Firmato in Regione il protocollo con le “Città del Vino” VIDEO

Raccontare il territorio attraverso una delle eccellenze delle nostre produzioni, qual è il vino. E’ la filosofia alla base del protocollo d’intesa sottoscritto questa mattina a Pescara tra la Regione e l’Associazione nazionale “Città del Vino”.

 

A firmare l’intesa sono stati l’assessore alle politiche agricole Dino Pepe, il presidente nazionale dell’associazione (e sindaco di Conegliano Veneto) Floriano Zambon e il presidente regionale Fabrizio Montepara (sindaco di Orsogna). In Abruzzo sono 32 i Comuni che aderiscono alle “Città del Vino” – sodalizio nato nel 1987, subito dopo lo scandalo del metanolo -, che da sempre si occupa di diffondere la cultura del vino.

 

Tra i progetti che saranno portati avanti spicca quello sulle “Strade del vino d’Abruzzo” per lo sviluppo dell’enoturismo, così da valorizzare i vini facendo conoscere i loro territori di origine. La collaborazione, però, toccherà molti altri punti: dalle strategie sul miglioramento della competitività, sull’internazionalizzazione dei mercati (con un’attenzione particolare all’area caucasica), fino ad arrivare alla sostenibilità ambientale delle produzioni.

 

Sarà anche istituito un “tavolo di regia regionale”, composto da 3 membri indicati dalla Regione e da 5 dell’associazione, rappresentativi delle diverse aree dell’Abruzzo. Lo scopo è definire congiuntamente le azioni da sviluppare e monitorarne lo stato di attuazione. “Si rafforza – ha sottolineato Pepe – la collaborazione con l’associazione e con i Comuni che la rappresentano, con cui intensificheremo le attività volte alla promozione delle identità territoriali, che sono la grande ricchezza di questa regione”. Zambon, dal canto suo, ha rimarcato i grandi passi avanti compiuti dalla vitivinicoltura abruzzese negli ultimi anni, con vini prima pressoché sconosciuti, che invece oggi ottengono prestigiosi riconoscimenti internazionali.

 

 

“Perché i produttori hanno compreso il passaggio fondamentale alla base della grande svolta che c’è stata in tutta Italia – ha concluso – quello cioè che ha portato il vino a non essere considerato più semplicemente una bevanda, ma una risorsa su cui costruire percorsi e progetti diversi e articolati”.

 

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