L’Aquila. “Le società a partecipazione pubblica rappresentano uno schema diffuso in Abruzzo e in Molise ma non sempre rispondono a condizioni di efficienza e a risultati gestionali positivi, determinando un aumento delle tasse per l’utenza e problemi nei bilanci.
La CISL, insieme alle sue Federazioni, ha sempre sostenuto, in questo settore, un’azione riformatrice che si è scontrata e si scontra con delle difficoltà culturali e atteggiamenti campanilistici.
Una fase in parte superata con l’avvio di alcuni processi riorganizzativi come la costituzione di Tua, la società unica dei trasporti, il processo di riordino dei Consorzi industriali esistenti e l’elaborazione di una proposta di legge per la costituzione di un’unica società di ricerca regionale. Manca ancora all’ appello il riordino della sanità, del settore acquedottistico, dei rifiuti, etc…”- così Maurizio Spina ha aperto i lavori del Convegno della CISL Abruzzo Molise, organizzato a Pescara, per fare il punto sul Decreto Madia e la riforma delle partecipate pubbliche.
Le partecipate in Abruzzo rappresentano il 3% delle società con più di 6 mila addetti impiegati in un contratto stabile, ai quali dobbiamo aggiungere i lavoratori con contratti di collaborazione. Invece, sempre secondo il rapporto pubblicato dall’Istat, in Molise quasi una società su 100 è a partecipazione pubblica, con più di 400 lavoratori assunti in tutto il territorio regionale. “La CISL ha sempre denunciato l’inefficienza e gli sprechi delle imprese a partecipazione pubblica e dei servizi pubblici locali. L’attuazione effettiva della riforma rappresenta una sfida per il mondo della politica ma anche per il sindacato, – continua Spina”.
Fino ad oggi gli interventi normativi di riordino sono stati numerosi ma assunti in maniera disorganica. La legge 7 agosto 2015, n. 124, invece, delega il Governo in materia di riorganizzazione della pubblica amministrazione, il quale ha scelto la strada dei testi unici, il primo è stato pubblicato l’8 settembre 2016 (d.lgs. 19 agosto 2016, n. 175).
“Il nuovo quadro che si sta delineando mira a disciplinare sistematicamente le imprese pubbliche, in linea con i principi di una gestione efficiente, di tutela della concorrenza e della necessità di ridurre la spesa pubblica. Il Decreto sostanzialmente prevede una drastica riduzione delle società partecipate, con particolare riferimento alle scatole vuote, alle società inattive e a quelle che non producono servizi indispensabili per la collettività.
Le pubbliche amministrazioni, per 6 mesi, devono procedere ad una revisione straordinaria delle loro partecipazioni in società. Nell’articolo 4 del Testo Unico, – ha spiegato Marcello Gargiulo, Esperto Confederale – sono elencate le varie possibilità per le Pubbliche Amministrazioni di avere il controllo, totale o parziale, delle partecipate per le proprie finalità istituzionali e per nessun altro caso.
Al termine dei 6 mesi saranno trasmessi alle Regioni gli elenchi degli esuberi del personale, che dovrà ricollocare. Passati altri sei mesi, i dipendenti rimasti senza una ricollocazione saranno inseriti negli elenchi inviati all’Agenzia per le politiche attive del lavoro”.
Il “Decreto Madia”, sulla riforma delle società a partecipazione pubblica, creerà non pochi problemi in Italia, in Abruzzo e in Molise, perché fino al 30 giugno 2018 le società controllate dalla P.A. non potranno assumere nuovo personale a tempo indeterminato salvo che per i profili “infugibili”.
“Stiamo rischiando di creare un nuovo caso “esodati”. Ad oggi non abbiamo numeri certi sul personale in esubero e non ricollocabile dopo il processo di riforma previsto dal Decreto 175/2016, – denuncia Giovanni Luciano, Segretario Confederale CISL -. I problemi sono i tempi di attuazione della riorganizzazione, non si può aspettare il 2018 per fare il punto della situazione. Alla base di questo emendamento c’è una scelta politica confindustriale: cacciare la pubblica amministrazione dalle società partecipate. È giusto dare un ordine alla proliferazione della società con processi di riorganizzazione e aggregazione per una proficua gestione aziendale”.
“Dobbiamo continuare a tutelare i lavoratori che rappresentiamo e il bene comune e trovare le soluzioni per il personale in esubero. La CISL deve vigilare sui processi di riorganizzazione delle società partecipate, per fare in modo che l’azione di razionalizzazione non intacchi i livelli qualitativi ed occupazionali dei servizi, – ha concluso il Segretario Nazionale Luciano”.