“Ci fa piacere – si legge in una nota delle associazioni ambientaliste, Legambiente, MareVivo, MareLibero, Italia Nostra – che l’assessore si sia reso conto della portata devastante di questo provvedimento che precluderà la Vista Mare e ridurrà drasticamente gli accessi all’arenile, avvalorando l’idea della spiaggia come proprietà privata e non come bene comune, ma riteniamo che la norma in questione non sia emendabile. Pur riconoscendo la necessità di una soluzione per proteggere le strutture dagli atti vandalici riteniamo che questo provvedimento vada abrogato. La norma che salva le recinzioni abusive è illegittima: fare condoni non è di competenza regionale.
Per quanto riguarda la protezione delle strutture esistono soluzioni a impatto zero come le telecamere e il servizio di sorveglianza a pagamento. Ribadiamo la necessità di un percorso partecipato e condiviso da tutti nella revisione del Piano Demaniale Regionale che per la sua complessità non può essere emendato a “pezzi” secondo le convenienze politiche del momento, e per di più di parte”.
Le associazioni ambientaliste hanno condiviso la presa di posizione del sindaco di Giulianova Mastromauro, intervenuto in qualità di rappresentante dei 19 comuni costieri, che afferma che il provvedimento e ancor più grave in quanto sottrae ai Comuni la facoltà di pianificare e decidere sul propri territori dove già sono presenti strumenti pianificatori.
“Un emendamento – ha spiegato Mastromauro – che va a colpire il demanio marittimo recando grave pregiudizio alla salvaguardia paesaggistica, e che è uno schiaffo a tutti quei balneatori abruzzesi che hanno rispettato le leggi. Oltretutto è appena il caso di ricordare che già la Giustizia amministrativa si era espressa dando torto a coloro che avevano violato i divieti consacrati nel Piano demaniale marittimo”.
Per il sindaco di Giulianova si tratta di una scelta dagli effetti devastanti, perché, dice, “gli stabilimenti diverranno dei fortilizi, con recinzioni alte fino a 1 metro e 80 chiudendo il mare alla fruibilità e alla vista di cittadini e turisti. Senza poi dire che questo provvedimento, come pure ha sottolineato il presidente dell’ANCI Abruzzo Antonio Centi, è anche oggettivamente inaccettabile sul piano del metodo dei rapporti tra la Regione ed i Comuni costieri, che rivendicano una loro autonomia decisionale. Una scelta tanto più grave se si considera che l’emendamento è stato votato malgrado da mesi sia in atto un positivo rapporto con l’assessore regionale Mauro Di Dalmazio in relazione al Piano Demaniale Marittimo regionale. A questo punto come primo cittadino di Giulianova e come rappresentante dei 19 comuni costieri ricompresi nell’ANCI chiedo che il consiglio regionale, nella prima seduta utile, revochi questo emendamento dannosissimo per l’ambiente e per gli operatori, restituendo così anche la dovuta centralità decisionale alle municipalità. In caso contrario ribadisco con forza ciò che ho avuto modo di dichiarare nell’incontro di Pescara, alla presenza delle associazioni ambientaliste, dei rappresentanti dei balneatori e dello stesso assessore Di Dalmazio, e cioè che l’ANCI non parteciperà al tavolo di lavoro sul Piano Demaniale regionale”.