Parco Gran Sasso-Laga, “serbatoio di biodiversità” per proteggere piante a rischio di estinzione

goniolinom-italicumAssergi. Grazie ad un accordo siglato fra il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga e l’Ufficio Territoriale per la Biodiversità del Corpo Forestale dello Stato dell’Aquila (U.T.B.), i semi di alcune specie fra le più rare e a rischio d’estinzione dell’area protetta sono stati riprodotti con successo presso i laboratori dell’Ufficio Territoriale per la Biodiversità di Pieve Santo Stefano (Arezzo).

Si tratta di un raro esempio di collaborazione tra uffici con competenze diverse, che avrà come risultato immediato la produzione di piantine di specie talmente a rischio in natura, da richiedere un’urgente opera di conservazione ex situ, ossia fuori dall’habitat naturale.

I ricercatori del Centro Ricerche Floristiche dell’Appennino, struttura dell’Ente Parco gestita in collaborazione con l’Università di Camerino, raccolgono e conservano da tempo i semi delle specie spontanee del Parco, soprattutto di quelle a rischio d’estinzione. A tal proposito è stato decisivo l’incontro con l’UTB de L’Aquila, del cui prezioso supporto l’Ente Parco si è avvalso nella realizzazione dell’Orto Botanico di S. Colombo e la volontà espressa di integrare conoscenze e competenze per il perseguimento di un comune obiettivo: la conservazione della biodiversità.

Nella rete nazionale degli U.T.B. del Corpo Forestale dello Stato, la sede più idonea al trattamento dei semi delle piante rare del Parco è apparsa quella di Pieve Santo Stefano, struttura specializzata nel trattamento di semi, dai quali ottenere numerose piantine da destinare al Vivaio Forestale di Barisciano e allo stesso Orto Botanico dell’Ente Parco.

L’azione di conservazione ha già interessato specie significative come il rarissimo Limonio aquilano (Goniolimon italicum), specie che in tutto il mondo vive solo nelle conche interne del capoluogo abruzzese (Ofena, Capestrano e Ocre), la ginestra aquilana (Genista pulchella subsp. aquilana), recentemente scoperta e descritta dagli stessi ricercatori del C. R. F. A., della quale si contano pochi esemplari nel mondo ma tutti localizzati sul Passo delle Capannelle (TE), la piccola e delicata Pinguicula vulgaris subsp. vestina, pianta insettivora endemica di alcune località abruzzesi, i cui semi sono piccoli come granelli di sabbia.

In tal modo, si sta costituendo nel Parco Gran Sasso Laga un prezioso “serbatoio di biodiversità”, da cui si potrà attingere nella malaugurata, ma non così remota, ipotesi di perdita definitiva di popolazioni naturali, ripristinando specie vegetali rarissime ma indispensabili per il patrimonio naturale della nostra Regione. 

Raffaele Di Marcello

 

Gestione cookie