Pescara. ‘Accogliamo positivamente la decisione assunta dall’Assessore Paolucci di disporre la proroga delle borse lavoro per i malati psichiatrici fino al 31 dicembre 2016.
Si ristabilisce un diritto,uno strumento importante che ha consentito,in oltre 15 anni, di sperimentare percorsi innovativi e di reinserimento lavorativo per centinaia di malati psichiatrici.
E’ necessario ora prevedere la costruzione di un percorso che, entro il 31 dicembre, anche attraverso il coinvolgimento della Consulta regionale della salute mentale,definisca tempi e modalità di finanziamento per garantire, in maniera strutturale, la prosecuzione di una esperienza che ha prodotto risultati importanti, sia nel sostegno e nell’aiuto ai malati e alle loro famiglie,sia nel processo di riorganizzazione e risparmio della spesa socio-sanitaria.
Con queste premesse le scriventi Organizzazioni e Associazioni sospendono la Manifestazione indetta per il 29 Febbraio 2016 ma sollecitano da subito l’apertura di un confronto, con le ASL e l’assessorato alla Sanità , per definire le azioni e gli atti necessari per evitare il riprodursi di ulteriori stop al servizio e per individuare,invece, nell’ambito delle risorse disponibili,un percorso di ampliamento graduale di questo importante strumento’.
Lo affermano in una nota congiunta rappresentanti di Associazione Percorsi, Carrozzine Determinate, Spi-Cgil Pescara e Cgil-Pescara.
‘La notizia che saranno rifinanziate per il 2016 le borse lavoro per i disabili psichici non può che riempire di gioia sapendo quale trauma stavano vivendo molti pazienti e le loro famiglie in queste settimane.
La protesta che abbiamo portato avanti insieme alle associazioni Carrozzine Determinate, Percorsi e alla CGIL ha conseguito il suo obiettivo immediato. Fa piacere quindi che l’assessore Paolucci abbia compreso il valore di questi percorsi di riabilitazione e reinserimento sociale.
Proprio per questo troviamo che sia preoccupante la raccomandazione che il dirigente del settore programmazione socio-sanitaria e il direttore regionale indirizzano alla ASL di Pescara. Infatti nella nota inviata dopo aver rappresentato “assoluta necessità”, “forte valenza sanitaria”, di un servizio definito “essenziale” e che quindi bisogna continuare ad assicurarne l’erogazione, si aggiunge “possibilmente per un numero di pazienti non superiore a quelli attualmente in carico”.
Perché questa indicazione? Perché limitare numero? Se ci sono pazienti che attendono da anni di poter usufruire della borsa lavoro perché negare accesso? La spesa deve essere determinata da considerazioni sanitarie, cioè dai bisogni dei pazienti, non da logiche ragionieristiche che in ultima istanza determinano l’aumento della spesa invece che risparmi. Quanti pazienti finiscono dentro un circolo vizioso di ricoveri o per lunghissimi periodi dentro strutture protette con costi enormi perché non hanno avuto accesso a percorsi di riabilitazione e reinserimento? Quanto spreco comporta non offrire un’occasione di reinserimento sociale dopo un lungo percorso di cura in assai costose per le ASL strutture protette?
Non si tratta solo di non scontentare i 300 che ne beneficiano ma di garantire a tutti i pazienti che ne hanno bisogno di potere usufruirne.
Se è unanime il giudizio positivo sulle borse lavoro è il caso invece di prevedere l’ampliamento del numero dei pazienti che possano beneficiarne visto che il costo è incommensurabilmente più basso dei ricoveri in strutture protette. Quando negli anni ’90 ci battevamo e poi ottenemmo introduzione borse lavoro si trattava di una sperimentazione dentro progetti obiettivo. Oggi è incontrovertibile che si tratta di un percorso che funziona e quindi è ora che la programmazione regionale ne tragga le conseguenze.
Sarebbe opportuna una riflessione complessiva sulla salute mentale per una giusta allocazione delle risorse e finalmente adeguate strategie volte all’aumento del numero delle borse lavoro, dei gruppi appartamento, delle case famiglia. Investire in percorsi che costano poco ma funzionano è doveroso anche per affrontare il risanamento della spesa sanitaria regionale evitando la logica stupida e cieca da tagli lineari che in questo campo non fa altro che aumentare la spesa’, sostengono Maurizio Acerbo e Viola Arcuri di Rifondazione Comunista.
“Ancora una volta è toccato a Forza Italia dover alzare la voce e tirare le orecchie all’assessore Paolucci per garantire un provvedimento a tutela della fascia più debole della popolazione, ovvero il ripristino delle Borse lavoro per 61 pazienti psichiatrici di Pescara da parte della Regione Abruzzo. Quello che però non tolleriamo è la lentezza di un Governo D’Alfonso veloce solo con le chiacchiere, non tolleriamo l’ansia generata in 61 famiglie lasciate in bilico sino all’ultimo, tanto da costringerle a minacciare lo sciopero della fame per aiutare i propri congiunti. E non accettiamo una semplice proroga sino al 31 dicembre, quando, di nuovo, il servizio verrà messo in forse: dal governo regionale pretendiamo che tale attività venga disciplinata, regolamentata e istituzionalizzata, prevedendo un fondo specifico da finanziare ogni anno al fine di dare tranquillità, serenità, a famiglie già duramente provate. E di questo parleremo in Consiglio regionale quando giungerà a discussione l’interpellanza che ho presentato, necessaria comunque per capire come sono stati spesi sino a oggi i fondi disponibili, e soprattutto quanto è stato speso”.
Lo ha annunciato il capogruppo di Forza Italia alla Regione Abruzzo Lorenzo Sospiri intervenendo sulla vicenda delle borse lavoro sospese per i soggetti affetti da patologie mentali e che ieri sono state improvvisamente ripristinate.
“Le borse lavoro – ha ricordato nell’interpellanza il Capogruppo Sospiri – sono state istituite dalla Regione Abruzzo al fine di ampliare, con proprie risorse, gli interventi erogati dalle Asl a favore dell’utenza psichiatrica, e le Asl del territorio, seppur in mancanza del rifinanziamento della legge 94/2000, nel 2015 hanno continuato a erogare le borse lavoro, attingendo a stanziamenti straordinari della Regione o anche con le risorse derivanti da progetti obiettivo. Non solo: le azioni tese a garantire le prestazioni assistenziali e socio-riabilitative, compresi i programmi di reinserimento sociale e lavorativo, sono previste espressamente come prioritarie nel Piano di Azioni Nazionale per la salute mentale 2013-2020, recepito dalla stessa Regione Abruzzo con Decreto del Commissario ad acta nell’ottobre del 2014. E il Fondo Sanitario Nazionale prevede l’assegnazione di fondi vincolati per la realizzazione di quel Piano 2013-2020, fondi dunque che dovevano ancora essere in cassa. Tuttavia, dal gennaio 2016 è stata interrotta l’erogazione delle borse lavoro su tutto il territorio regionale, con grave disagio sia per i pazienti psichiatrici che ne usufruivano, sia per le famiglie, che di fatto hanno visto interrotto un percorso virtuoso di reinserimento sociale dei propri cari. Fra l’altro è certo che l’interruzione di questa ‘buona prassi’ della sanità abruzzese in tema di salute, avrebbe determinato un aumento del ricorso a trattamenti sanitari particolarmente onerosi e dei trattamenti sanitari obbligatori in regime di ricovero, che incidono sia sulla sofferenza delle persone con un disagio mentale, sia sulla spesa sanitaria delle singole Asl. A fronte del silenzio e dell’immobilismo della Regione ho presentato un’interpellanza per sapere dal Governatore D’Alfonso perché le borse lavoro erano state interrotte, cosa intendeva fare l’amministrazione regionale per garantire la ripresa del servizio, e soprattutto come erano stati spesi i fondi che, in teoria, erano previsti nel Piano sino al 2020. Ieri, all’improvviso, l’annuncio dell’assessore Paolucci che, a fronte della strigliata, ha predisposto, in fretta e furia, la ripresa del servizio garantendo i fondi necessari. Ovviamente siamo soddisfatti del risultato ottenuto, ma non basta – ha chiarito il Capogruppo Sospiri -: innanzitutto vogliamo sapere da dove sono state pescate le risorse utili al ripristino delle Borse lavoro, ovvero, se erano fondi già disponibili, perché non garantire subito la proroga e lasciare in sospeso per settimane 61 famiglie, con lo spauracchio di vedersi sopprimere un’attività fondamentale per il benessere di utenti affetti da patologie psichiatriche croniche. Se, come dice l’assessore Paolucci, il problema riguardava solo la Asl di Pescara, vogliamo sapere perché l’Azienda pescarese non disponeva più di fondi vincolati e che, in teoria, dovevano coprire il servizio sino al 2020. Infine crediamo che il tempo delle proroghe, per un servizio ormai indispensabile, sia finito: le Borse lavoro per i pazienti psichiatrici vanno istituzionalizzate all’interno del bilancio regionale, garantendo un capitolo finanziario specifico al fine di dare stabilità e un riconoscimento all’attività stessa, e soprattutto di dare garanzie a famiglie, a genitori che giustamente vivono con ansia lo scadere delle singole annualità e hanno bisogno di guardare con serenità al futuro dei propri congiunti malati”.