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Bike To Coast, le piste ciclabili in Abruzzo tra ritardi e mancanza di cultura

Teramo. “L’inaugurazione del nuovo tratto di pista ciclabile di Giulianova riporta l’attenzione sul progetto regionale Bike To Coast, collegamento ciclabile che dovrebbe unire Martinsicuro a San Salvo, finanziato con fondi FAS dalal Regione Abruzzo. Purtroppo, a meno di sei mesi dalla scadenza per l’affidamento dei lavori, pena la perdita dei finanziamenti, ci sono ancora moltissime criticità, che rischiano di vanificare parti del progetto, e qualche comune non ha ancora deciso dove dovrà passare la pista di sua competenza”.

Lo hanno dichiarato CCiclAT – Coordinamento Ciclabili Abruzzo Teramano FIAB MTB Teramo che sottolineano come “al di là dei fondamentali aspetti infrastrutturali, una pista ciclabile, seppure estesa per 131 km, da sola non basta per creare una Regione a misura di bicicletta. Il fatto che alcuni comuni utilizzino, in determinati giorni della settimana, la sede della ciclovia per istallarvi mercatini o organizzarvi manifestazioni che nulla hanno a che fare con la mobilità ciclistica, fa capire come non ci sia, in Abruzzo, ancora la cultura dell’uso della bicicletta come mezzo di trasporto o occasione di sviluppo del territorio, anche a fini turistici. Inoltre le piste ciclabili esistenti sono spesso utilizzate dai pedoni, o addirittura da veicoli a motore, senza che ci sia una vigilanza adeguata da parte delle forze dell’ordine”.

Secondo le due associazione “i cicloturisti stranieri sono abituati, a casa loro e nel nord Italia, a trovare percorsi ciclabili ampi e continui, privi di ostacoli, dotati di servizi e di strutture di supporto (bicigrill, fontanelle, segnaletica adeguata, intermodalità con treno e bus, strutture ricettive dedicate, ecc.), di città a misura di pedone e di ciclista, da poter visitare in sella alle loro biciclette, con cicloparcheggi sicuri e percorsi, anche su strade a traffico veicolare, resi sicuri da semplici accorgimenti di moderazione del traffico. Da noi si crede, erroneamente, che realizzare qualche km di ciclabile, senza neanche riuscire a coordinare i vari progetti per tipologia, materiali e colori, possa attirare migliaia di turisti o risolvere i problemi di traffico dei centri urbani”.

“Le infrastrutture, ripetiamo, sono fondamentali, ma se non si assiste ad un cambio radicale di mentalità, soprattutto a livello politico e amministrativo, temiamo che anche la pista ciclabile più bella del mondo non riuscirà a far fare all’Abruzzo il necessario passo avanti per mettersi al passo con il resto d’Europa”.