Il Tribunale amministrativo ha infatti ravvisato due errori, innanzitutto la tardiva convocazione del consiglio che doveva deliberare entro 20 giorni prima del 5 ottobre 2009 (cioè cinque anni dopo l’incarico) ed invece fu svolta il 17 settembre 2009. Il secondo errore fu la mancata comunicazione ai capigruppo dei curricula dei candidati.
Partito democratico nell’ottobre 2009, dopo la nomina di Grossi, aveva scritto una lettera al presidente del Consiglio, Nazario Pagano, sottolineando le incongruenze dell’elezione del nuovo difensore civico. Il consigliere Claudio Ruffini presentò anche una risoluzione in consiglio regionale. La sentenza del Tar oltre a macchiare l’operato della Regione Abruzzo sottolinea, ancora una volta, le profonde divisione in seno al Pdl abruzzese.
Maurizio Acerbo (Prc): ennesima figuraccia del centrodestra. “La rivoluzione meritocratica strombazzata da Chiodi è un’allucinazione” commenta Acerbo, “ la realtà è quella della consueta spartizione partitocratica degli incarichi. Come contestammo a suo tempo è vergognoso che il centrodestra poi proceda con logiche spartitorie di schieramento anche su incarichi come quello di difensore civico che dovrebbe avere caratteristiche di terzietà e indipendenza dall’esecutivo. E’ scandaloso che si ritenga un incarico “fiduciario” della maggioranza anche quello del difensore civico e che lo si affidi a un esponente di partito con il “manuale Cencelli” e non sulla base di criteri di competenza e autorevolezza. Pur di nominare un fido collaboratore del senatore Pastore il centrodestra non ha esitato a spaccare il Consiglio Regionale fregandosene delle nostre richieste di addivenire a un voto a larga maggioranza dopo una comparazione dei curricula. Approfittiamo per invitare Chiodi a evitarci lo spettacolo della nomina ai vertici dell’ARTA di ex-consiglieri regionali come Mario Amicone considerando il fatto che nell’agenzia il ruolo che andrebbe a ricoprire sarebbe quello di direttore generale. Trattasi di ruolo eminentemente tecnico che dovrebbe essere ricoperto sulla base di specifiche competenze e non utilizzato per “ricompensare” sostegni elettorali e cambi di casacca”.
Il commento di Claudio Ruffini, consigliere regionale del Pd. “Come Pd avevamo denunciato oltre al mancato rispetto dei termini che i Consiglieri regionali avevano dovuto procedere alla nomina del Difensore Civico senza aver ricevuto la documentazione riguardante il curriculum di ciascun candidato, disponendo del solo elenco nominativo. Il Pd disse chiaramente che l’eventuale annullamento della deliberazione 19/5 del 6 ottobre 2009 avrebbe determinato un potenziale diritto risarcitorio dei ricorrenti in sede di giustizia civile, con danno per la Regione Abruzzo. Nella seduta del Consiglio regionale del 17 novembre 2009 portammo in approvazione una risoluzione che prevedeva la revoca in autotutela della nomina di Grossi. La delibera fu respinta dalla maggioranza. Un’occasione persa per ripristinare legalità e meritocrazia nella Regione Abruzzo. Adesso la Regione Abruzzo sarà costretta a riconoscere a Sisti tutti gli oneri non percepiti dal 15 settembre 2009. Parliamo di circa 70-80 mila euro che a Sisti spettano per le mancate mensilità. Chi pagherà queste somme? Il consiglio regionale oppure i consiglieri regionali che hanno votato la delibera? Oppure come al solito pagheranno i cittadini abruzzesi per la voglia della maggioranza di nominare persone amiche politicamente?”.