Vertenza del mare, a rischio 800 aziende. Fiba scrive ai parlamentari abruzzesi

spiaggiaPescara. La vertenza del mare, che mette a rischio l’attività di quasi 800 piccole e medie imprese turistiche balneari abruzzesi, arriva a Roma e Bruxelles. La presidenza regionale di Fiba-Confesercenti, l’associazione che rappresenta oltre il 50 per cento delle aziende concessionarie delle spiagge abruzzesi, ha infatti scritto a tutti i parlamentari eletti in Abruzzo e agli eurodeputati della circoscrizione Sud per chiedere sostegno a quella che si annuncia come la più grande vertenza per le piccole e medie imprese turistiche.

L’Unione europea, infatti, su indicazione della direttiva Bolkestein, ha avviato una procedura di infrazione contro l’Italia per le concessioni demaniali turistiche, imponendo la messa all’asta delle stesse concessioni entro il 2015. Finora il governo Berlusconi ha escluso diverse categorie dalla direttiva Bolkestein perché riconosciute come “patrimonio e tipicità nazionale”, come i tassisti e i commercianti ambulanti. Ma per le piccole e medie imprese balneari questo non è avvenuto.

“Se non si interviene al più presto nel caos normativo che si sta creando a seguito delle procedure d’infrazione europee sulle concessioni balneari italiane” rileva il presidente di Fiba-Confesercenti Abruzzo, Antonio La Torre, “fra pochi mesi il mare abruzzese verrà catapultato nell’anarchia e diventerà appannaggio degli speculatori che arriveranno da tutta Europa a fare affari sulle pelle delle coste abruzzesi. Ad oramai due anni dalla richiesta della Commissione Europea al governo italiano di chiarimenti in materia, non si intravede infatti una sola soluzione chiara e condivisa”.

Gli operatori abruzzesi si appellano per questo agli eurodeputati, ai senatori, ai deputati ed al presidente della Giunta regionale affinché “con più coraggio difendano le imprese balneari di questa regione da una fine certa che avverrà presumibilmente se queste attività non verranno definite “patrimonio e tipicità nazionale” e quindi escano dalla forbice della Direttiva Bolkestein come già deciso per altre categorie: ambulanti, tassisti, altre categorie professionali”.

“Finora le imprese abruzzesi, con senso di responsabilità, hanno collaborato nei tavoli istituzionali con piglio propositivo” aggiunge il coordinatore regionale Ciro Gorilla, “ma ora non si può più attendere: è impossibile continuare ad investire nell’incertezza generale, quindi se non arriveranno risposte positive in tal senso gli imprenditori difenderanno le proprie attività con ogni mezzo possibile evitando un vero esproprio ingiusto ed anticostituzionale”.

Di seguito la lettera inviata a senatori e deputati abruzzesi:

“Sta crescendo fra le imprese balneari della nostra Regione la preoccupazione per l’evolversi della vicenda della procedura d’infrazione dell’Unione Europea (Direttiva Bolkestein) in merito al rinnovo delle concessioni demaniali marittime. Le problematiche che tra qualche anno dovranno affrontare le imprese demaniali marittime, rischiano di destabilizzare l’intero settore e di dare un duro colpo non solo all’economia turistica. Ricordiamo che le concessioni balneari sono fra i settori trainanti dell’economia abruzzese e producono occupazione e reddito.

Molte Regioni costiere, molti deputati e senatori stanno sostenendo gli imprenditori e le associazioni di categoria in questa battaglia contro l’annullamento dell’esperienza e della professionalità di migliaia di imprese familiari (quasi 800 in Abruzzo) che, dal 2015, rischiano di perdere l’azienda e il proprio lavoro.

A tal fine Vi chiediamo di sostenerci nella salvaguardia di un patrimonio unico, strategico e socialmente rilevante come quello delle imprese balneari, che nell’economia turistica ed occupazionale ha un ruolo decisivo. Chiediamo di cercare con tutti i tentativi la possibilità di ottenere l’esonero dei balneari dalla direttiva Bolkestein, così come ottenuto per altri settori: per gli ambulanti, ad esempio, il governo ha riconosciuto l’importanza delle richieste della categoria e lo ha escluso dal Decreto Legge che recepisce le disposizioni della Direttiva Bolkenstein salvando, così, tutto il comparto da una fine certa.

E’ indispensabile ottenere una deroga dall’applicabilità della direttiva anche per il turismo, settore che, ricordiamo, era escluso dall’originaria stesura della direttiva.

In attesa di un positivo riscontro ci rendiamo disponibili per eventuali incontri qualora lo riteniate opportuno per meglio specificare e chiarire la proposta, e nell’occasione inviamo distinti saluti”.


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