“Ho appreso con grande soddisfazione i dati forniti dallo studio dell’economista Giuseppe Mauro, relativi all’occupazione abruzzese, che evidenziano nel settore agricolo un aumento di 4 mila unità lavorative rispetto al terzo trimestre 2010, con un + 23,5% rispetto al 2008, a fronte di un calo negli altri settori”. E’ quanto ha dichiarato l’assessore regionale alle Politiche agricole Mauro Febbo dopo aver preso visione dell’analisi del mercato, del lavoro e dell’economia regionale realizzata dal docente di Economia dell’università D’Annunzio con l’Ufficio studi “Ciancaglini”- CISL Abruzzo e basata sui dati forniti dall’Istat.
Nel confronto tra il terzo trimestre 2008 e lo stesso periodo del 2010, si evidenzia come questo trend positivo, con il passaggio da 17 mila a 21 mila occupati in agricoltura, compensa la perdita registrata nell’industria e nel terziario e certifica l’ottimo risultato dell’Abruzzo rispetto alle altre circoscrizioni. Il Mezzogiorno ha perso 27 mila unità mentre il dato nazionale, sempre in base ai numeri forniti dall’Istat, segna -14 mila unità.
“Questo conferma quanto avevo già affermato” commenta Febbo “riguardo l’analisi realizzata da Confindustria e anche in quell’occasione avevo invitato tutti a guardare con maggiore attenzione i segnali positivi che arrivavano dal mondo agricolo, seppur in un momento difficile per il Paese. L’evidente crisi economica e finanziaria presente nella nostra regione ha causato l’aumento della disoccupazione ma il settore agricolo è andato in controtendenza ed anche se i numeri sono pur sempre esigui, si registra un incremento percentuale di tutto rispetto. A rafforzare questi dati c’è anche un sensibile aumento delle esportazioni nel comparto agroalimentare, che viaggia ormai a doppia cifra, al quale abbiamo destinato importanti risorse comunitarie e attenta progettualità. Tra i fattori che incidono sulla ripresa, c’è sicuramente l’importante lavoro svolto dall’assessorato alle Politiche agricole in questi 24 mesi, caratterizzato da un’attenta programmazione e soprattutto da un cambio radicale rispetto al passato di concepire un settore che resta primario per l’economia regionale. Credo che questi risultati così rilevanti siano il frutto di un ritrovato e basilare rapporto di fiducia con gli operatori del comparto, che vedono nell’assessorato un organo in grado di rappresentarli e sostenerli in maniera adeguata. Tra i nostri obbiettivi principali c’è la rimodulazione del PSR che ci ha permesso di eliminare inutile burocrazia e sperpero (vedi chiusura delle sedi regionali in Brasile e Romania ed eliminazione di alcune dubbie consulenze). Il Piano di Sviluppo Rurale è, e resta, lo strumento fondamentale attraverso il quale abbiamo realizzato interventi specifici tra i quali la Misura 121 e 123 che ci hanno permesso di recuperare il tempo perduto e con una ricaduta positiva sull’economia rurale e regionale come confermano i dati a nostra disposizione. Si tratta di incentivi finalizzati al rilancio e all’ammodernamento delle attività agricole, la recente Misura 112, destinata ai giovani agricoltori al primo insediamento; il sostegno al settore agrituristico, volano indispensabile per tutto il comparto, con un bando ad hoc in uscita a inizio anno. Inoltre sono state avviate le misure per la promozione dei prodotti enogastromici con i loro marchi di qualità come quelli dei nostri pregiati vini, l’introduzione della filiera corta con il “Chilometro zero”.
A questo proposito è in itinere la registrazione del Marchio collettivo comunitario “Abruzzo”.
“Possiamo sicuramente affermare” conclude l’assessore regionale “che oggi si respira un’aria diversa e un ottimismo nel mondo agricolo che probabilmente sono alimentate da un ritrovato e continuo scambio reciproco con gli attori principali, come le organizzazioni professionali e i Consorzi. I dati a disposizione ci danno ragione, ma non devono essere motivo di esaltazione, bensì uno stimolo a proseguire il lavoro svolto finora e continuare il percorso che abbiamo intrapreso. In uno scenario non certo facile per l’economia nazionale e in particolare per quella abruzzese, il settore dell’agricoltura continua a registrare segnali positivi ed incisivi a dimostrazione del fatto che può e deve tornare a ricoprire un ruolo di primo piano per il futuro dell’economia e dell’occupazione della nostra regione”.