Entro marzo” ha assicurato Chiodi “l’Abruzzo avrà la bozza definitiva del nuovo Piano. E’ forse un gettare il cuore oltre la siepe ma per noi si tratta di un punto programmatico cruciale“. Le novità del piano, rispetto alla impostazione del vigente che risale al 1990, sono l’interesse per l’intero territorio non suddiviso più per ambiti, una visione non dirigistica e l’inserimento di ulteriori parametri di valutazione come i caratteri geomorfologici, i fattori antropici, storico-culturali delle manifatture, così come previsto dalla convenzione europea sul paesaggio.
“L’Abruzzo” ha aggiunto il governatore “ha saputo vendere bene l’immagine di una protezione ambientale che, a ben guardare, appare solo superficiale. Noi oggi, con il nuovo Piano paesistico perseguiamo con forza parametri che sapranno farci raggiungere obiettivi di qualità nella tutela, senza escludere pezzi di territorio. Questa determinazione è leggibile anche attraverso gli atti prodotti: il varo del Piano energetico e del testo sull’edilizia e la legge Urbanistica che sta per essere approvata dal Consiglio regionale”.
Per quanto riguarda poi le procedure di confronto Chiodi è stato categorico: “Sussidiarietà sì co-governo no“, riferendosi al ruolo delle associazioni ambientaliste che sono “fonti di proposte e di valutazioni anche critiche. Come Governo di questa regione garantiamo il confronto assumendoci la piena responsabilità delle decisioni”. Entrando nel merito dei contenuti della bozza di Piano, il direttore degli Affari della Presidenza Antonio Sorgi, ha spiegato che “non sarà riaperta la discussione sui vincoli, ma saranno aggiornate le motivazioni di vincolo, in ragione dei singoli contesti, rispetto ai mutamenti avvenuti da circa cinquant’anni ad oggi”.
Sorgi ha poi insistito sugli elementi qualificanti il nuovo strumento di programmazione del territorio, a partire dal “Sistema delle conoscenze“. Inoltre, saranno redatti gli “Atlanti di paesaggio” agganciati ai contesti collinare, fluviale, montano e costiero. Indicazioni ritenute fondamentali dallo stesso presidente “nell’ottica delle individuazioni di quei sei o sette progetti strategici, capaci di connotare l’identità dell’Abruzzo, tra i quali rientra quello della costa teatina”. Infine sarà introdotto il meccanismo delle “buone pratiche“, comportamenti da adottare per il governo del territorio, soprattutto nella gestione di problematiche legare alle grandi opere infrastrutturali. I quattro presidenti delle Province hanno, infine, riconosciuto alla Giunta regionale una “intelligente capacità progettuale e una sincera volontà di rendere gli enti locali veramente protagonisti del loro futuro”.