L’ex Governatore ha raccontato l’esperienza politica con il Partito Socialista, prima, e lo Sdi, poi, e l’attività di sindacalista nella Cgil. Ha pronosticato una rivalutazione futura della figura di Bettino Craxi, che ha impresso, come Moro e De Gaspari, nel paese un grande processo di modernizzazione.
Un lungo percorso storico e politico per Del Turco fino alla candidatura a Presidente della Regione Abruzzo, con le ostilità di parte della coalizione, la vittoria e i programmi intrapresi per rilanciare e unire la Regione, ricucendo i rapporti con Roma e Bruxelles (Europa). “Un grande progetto” bloccato dall’arresto con una Giunta crollata sotto le velenose accuse di tangenti di Vincenzo Angelini, patron di Villa Pini. Del Turco ha lanciato dure frecciate contro Angelini e la Procura di Pescara. Il suo grande accusatore avrebbe gettato fango sulla politica e su Del Turco per coprire il fallimento di Villa Pini e bloccare il processo d’innovazione della sanità regionale avviato dalla sua Giunta. Ha ricordato anche la grande conferenza del 14 luglio 2008 a Pescara, quando Trifuoggi parlò di “una montagna schiacciante di prove”. Per Del Turco quella montagna schiacciante di prove sarebbe soltanto le parole di Angelini, “un uomo che secondo un rapporto dei carabinieri andava arrestato molto prima”. Come conferma del proprio pensiero la mancanza di decisione (se archiviare il caso o rinviarlo a giudizio) della magistratura nei 2 anni e 4 mesi trascorsi dal suo arresto. L’ex governatore ha anche parlato di Chiodi e Venturoni, definendo l’inchiesta che ha portato agli arresti domiciliari l’assessore alla Sanità un “avvertimento” della magistratura. “Una Giunta, quella attuale, che pecca, però, di umanità e deve evitare campanilismi”. Ma l’ex governatore si dice vicino alla posizione di Silvio Berlusconi sulla magistratura: “Io penso che ci sia un problema Giustizia in Italia da prima che Berlusconi entrasse in politica. Ricordo le vicende dei miei colleghi socialisti come Cagliari, Moroni e Craxi. Berlusconi sbaglia a risolvere il problema Giustizia come un fatto personale, dovrebbe renderla una questione di popolo”. L’ex Governatore ha ricordato poi la trattativa tra Angelini e Carlo De Benedetti (editore de La Repubblica) che saltò per 100 milioni di lire di troppo. Tanto infatti era la valutazione di Villa Pini, ma ha spiegato Del Turco: “Angelini ne chiedeva il doppio perché diceva di vantare dei crediti. Per De Benedetti quei crediti erano debiti e rinunciò all’acquisto”.
Una vita normale è quella che chiede Ottaviano Del Turco a 66 anni e un primo passo per ottenerla avverrà il 19 novembre quando la Cassazione deciderà sulla competenza territoriale di Pescara. Nel frattempo con la famiglia tornerà all’Olimpico a vedere la sua Lazio contro la Roma. Sarà accompagnato dai suoi figli che con la compagnia, i fratelli e la pittura lo hanno aiutato in questi due anni e 4 mesi difficili. Ma una cosa è certa se Del Turco dovrebbe risultare innocente potrebbe tornare in politica. Ma da che parte?
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