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Tagli alla cultura in Abruzzo: le associazioni insorgono

La cultura abruzzese critica il governo regionale per i tagli alla cultura e e le promesse non mantenute. Fondi per manifestazioni ed eventi tagliati drasticamente per le associazioni che operano fuori dal cratere. Sotto accusa i tagli in bilancio e il passo indietro di Chiodi che con il decreto discusso avrebbe voluto finanziare diversi festival, mostre, un anno intero di attività dell’istituto musicale Braga e una cospicua somma per rilanciare il Teatro Marrucino, come annunciato da tanti politici di centrodestra in campagna elettorale. I finanziamenti provenivano, in parte, da una raccolta fondi per il terremoto e ora alla cultura e  ai centri culturali fuori cratere si chiude il rubinetto? Diverse associazioni, operanti principalmente nella parte est della Regione, hanno scritto una lettera per rivendicare la loro missione e la loro funzione, evitando un campanilismo di maniera.   

“Se operi o operavi a L’Aquila o comunque nell’area del cosiddetto cratere,  le istituzioni culturali, grandi o piccole che siano, sono tutte da osannare e finanziare, a prescindere da cosa in effetti facciano o abbiano fatto in questi ultimi due anni.
Se invece si tratta della categoria B, extra moenia aquilana, in cui sono recintati il teatro Marrucino, Scrittura e Immagine, il Premio Teramo, il Premio Vasto, il Festival del Cinema di Sulmona, i Premi Internazionali Flaiano e via dicendo, queste istituzioni con decenni di storia, quando non di secoli, che coincidono con significativi pezzi di storia della promozione della cultura in Abruzzo, diventano per qualcuno “circoli e circoletti” che il Governo della Regione deve abbandonare al loro destino, quasi alla stregua di assaltatori della diligenza o di insignificanti conventicole di parassiti che tirano a campare con i contributi degli abruzzesi.
E’ un male antico quello che rispunta nei resoconti giornalistici sulla variazione di bilancio in discussione presso il consiglio regionale, che prevede per l’anno in corso un sia pur minimo  finanziamento per le associazioni culturali storiche operanti fuori dal cratere, solo una boccata d’ossigeno, per dire il vero, dopo gli azzeramenti dei contributi avvenuti nell’anno precedente, che, com’è ovvio, hanno inciso negativamente sia sulla programmazione sia sui posti di lavoro.
Questo male antico è la solita supponenza che si riaffaccia non appena accade che una piccolissima parte di un recupero del finanziamento pubblico debordi dal cratere, peraltro sempre più in restringimento, fino a coincidere con il territorio del capoluogo.
Chi sostiene questa linea molto apparentata con l’antico campanilismo sembra ignorare che una regione, e tanto più una regione in una sua parte colpita da un cataclisma, è un sistema, è cioè un’entità territoriale, economica e culturale le cui componenti interagiscono, influenzandosi a vicenda. Il che vale a dire che provocare la desertificazione culturale fuori dall’area terremotata causerà un abbassamento generale del livello di vita di tutti gli abruzzesi dal momento che, come è noto a tutti ma forse non ad alcuni rappresentanti delle istituzioni, cultura, civiltà ed economia procedono di pari passo. Fuori e dentro i crateri”.

ASSOCIAZIONE CULTURALE ENNIO FLAIANO
ISTITUTO MULTIMEDIALE SCRITTURA E IMMAGINE
MEDIAMUSEUM
CENTRO NAZIONALE DI STUDI DANNUNZIANI
ISTITUTO NAZIONALE DI STUDI CROCIANI