Settore Costruzioni, è crisi in Abruzzo

cantiere_edileL’Aquila. Il settore delle costruzioni è investito in Abruzzo da una crisi senza precedenti. Per questo, occorre mettere in campo misure straordinarie in grado di invertire la rotta. Lo affermano le associazioni imprenditoriali e i sindacati dei lavoratori del settore che domani, 14 maggio, saranno a Roma per tenere gli “stati generali” del settore. Sarà, infatti, presentata un’analisi preoccupata sullo stato di salute dell’edilizia abruzzese segnato fortemente dalla crisi, ma anche un pacchetto di proposte anti-crisi.

Stando a quanto sostenuto dalle sigle in questione (Feneal Uil – Filca Cisl  – Fillea Cgil – Ance – Anaepa-Confartigianato – Claai – Cna Costruzioni – Fiae Casartigiani –  Aniem Confapi – Agci/Psl – Ancpl-Lega Cooperative – Federlavoro Servizi Confcooperative – Agi – Federcostruzioni –  Assoimmobiliare), ad essere in sofferenza vistosa sono quasi tutti gli indicatori principali, dai posti di lavoro persi (-3.440 nel 2009) all’avvio delle procedure di fallimento (44 nel 2009 contro le 26 dell’anno precedente), dal saldo tra imprese iscritte e cessate (dalle 102 del 2008 al valore pari a “1” nel 2009) alla flessione dei bandi di gara per lavori pubblici tra 2008 e 2009 (-55,7% nel numero assoluto, con una caduta invece del 10,4% per quanto concerne gli importi). Si starebbe assistendo anche alla caduta verticale del mercato immobiliare, con una variazione negativa delle compravendite, tra 2006 e 2009, addirittura del 27,2%. Un dato che nei Comuni capoluogo si attesta, invece, al 25,4%.

Tra le priorità  indicate dalle associazioni dell’edilizia per uscire dalla crisi, c’è, ad esempio, la modifica del patto di stabilità interno, ma anche la garanzia dei tempi di pagamento delle opere realizzate da parte della Pubblica amministrazione, lo sblocco delle risorse per le infrastrutture  e l’utilizzo della leva fiscale. Ipotizzato, inoltre, l’avvio del cosiddetto “Piano Casa 1” annunciato nel giugno del 2008 e in forte ritardo a causa dei vincoli posti da Regioni e Comuni alle garanzie sulla regolarità delle imprese e l’introduzione di una norma che disciplini l’ingresso delle  nuove imprese nel settore.

 

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