Sanità, Chiodi difende il Piano Operativo e rivela: “abbiamo un debito di 101 milioni di euro”

chiodi_gianniIl sistema sanitario regionale accusa una perdita di 101 milioni di euro che dovranno essere restituiti allo Stato. A rivelarlo è il presidente della Regione Gianni Chiodi, che questa mattina, a Pescara, ha tenuto una conferenza stampa insieme all’assessore regionale alla Sanità Lanfranco Venturoni, al sub commissario Giovanna Baraldi, al direttore dell’Agenzia Sanitaria Regionale Ferdinando Romano, ed alla presidentessa della Commissione Affari sociali e politiche della salute presso il Consiglio regionale Nicolettà Verì.

“Questo pesante fardello” ha detto Chiodi “è emerso a seguito di una verifica degli stati patrimoniali da parte del tavolo di monitoraggio sulla spesa sanitaria delle Regioni. La causa di questo buco discende da una grave irregolarità che si è generata a seguito della mancata applicazione della legge regionale 4 del 16 marzo 2007 da parte del Governo che era alla guida della regione Abruzzo in quel momento. A quel periodo risale una delle pagine più nere della nostra storia. Infatti, tutte le risorse fiscali dell’annualità 2006, anziché essere destinate alla copertura delle perdite del sistema sanitario, vennero dirottate sul bilancio regionale”.

Questa legge aveva, invece, lo scopo di destinare integralmente il gettito fiscale derivante dagli aumenti di Irap ed Irpef al settore sanitario, e di disporre un piano straordinario di dismissioni di immobili per assicurare il pareggio di bilancio della Regione Abruzzo per l’esercizio 2007, apportando le conseguenti variazioni di bilancio. “Adesso, entro una settimana, la Regione dovrà provvedere ad articolare una proposta convincente per uscire dall’impasse”.

Secondo il presidente delle Regione, che è anche Commissario ad acta per la Sanità, “l’unica strada percorribile per sbloccare la situazione è quella dell’utilizzo di parte dei fondi Fas. Tuttavia, questa possibilità è stata già negata a Regioni come Molise, Campania, Calabria e Lazio. Sotto questo aspetto, resto, comunque, fiducioso poiché da diverso tempo abbiamo avviato un percorso virtuoso di risanamento e questo il Governo nazionale lo sa bene”.

In merito, poi, al Programma Operativo 2010, riguardante la razionalizzazione della Rete di assistenza ospedaliera ed in particolare le metodologie di definizione del fabbisogno di prestazioni ospedaliere e dei posti letto correlati, che la Regione Abruzzo ha appena portato all’esame del tavolo di monitoraggio, è stata espressa una valutazione positiva per quanto concerne il diritto alla cura da parte dei cittadini.

“Tenete conto” ha aggiunto Chiodi “che secondo gli standard qualitativi indicati dal Ministro per la Salute Ferruccio Fabio, in Abruzzo sarebbero dovuti rimanere appena nove ospedali pubblici. Invece, il piano operativo ne prevede sedici oltre, ovviamente, a quelli privati. Una cosa è certa, il 99% dei cittadini abruzzesi avrà un ospedale importante vicino casa, cioè raggiungibile in macchina entro il limite dei 50 minuti dal verificarsi della necessità di ricorrere alle cure sanitarie, mentre per l’81% sarà addirittura possibile arrivare in ospedale entro 30 minuti. Si tratta di tempi di percorrenza rilevati scientificamente e quindi più che attendibili. Resta, invece, da rivedere la manovra finanziaria che stiamo predisponendo, per ciò che riguarda la sanità, per cercare di tenere i conti in equilibrio per il 2010. In particolare, le criticità riguardano solo alcune questioni inerenti il turn-over del personale ed altre relative alla spesa farmaceutica sulle quali c’è bisogno di ulteriori approfondimenti ma una soluzione potrà essere individuata in tempi brevissimi”.

Chiodi aggiunge poi che “il Programma operativo 2010 è frutto di un’analisi approfondita della rete di assistenza ospedaliera. Per una regione come la nostra, con un milione e 300 mila abitanti mantenere 35 ospedali, tra pubblico e privato, molti dei quali con una bassissima occupazione di posti, appariva quantomeno insostenibile. Basti pensare all’elevato indice di ricoveri inappropriati. Per non parlare, poi, di una spesa sanitaria senza regole e fuori controllo che aveva raggiunto quasi il 90% del bilancio regionale. Finora era sempre mancato il coraggio politico di compiere delle scelte e questo anche a causa della presenza di una potente lobby di natura politica, professionale, imprenditoriale e sindacale. Ora il sistema è esploso ed occorre metterci riparo al più presto”.

Quanto ai tagli dei posti letto, Gianni Chiodi ha rigettato con decisione l’accusa di eccessiva penalizzazione del settore pubblico. ”La percentuale dei tagli” ha detto “nella misura del 18%, è la stessa per il pubblico e per il privato. Si tratta di un taglio complessivo di 840 posti (718 nel pubblico e 122 nel privato). La ripartizione del numero di posti letto per Asl conferma anche un equilibrio territoriale in fatto di assistenza ospedaliera”.

Previsti per la Asl aquilana, che vede la presenza sul suo territorio di 14 strutture ospedaliere pubbliche, 3.9 posti letto per mille abitanti; per quella di Teramo, con 4 ospedali pubblici, 3.09 posti letto per mille abitanti; la Asl di Chieti-Lanciano-Vasto, con 11 strutture pubbliche, il dato è di 3,38 posti letto per mille abitanti; quella di Pescara, infine, con 6 ospedali pubblici, 3,80 posti letto per mille abitanti.

Non intendiamo abbandonare i sindaci che protestano al loro destino. Li incontreremo ed ascolteremo le loro ragioni. Ma occorre rendersi conto che la classe dirigente politica regionale e locale si è resa responsabile, nell’arco di decine di anni, di scelte che poi ci hanno portato ad ereditare un sistema organizzativo della sanità così inefficiente”.

Chiodi si sta comportando come uno sceriffo di Nottigham” replicano il segretario regionale del Pd Silvio Paolucci ed il capogruppo Camillo D’Alessandro. “Toglie ai poveri per dare ai ricchi. E in questo momento il povero è la sanità pubblica e il ricco è l’interesse delle cliniche private. Le scelte del centrodestra puniscono la sanità pubblica, specie nei territori più deboli, e graziano miracolosamente quella privata, che non perderà un solo posto letto se non quelli distrutti dal terremoto. Una scelta chiara e netta a vantaggio delle cliniche private. Il presidente-commissario ha il torcicollo, per giustificare se stesso cerca gli alibi nel passato ma fa brutte figure: vorrebbe far credere agli abruzzesi che un debito del 2007 di circa 100 milioni di euro venga scoperto di colpo solo oggi, quando sa benissimo che dal 2007 ad oggi c’è stato un tavolo di monitoraggio che conosceva il debito complessivo. Lo stesso Chiodi solo qualche settimana fa aveva vantato il rientro dal debito dichiarando addirittura che il tavolo aveva certificato il pareggio della sanità. La verità è che il centrodestra ora vuole far pagare alla sanità pubblica i propri errori favorendo in modo sfacciato la sanità privata. L’Abruzzo ha bisogno di un profondo cambiamento del sistema sanitario, che non può limitarsi ai tagli contabili: c’è bisogno di servizi nuovi, moderni, di una rete efficiente per l’emergenza-urgenza, di centri di eccellenza, di interventi che abbattano le liste d’attesa. Ma di tutto questo non c’è traccia nel piano del centrodestra”.

Si terrà mercoledì prossimo, dalle ore 16,00 in poi, il Consiglio Regionale straordinario sul Piano Operativo 2010 e sulla sanità in Abruzzo. Lo rende noto Carlo Costantini, capogruppo IdV alla Regione Abruzzo. “La Conferenza dei Capigruppo in Consiglio Regionale – ha spiegato Costantini –  ha accolto l’iniziativa dell’Italia dei Valori ed ha condiviso la necessità di discuterne nel più breve tempo possibile. Anche il Presidente del Consiglio Regionale Pagano ha ritenuto che, nonostante il regime commissariale che vincola la gestione della sanità nella nostra regione, decisioni così importanti non possano prescindere da un adeguato ed approfondito confronto politico all’interno dell’assemblea elettiva. Sarebbe sarebbe meglio coinvolgerlo prima di decidere e non dopo aver già deciso. Ma – ha concluso Costantini – il risultato di poterlo esaminare e discutere all’interno dell’assemblea elettiva regionale (dopo che per mesi è stato esaminato e se ne è discusso no n si sa dove) è comunque un risultato che conferma che proprio dal Consiglio Regionale può arrivare un freno alla deriva commissariale ed emergenziale che sta travolgendo la nostra Regione”.

 

 

 

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