“La vicenda sta assumendo i toni della farsa. Non si capisce perché il Consiglio regionale hanno aggiunto le associazioni ambientaliste – sia ostaggio di due proprietari di campeggi che di fatto, attraverso un paio di consiglieri, stanno obbligando l’organo legislativo regionale a discutere ancora, dopo 6 anni dall’istituzione della riserva, di spostare i confini e modificare il perimetro scelti a suo tempo all’unanimità dallo stesso consiglio regionale. È assurdo continuare a discutere, invece di procedere, come prevede la legge, all’individuazione dell’ente gestore della riserva ed all’approvazione di un piano di assetto naturalistico capace di assicurare conservazione e sviluppo. È stato dimostrato in tutti i modi che non ci sono motivi per riperimetrare la riserva. In tutte le aree naturali protette abruzzesi è consentito uno sviluppo ordinato nel rispetto delle valenze naturalistiche. I cittadini onesti che non vogliono cementificare l’area, ma magari vogliono semplicemente fare piccoli interventi migliorativi degli edifici esistenti, sono i più danneggiati da questa lunghissima fase di indeterminatezza di cui sono responsabili le amministrazioni comunali di Giulianova e Roseto degli Abruzzi, nonché il Presidente dell’Amministrazione provinciale di Teramo che la Regione nominò commissario per giungere alla definizione degli strumenti di gestione della riserva e che invece si è distinto per non aver fatto assolutamente nulla”.