L’Aquila. “Abbiamo chiesto il rinvio del progetto di legge sui fiumi in Conferenza dei Capigruppo, per dare un’ulteriore occasione di audizione alle associazioni ambientaliste, che in precedenza non avevano risposto alla nostra convocazione.”
Esordisce in questi termini, il Capogruppo del PD, Sandro Mariani, nonché primo firmatario della legge in questione, nel tentativo di sedare gli animi accaldati dei rappresentanti di WWF e LegAmbiente, che in questi giorni hanno contestato la norma. “Sono state dette diverse imprecisioni in merito a questa proposta – continua Mariani – che invito a leggere, prima di criticare, facendo passare in maniera strumentale un messaggio completamente sbagliato.”
“La finalità del progetto di legge – prosegue il Capogruppo PD – rimane quella di garantire la manutenzione dei corsi d’acqua e non il prelievo indiscriminato del materiale litoide. La norma consente l’intervento solo laddove vi è la necessità concreta di rimuovere il rischio idraulico e garantire la pubblica incolumità, previa pianificazione e programmazione, sottoposta alla procedura VAS che garantisce elevatissimi standard di protezione ambientale.”
Rigetta dunque le accuse al mittente, Sandro Mariani, che vuole evidenziare la bontà della norma, peraltro vigente in maniera analoga in molte altre regioni italiane quali Veneto, Lombardia, Toscana, Liguria, Marche ed Emilia Romagna.
“Nessun favoritismo verso interessi di parte – aggiunge Mariani – un avviso pubblico predisposto dai Geni Civili informerà su quali tratti si potrà intervenire, con l’onere a carico del proponente di dimostrare la sostenibilità ambientale del progetto, evidenziando soprattutto l’aspetto delle opere di manutenzione che ricadranno sul fiume interessato. Nessun taglio di vegetazione ripariale o escavazione incontrollata del letto del fiume, come è stato erroneamente riportato, bensì solo interventi puntuali di messa in sicurezza di situazioni di pericolo, opportunamente controllate”
Anche il governo sembra dare ragione al giovane Capogruppo del Partito Democratico che ricorda: “In altre regioni, leggi simili consentono a costo zero per le tasche dei contribuenti, di intervenire per salvaguardare la sicurezza degli insediamenti antropici e produttivi, tant’è che i tentativi di ricorso e di impugnative nei confronti di queste norme sono stati respinti o ritenuti privi di fondamento. Lo hanno ben capito, del resto, tutti i colleghi della Seconda Commissione consiliare, che dopo ampio dibattito con i tecnici presenti, hanno licenziato all’unanimità il progetto di legge.”
“Peccato – conclude Mariani – che le associazioni che oggi ci accusano, pur essendo state convocate, in quella giornata non fossero presenti. Mi auguro dunque che il rinvio in Conferenza dei Capigruppo possa servire a chiarire definitivamente lo spirito della norma e procedere velocemente all’approvazione della stessa, per intervenire il più presto possibile sulle enormi criticità esistenti sulle nostre aste fluviali.”
“Fortunatamente la nostra protesta per i contenuti pericolosissimi della legge che ho ribattezzato “ammazza fiumi” ha ottenuto un primo successo con il ritorno in commissione della proposta di legge che era oggi al primo punto dell’ordine del giorno pronta per l’approvazione. Se unanime è stato il coro di esperti e ambientalisti contro questo provvedimento evidentemente suggerito da lobby cavatori rimane la costernazione per il fatto che un provvedimento dalle conseguenze così devastanti sia approdato in Consiglio Regionale con il parere favorevole di tutti i gruppi presenti”.
Gli fa eco Maurizio Acerbo di Rifondazioen Comunista, ricordando che “la proposta del PD aveva raccolto in commissione il consenso non solo degli esponenti centristi e di destra ma persino quella dei ‘cittadini’ del M5S. Se siamo riusciti a sventare l’approvazione di questa legge che era andata avanti nella più totale assenza di dibattito pubblico è bene che non cantiam vittoria perché potremo dirci sereni solo quando questa proposta sarà definitivamente cestinata. Se un progetto di legge così assurdo ha raccolto largo consenso in commissione è segno che in questo consiglio la sensibilità e la consapevolezza ambientalista sono molto arretrate e c’è bisogno della massima vigilanza e pressione da parte dei movimenti e delle associazioni. Ora auspichiamo che la Regione, come denunciano da anni Rifondazione Comunista, movimenti per l’acqua e associazioni ambientaliste, affronti seriamente – conclude Acerbo la disastrosa situazione dei fiumi abruzzesi utilizzando le migliori competenze scientifiche a disposizione mettendosi in regola con le direttive comunitarie*.