“A quattro anni dall’approvazione del Piano regionale per la tutela della qualità dell’aria” commenta Caporale “la rete di monitoraggio degli inquinanti, obbligatoria dal 1996 e recepita dallo stesso Piano, non è attiva. Le poche centraline funzionanti, inoltre, monitorano solo una parte degli inquinanti elencati dal Piano che la Regione si è dato nel 2007. Così in diverse zone della Regione non sono monitorati gli Idrocarburi Policiclici Aromatici, i composti provenienti dalla combustione incompleta dei materiali organici e le cui proprietà tossicologiche restano, per molti di essi, ancora sconosciute. Lo stesso inventario delle quantità di emissioni inquinanti emessi nell’atmosfera non è stato mai aggiornato. Eppure, nonostante questa non conoscenza del fenomeno per la mancanza di dati, si continuano a rilasciare e rinnovare autorizzazioni all’emissione in atmosfera e si può anche affermare che la qualità dell’aria è buona e va mantenuta così come è”. Resta, comunque, secondo Caporale, un dato di fatto politico: “il forte ritardo della Regione nel monitoraggio e nella riduzione dell’inquinamento atmosferico. E su questo i bravi funzionari regionali non possono fornire parole per le risposte”.