Il consigliere regionale ricorda come, già nel settembre 2010, a seguito dell’allarme lanciato dall’associazione Città del Vino, chiese di aprire un tavolo con le associazioni del mondo agricolo, auspicando anche un confronto ad hoc in III commissione consiliare.
“Da allora si è fatto poco” aggiunge “e nel frattempo sono diverse centinaia le richieste di nuove installazioni su terreni agricoli anche di pregio che si sommano a quelle già autorizzate e non ancora attivate. Non sono contro il fotovoltaico, ma dobbiamo fare in modo che il nostro paesaggio e le colture di pregio come uliveti, vigneti e frutteti, vengano preservati dall’installazione invasiva”.
Secondo il consigliere del Pd la normativa attuale e le Linee guida sul fotovoltaico, di recente recepite dalla Regione, non sono sufficienti a garantire un’adeguata protezione del territorio agricolo ed il rischio che si corre è che molti agricoltori smettano di lavorare la terra e dismettano le colture di pregio tipiche della nostra Regione. “Altro che colline verdi, tra poco i nostri panorami saranno grigi come la cenere”.
A questo proposito Ruffini ricorda, inoltre, di aver presentato, insieme ad altri colleghi, anche un emendamento al disegno di legge sulle “Norme dell’attività edilizia”, al momento fermo in Commissione e che potrebbe essere portato all’approvazione del Consiglio regionale. All’articolo 32, Ruffini ha fatto inserire due norme. Nella prima, al comma 3, “è fatto divieto di destinare ad uso diverso da quello agricolo i terreni sui quali siano in atto produzioni ad alta intensità quali, tra l’altro, quella orticola, frutticola, fioricola,olivicola, viticola, etc”. Nella seconda, al comma 5, “i Comuni, nella formazione degli strumenti di pianificazione e nella loro revisione, individuano le parti del territorio al di fuori dei centri edificati che per le loro caratteristiche colturali in atto o per il loro valore ambientale o per i caratteri identitari, sono meritevoli di tutela”.
“Con questi due emendamenti” dice Ruffini “certamente riusciremo a tutelare gran parte del territorio regionale in maniera più completa delle linee guida regionali. Dopo la loro approvazione resterà compito dei Comuni rivedere i PRG in modo tale da prevedere quali sono i territori meritevoli di tutela”.