per via dell’annosa questione mai risolta, anzi peggiorata, legata alla carenza di personale e che spinsero la medesima Amministrazione a delegarne la gestione a cooperative esterne. Ora le addette delle cooperative saranno licenziate e lo spaccio sarà inevitabilmente chiuso per carenza di personale. Questa è la nostra Amministrazione!”
“La definizione delle piante organiche, soprattutto delle sedi extra moenia, la definizione di un ANQ nuovo e attuale e un confronto sul modello organizzativo dei NTP sono caduti nel dimenticatoio. I concorsi per gli agenti sono sospesi per presunte irregolarità; quelli per sovrintendenti non sono stati banditi e quelli per ispettori vanno avanti a rilento da otto anni. Le proposte avanzate sul riordino delle carriere non consentono adeguate progressioni per tutto il personale, mentre siamo ancora in attesa del riallineamento alle altre forze di polizia per il personale appartenente al ruolo dei sovrintendenti, degli ispettori e dei Commissari. L’efficacia della mobilità ordinaria è stata inficiata dalla creazione di una mobilità parallela, disposta con provvedimenti non previsti dalla normativa contrattuale e giustificata con le esigenze di servizio dell’amministrazione. E’ altresì prassi quella di distaccare personale presso le sedi amministrative aggravando le gravi carenze negli istituti penitenziari, così com’è prassi tollerare e assecondare l’elusione delle regole attraverso provvedimenti illegittimi. Di contro il Provveditorato dell’Amministrazione Penitenziaria del Lazio/Abruzzo e Molise annienta, per via di un discutibilissimo provvedimento di rientro di personale distaccato nelle varie sedi penitenziarie, un equilibrio raggiunto con sacrificio in anni di gestione amministrativa producendo, così, forti malumori tra chi di tale istituto ne fruiva per far fronte a gravi ed indifferibili motivi familiari. Su questi e altri temi abbiamo chiesto all’amministrazione penitenziaria di costruire progetti condivisi e strutturare con noi un sistema di regole trasparenti ed inequivocabili, senza ottenere alcun risultato oggettivo. Per questo abbiamo deciso di proclamare lo stato di agitazione del personale di Polizia Penitenziaria e di partecipare alla manifestazione di protesta che si terrà, come dicevo, il 29 novembre 2016 davanti al Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria”, conclude Nardella