Stando a quanto dimostrato con questa indagine, l’Italia sembra essere fanalino di coda di una realtà che vede top manager e donne in prima linea raggiungere anche il 35% del totale.
Tra le regioni italiane, è soprattutto l’Abruzzo ad essere penalizzato, con le donne al vertice delle imprese regionali che rappresentano solo l’1,9% del totale, dietro alla Sicilia (2,5%), al Trentino Alto Adige (2,7%) e alla Calabria (3,9%), che la precedono nelle ultime posizioni.
La maglia rosa per presenza femminile ai vertici aziendali va, invece, al Piemonte (8,4%), seguito da Lazio e Toscana, a pari merito all’8,2%, mentre quarta è l’Umbria con il suo 8,1%.
L’indagine, condotta da Enzo Losito Bellavigna e Tito Zavanella, fotografa il cosiddetto “gender gap” esistente nelle imprese italiane. Scopo della ricerca è quello di individuare, attraverso un questionario somministrato a 6mila manager di 24 diversi comparti dell’industria, il contributo distintivo apportato dalle professionalità manageriali femminili allo sviluppo delle imprese italiane, definire gli strumenti operativi e le soluzioni concrete per accelerare la crescita delle donne nelle aziende nei prossimi 3-5 anni e valutare le competenze negoziali delle manager.