La proposta predisposta dal capo dell’Ufficio legislativo del ministero di Fitto, infatti, “contiene due elementi sconcertanti: non si riconosce l’avviamento commerciale ma, soprattutto, si afferma che “i beni aziendali comprensivi delle attrezzature impiegate nell’attività devono essere ceduti previo indennizzo garantito da idonea fideiussione del concessionario uscente a quello entrante”. In altre parole, non solo si mette a rischio la vita delle piccole imprese balneari, ma queste, in caso di perdita della concessione, dovranno anche pagare di tasca loro la fideiussione. Si tratta di un vero e proprio colpo al cuore dell’economia abruzzese”.
“E’ nostra ferma convinzione” si legge nella lettera di Fiba-Confesercenti “che l’unico modo utile per affrontare un tema così delicato per il futuro delle imprese balneari italiane sia quello da Lei indicato in occasione dell’incontro tenutosi nei Suoi uffici il 23 novembre 2010: sulla proposta unitaria presentata dalle organizzazioni delle imprese sarà necessario raccogliere i pareri dei ministeri interessati per poi verificarli ulteriormente con le associazioni nazionali di categoria in un incontro propedeutico all’intesa Stato – Regioni, con l’obiettivo di condividerne la stesura definitiva”.