L’assenza del presidente Gianni Chiodi (impegnato a Roma per la proroga delle tasse ai comuni terremotati, ndr) e degli assessori, fa saltare la seduta di Consiglio sul Question Time.
“Una pessima figura per Chiodi e i suoi boys” la definisce il consigliere Idv Cesare D’Alessandro “ma soprattutto un’offesa alle Istituzioni e, in particolare, al Consiglio regionale”.
Secondo il consigliere “Chiodi avrebbe dovuto rispondere su diverse questioni: in primis la destinazione dei 23 milioni di euro che, in precedenza, erano stati stornati dalle zone terremotate dell’Aquila; poi, l’utilizzo dei 260mila euro per la cura della propria immagine. L’assessore Lanfranco Venturoni avrebbe dovuto rispondere a ben cinque interrogazioni e se n’è andato, insalutato ospite, per presenziare a una riunione della Asl dell’Aquila. I Consiglieri dell’Italia dei Valori, sconcertati da un simile atteggiamento, hanno indirizzato una lettera al presidente Nazario Pagano, chiedendo la riconvocazione in tempi rapidi, a norma di regolamento, di una seconda seduta sul Question time nel corso del mese di giugno, con la speranza che Chiodi e la sua squadra prendano coscienza che è loro dovere rispondere ai quesiti dei rappresentanti del popolo”.
Come spiega D’Alessandro, infine, “il Question time non costituisce un optional di cui fare a meno quando non si ha voglia, ma è una delle forme nelle quali si esercita il diritto-dovere di controllo da parte dei Consiglieri, soprattutto dell’opposizione, sancito dallo Statuto regionale”.
D’Alessandro, tuttavia, non si ferma qui e lancia ancora un’accusa alla maggioranza, rea di aver “bloccato il Consiglio regionale per discutere la legge dei casotti. Sarebbe meglio definirla legge dei tre casotti, come i tre porcellini di Walt Disney, che, però, invece di far felici milioni di bambini al mondo, vuol fare la contentezza soltanto di tre proprietari di casotti da spiaggia a Martinsicuro. Diverse sedute di commissioni, andirivieni di consiglieri, audizioni di amministratori locali e associazioni di balneatori, il tutto per tre casotti da sistemare ope legis. Al confronto con il Parlamento nazionale, l’Assemblea legislativa regionale ci fa proprio un figurone: il Pdl, in Abruzzo è fermamente deciso a legiferare nell’interesse di ben tre persone; il Pdl, a Roma, fa lo stesso nell’interesse di una sola persona. I cittadini abruzzesi baciati dalla legge, di questo passo, potranno essere a breve anche cinque o sei, ma forse a fine Legislatura, fra qualche anno, il Pdl si accorgerà che sarebbe stato utile e necessario fare qualcosa per le migliaia di disoccupati e cassintegrati abruzzesi anziché occupare tempo, energie e denaro a risolvere i problemi di pochissimi fortunati”.