Il direttore ha, infatti, ribadito che dipingere l’Abruzzo come una Regione con “case signorili, auto potenti e tavole imbandite” non risponde alla realtà dei tanti abruzzesi alle prese con la crisi. Sembra che da almeno due anni le famiglie stiano riducendo persino la spesa alimentare, con ovvie conseguenze sulle attività commerciali e sul sistema produttivo. Come in un “effetto domino”, la situazione genera automaticamente anche un aumento della cassa integrazione che tocca anche nel terziario. “D’altronde” continua Giammarino “basta fare un giro nelle spiagge per capire che persino la stagione turistica sta partendo molto a rilento. In Abruzzo non c’è bisogno di chi spinga sull’acceleratore del pessimismo, però non si può neppure far finta che sia una terra ricca e felice. L’Abruzzo non è Hollywood e non può diventarlo per decreto o per sondaggio. Vogliamo sperare che le politiche di sostegno allo sviluppo, al reddito, all’occupazione, all’accesso al credito siano basate sulla realtà di una regione in pesante crisi economica, in cui le famiglie non spendono e le imprese annaspano e non certo su un quadretto stile Beverly Hills. Chiodi ha il suo lavoro quotidiano per capire in quali condizioni è l’Abruzzo: proprio per le pesanti condizioni economiche della regione, non potremo accettare che neppure la prossima finanziaria investa un euro per le piccole e medie imprese”.