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Sanità Abruzzo: nuovo buco da 360 milioni. Chiodi:”Urge risanamento”

 

Pescara. Trecentosessanta milioni di euro: questo è il debito che la Regione Abruzzo ha accumulato negli ultimi dieci anni per ciò che concerne il Fondo sanitario regionale. A dirlo è il Presidente della Regione, Gianni Chiodi, che individua le cause del debito in una distrazione “deprecabile” di quanto dovuto alla sanità per coprire altre spese del bilancio regionale. Chiodi rassicura: “Copriremo il debito ma non aumenteremo le tasse agli abruzzesi. Lasceremo l’Abruzzo meglio di come l’abbiamo trovato”.

Conferenza stampa in pompa magna, questa mattina, presso la sede pescarese della Regione Abruzzo, convocata da Chiodi per rendere conto di quanto emerso dal Tavolo tecnico di monitoraggio tenutosi giovedì presso il Ministero dell’Economia. “Un tavolo dello Stato”, ci tiene a precisare Chiodi, “c’è un verbale a testimoniare che quello che dice questo Presidente corrisponde sempre a verità”. Il Tavolo, un resoconto incrociato tra i calcoli dei Ministeri di Economia e Sanità, dal quale è emersa la necessità da parte della Regione Abruzzo di coprire un ulteriore disavanzo pregresso “non attribuibile all’attuale gestione regionale e generato dal mancato stanziamento, ad opera dell’allora gestione regionale, di quota parte del Fondo sanitario regionale 2004 e 2005”. E’ stato esaminato, ovvero, lo stato patrimoniale consolidato del Servizio sanitario regionale: i conti nelle casse degli ultimi dieci anni della sanità abruzzese. E da queste casse, già in forte deficit, risultano essere state deviate centinaia di milioni di euro che, destinate dal Fondo sanitario nazionale alle Asl per tutto quanto riguarda il diritto alla cura, venivano usate per coprire altre spese in capitolo al bilancio regionale. “Può accadere che le Asl spendano di più di quanto dispongano, ma mai era accaduto prima che i soldi destinati specificatamente ai servizi di cura dei cittadini venissero utilizzati per coprire altre spese di bilancio ordinario”, commenta Chiodi.

2004, 2005, 2006 e 2007 sono le annualità sotto accusa “Nel 2004”, riferisce Chiodi, “sono stati distratti 95 milioni di euro, 135 milioni nel 2005, 197 milioni di euro nel 2006, già individuati nel 2008, ragione del commissariamento affidato al dott. Redigolo. Nel 2007 si dovevano recuperare debiti per 101 milioni di euro e per i quali si è attivata la fiscalità aggiuntiva attraverso il Piano di rientro”. Una somma debitoria complessiva di 528,524 milioni di euro: “Mille miliardi delle vecchie lire”, tuona Chiodi, “che invece di essere usati per migliorare servizi, sistemi diagnostici e tecnologie negli ospedali abruzzesi sono andati a finanziare il bilancio regionale ordinario”. Una toppa nella falla è già stata messa: “Il Piano di rientro doveva coprire 197 milioni; ne ha coperti una parte”, spiega il Presidente della Regione, “ne restano 326 che con l’aggiunta della variazione del gettito fiscale (leggasi inflazione ndr) si arriva ad una restante debito di 360 milioni da coprire”.

Facile capire che le colpe della “pesantissima tegola che si abbatte sull’Abruzzo e sugli abruzzesi, già impegnati in una difficilissima situazione di risanamento” Chiodi le scarica sulla precedente Amministrazione. Ma è pronto a prendere in mano le redini della crisi: “Saremo la prima classe politica, a costo di essere impopolari e di essere cacciati a calci, a lasciare meno debito, meno primari e meno dirigenti di quelli che abbiamo trovato”, sentenzia. E polemizza con l’opposizione, usando il taglio del rammarico: “Forse questo non interessa, si preferisce assecondare il vecchio sistema. Io, da cittadino abruzzese, chiederei il silenzio assoluto da parte di chi dà numeri fittizi, persone che farebbero meglio a tacere per i prossimi 15 anni. E’ stato detto che la Regione sta aumentando il deficit sanitario: sanno tutti che non è vero, tranne i protagonisti di quelle gestioni allegre, che non sanno che stiamo portando il disavanzo a livelli precedenti al 2000”.Poi attacca apertamente: “La crisi attuale è frutto di una precedente gestione, arrendevole e cedevole alle domande di spesa che arrivavano da tutte le parti”. Le accuse precise sono quelle di impreparazione e deresponsabilizzazione: “Spendevano più di quello che gli veniva dato, che spettava alle Asl, accontentando chi chiedeva e lasciando i problemi ad altri: soldi spesi anche per cose positive, ma negando alla sanità una prospettiva di futuro miglioramento”.

I tempi stringono: il 31 dicembre la Regione dovrà presentare il Programma operativo, indicando come intende risolvere il crack, pena l’aumento coattivo delle tasse, così come già accaduto per Calabria o Lazio. Chiodi sgombra il campo dai timori: “Non aumenteremo, più di quanto è già accaduto, le tasse agli abruzzesi, colpevoli solo di non aver saputo scegliere in passato i propri governanti”. La domanda sorge spontanea: se non aumenteranno le tasse, per coprire un buco enorme come 360 milioni, aumenteranno fortemente i tagli? “Ho già qualche idea”, risponde Chiodi, “ma prima ne voglio parlare e valutare con le parti sociali, per avere l’avvallo del sistema-Abruzzo. La Regione farà di tutto per risanare la sanità e quando questa Giunta andrà via lascerà i conti precisi, senza scaricare sui cittadini i costi dei privilegi delle gestioni passate”. Bene, ma i tagli? “Taglieremo tutto ciò che sarà possibile tagliare, in tutti i settori dove risiedono ancora enormi sprechi. Un grande lavoro è stato già fatto per ridurre costi di beni e servizi sanitari, prima al di sopra della media nazionale, ma le Asl spendono ancora tanto per i farmaci, e interverremo in tal senso”. Chiodi indica già di non voler seguire la strada della Campania, che ha scelto di spendere tutti i fondi Fas a sua disposizione per tamponare il debito: “Nel limite del possibile, non toccheremo i Fas”, aggiunge. A questo punto sembrerebbe tirare una brutta area per tutti quei primari e dirigenti, e per i loro stipendi, che verranno ritenuti “eccedenti”.

“A tutti dico”, conclude Chiodi, “che ci sarà bisogno di un impegno complessivo per fare il possibile per risanare una situazione già al collasso. Anche all’opposizione, con la quale parlerò subito dopo aver parlato con le parti sociali”. La stessa opposizione che richiama alla responsabilità: “Devono collaborare e assumersi la responsabilità di aver eliminato una lista della spesa e causato questa difficile situazione”.

Il commento di Silvio Paolucci, segretario regionale del Pd. “Chiodi è disperato perché sente crollare il consenso attorno a sé, e mente sapendo di mentire. Tira fuori solo oggi le carte e spera di addossare le colpe sul centrosinistra, ma la verità è un’altra: sui 260 milioni di buco chieda spiegazioni ai suoi colleghi di giunta e di partito, visto che i responsabili sono il suo attuale vicepresidente Alfredo Castiglione, al tempo assessore al bilancio di Giovanni Pace, Fabrizio Di Stefano nelle vesti di presidente della commissione Sanità, Paolo Tancredi in quelle di presidente della commissione Bilancio. Sulla mancata copertura dei restanti 101 milioni spieghi egli stesso cosa è successo, visto che i tecnici romani accusano questa giunta regionale, e lo scrivono nero su bianco nei verbali. È finito per Chiodi il tempo di dire bugie agli abruzzesi.

Chiodi governa da due anni e da commissario ha pieni poteri sulla sanità: ma dopo due anni scopre un ulteriore buco lasciato dai suoi amici, avendo nascosto i numeri veri ai cittadini ed alle parti sociali. Ora gli stessi tecnici del ministero che elogiano la riduzione del 20 per cento del tasso di ospedalizzazione (grazie alla legge 20 varata dal centrosinistra), lanciano pesanti accuse proprio sull’operato, anzi sul mancato operato, di Gianni Chiodi”.

In tre sedute tra maggio e luglio di quest’anno infatti i due massimi organismi che vigilano sulla sanità abruzzese, e cioè il Tavolo tecnico per la verifica degli adempimenti regionali e il Comitato permanente per la verifica dei livelli essenziali di assistenza, hanno analizzato lo stato patrimoniale e i risultati di gestione della sanità abruzzese. Relativamente alla vicenda dei 101 milioni di euro, nel verbale si legge l’accusa scritta in grassetto:”Tavolo e Comitato non possono non evidenziare come la Regione Abruzzo abbia violato quanto disposto da una propria legge regionale e tutto ciò in piena vigenza di un piano di rientro”.

“Dunque” sottolinea Paolucci “Chiodi non può cavarsela accusando altri. Chieda spiegazione ai suoi colleghi di giunta e di partito sulla gestione folle che ha portato l’Abruzzo nel baratro, e spieghi agli abruzzesi perché sui 101 milioni di euro ha violato le leggi regionali. E già che c’è, dica anche perché in questa situazione continua a graziare le cliniche private e perché vuole scaricare i debiti lasciati dai suoi amici sui fondi Fas che invece devono servire per lo sviluppo e per rilanciare l’economia”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Daniele Galli