Tregua raggiunta? Non proprio. Nello stesso Consiglio, la stessa Carpineta ha dichiarato che i co.co.co. possono essere stabilizzati solo con un concorso, altro che legge.
“L’unica via praticabile” ha detto “è la predisposizione di atti amministrativi che portino alla emanazione di bandi di concorso contenenti criteri di valorizzazione delle esperienze maturate da quei cococo che rientrino nei parametri previsti dalle leggi vigenti. Proseguiremo con lo studio dei provvedimenti in grado di dare la migliore risposta possibile alle aspettative dei co.co.co., che sia, al tempo stesso, la soluzione più trasparente ed anche la più efficace per la qualità della macchina amministrativa regionale”.
Intanto la discussione ieri è saltata, pare a causa di un mancato accordo tra i consiglieri che hanno proposto il disegno di legge e il presidente della Regione e l’assessore Carpineta. Ma i precari non ci stanno. E fino a martedì gli oltre 160 dipendenti protesteranno davanti al Palazzo Silone di Pettino. Obiettivo: rallentare l’attività degli uffici e, quindi, il funzionamento dell’ente regionale.
”Con amarezza” spiegano i precari “abbiamo constatato che nella seduta del consiglio regionale di ieri i nostri amministratori non sembrano aver manifestato alcuna intenzione di avviare il processo della nostra stabilizzazione, un progetto che riguarda 160 lavoratori tra L’Aquila e Pescara, i cui contratti sono in scadenza tra il 15 novembre e il 31 dicembre di quest’anno”.