“L’apporto determinante dato alla coalizione ha dimostrato il forte radicamento territoriale dei socialisti soprattutto in provincia di Teramo. Vorremmo continuare questo percorso, ma tale volontà non ci impedisce di cogliere, all’interno della coalizione, un senso di sfilacciamento e improvvisazione, oltre che di evidente difficoltà nell’attuazione del programma di governo regionale”.
“Le aspettative e le speranze di quanti, come noi, ritenevano necessario avviare un processo di cambiamento nel governo della Regione Abruzzo appaiono un ricordo” continua la lettera “non soltanto per effetto del terremoto, ma anche per l’improvvisazione politica e legislativa tipica di gruppi autoreferenziali del Popolo della Libertà. I fatti ci sembrano avvalorare un malessere sempre più crescente, per la sensazione che si sia sedimentata la tecnica del governo di gruppi esclusivi. La nostra sensazione è che si sia smarrito l’obiettivo del perseguimento di quella politica con la P maiuscola tanta cara al presidente Chiodi e da noi totalmente condivisa”.
Per questo tornano a chiedere l’istituzione di un tavolo politico permanente, sottolineando che “la sua negazione darebbe il segno ulteriore di politiche di basso profilo, affidate a politicanti che rifuggono da qualsiasi confronto, forse nel timore di affrontare i problemi e competere con il mondo reale, costituito da tante famiglie abruzzesi che non possono ovviamente riconoscersi nell’idilliaco modello della famiglia del Mulino Bianco”.