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I tre cardini della riforma sanitaria abruzzese secondo Abruzzo Civico

Vasto. Oltre 200 persone, tra cui molti operatori del settore e alcuni politici, hanno partecipato, sabato scorso, all’incontro sulla Sanità organizzato da Abruzzo Civico nella sala convegni della casa di cura S. Francesco a Vasto Marina.

Assenti illustri, pure se annunciati, Giulio Cesare Sottanelli, capogruppo della VI commissione Finanze della Camera dei Deputati, e il governatore Luciano D’Alfonso, al tavolo dei relatori era presente tutto lo stato maggiore del movimento che fa capo all’ex direttore del TG1 Giulio Borrelli e, nel vastese, al presidente della commissione regionale Sanità Mario Olivieri e all’ex assessore comunale Edmondo Laudazi.

L’evento era l’occasione per presentare la proposta di Abruzzo Civico in merito alla sanità abruzzese e discuterne con l’assessore alla Programmazione sanitaria della Regione Abruzzo Silvio Paolucci, che il 30 aprile era stato a San Salvo per parlare delle emergenze del Distretto sanitario di base.

Tre i punti nodali del progetto: la riduzione del numero della Asl da 4 a 1, con un centro unico di prenotazione e un centro unico d’acquisti; la realizzazione di 1 azienda ospedaliera che ricomprenda i Policlinici universitari e la conseguente riorganizzazione della restante rete che dovrà prevedere la realizzazione di ospedali di comprensorio o di area vasta, ad eccezione dei nosocomi di confine che sono capaci di attirare una mobilità attiva limitando quella passiva contribuendo a produrre economie vere;

la riorganizzazione, all’insegna dell’efficienza e della ottimale risposta alle esigenze locali e alla conformazione orografica, della sanità territoriale. Tematiche ben rappresentate dallo stesso Giulio Borrelli e dal presidente del Consiglio comunale di San Salvo Eugenio Spadano, già componente la commissione sanitaria regionale.

E’ stato, però, il sindaco di Vasto Luciano Lapenna ad aprire il dibattito ponendo sul tavolo questioni rilevanti, come la forte penalizzazione dei territori frentani e vastesi, gli unici a subire pesanti tagli dei posti letto, in cambio di un potenziamento della medicina territoriale “che non c’è stato” e, poi, ha chiesto di sapere se “avendo la Asl già acquistato i terreni per il nuovo ospedale di Vasto, se questo è ancora una priorità o non lo è più”, una domanda che resterà senza risposta.

Al di là delle sollecitazioni del primo cittadino all’interno della sala sono riecheggiate le richieste di una sanità uguale per tutti soprattutto un efficientamento della distribuzione della emergenza/urgenza e il potenziamento dei Distretti sanitari di base istituiti già oltre trent’anni fa, entrati in funzione un ventennio orsono e mai realmente divenuti quello che avrebbero dovuto essere.

Mauro Petrucci si è soffermato sulla scarsità della qualità della sanità e sui 120 milioni di euro di mobilità passiva (per un saldo di -75 milioni come spiegherà più tardi Paolucci) non lesinando una sferzata contro le scelte Pescara-centriche che potrebbero portare alla costruzione di un nuovo ospedale.

Proprio l’assessore regionale alla Programmazione sanitaria, Silvio Paolucci, nel suo intervento ha incitato a non fare “populismo” ricordando come l’Abruzzo abbia raggiunto i 152 punti nella valutazione LEA (livelli essenziali di assistenza) da parte del ministero a fronte dei 119 di soli 6-7 anni fa, e che presto supererà quei 160 punti richiesti per accedere al Fondo sanitario nazionale, che porterà in giugno nelle casse di Palazzo Silone ben 127 milioni di euro da spendere oltre a quelli attesi dall’ex articolo 20.

Per Paolucci i prossimi passaggi fondamentali sono l’uscita dal commissariamento (nel quale la regione versa dal 2007), l’approntamento di un nuovo Piano sanitario regionale che dovrà seguire linee guide in grado di reggere il mutamento sociale a venire (con il progressivo invecchiamento della popolazione) e le esigenze territoriali per i prossimi 15-20 anni e che dovrà essere approvato esclusivamente dalla giunta regionale.

Infatti, si dovrà puntare molto sull’ADI e ridurre i tempi di ospedalizzazione, mentre sulla Asl unica Paolucci ha detto che sta pensando magari a due Asl, anticipando che si dovrà lavorare anche sulle convenzioni universitarie.

Andrea Gerosolimo ha sottolineato come non debba essere più possibile “continuare a chiudere strutture solo per far quadrare i conti”, chiedendo a Paolucci di portare, anche se non richiesto dalla legge, il Piano sanitario in Consiglio regionale per un confronto con tutte le forze e raggiungere la massima condivisione possibile.

“Bisogna attaccare lo sperpero della spesa e l’improvvisazione della politica e degli operatori”: così ha, invece, esordito Edmondo Laudazi, il cui intervento ha sollevato anche qualche protesta da parte di alcuni medici presenti, che non ha lesinato accuse all’area Pescara-centrica “dove i soldi si buttano”.

Parlando del vastese ha aggiunto: “su questo territorio non si può tornare all’anteguerra. L’ospedale di Vasto deve essere realizzato”, con una frecciata al curaro contro “qualche direttore generale” che “ci ha preso per il c..o, che ci ha presentato l’emodinamica in modo inaccettabilmente superficiale”. Si è pronunciato in difesa della Fondazione padre Alberto Mileno, una struttura di eccellenza i cui lavoratori vanno tutelati.

Un forte richiamo alla territorialità è venuto anche dal sindaco di San Salvo Tiziana Magnacca, alle prese da tempo con i problemi al Distretto sanitario di base sito nel comune che amministra. Ha chiesto il potenziamento della medicina territoriale che è di primaria importanza per tutelare la prevenzione dalle malattie, perché “non possiamo pensare che tagliare significhi risparmiare, anzi, bisogna investire sulla Sanità e sulla prevenzione si si vuole avere davvero risparmio”.

Lamentando ancora una volta l’assenza del ginecologo e dell’ostetrico al DSB di via De Gasperi, la Magnacca ha ribadito la necessità di progettare una Sanità civile e moderna che non può prescindere dal potenziamento dei servizi specialistici al fianco dei medici generali, dalla digitalizzazione informatica ed da un percorso condiviso con gli operatori e gli stessi sindaci.

Duro l’affondo di Mario Olivieri contro i vertici della Asl. Infatti, con il suo intervento ha inteso da subito “stigmatizzare la vacuità e la insensibilità del direttore generale (Francesco Zavattaro, ndr) nei confronti in special modo dei distretti sanitari di Vasto e San Salvo”, “un dg che viene da queste parti solo per prelevare personale e trasferirlo a Chieti”.

“Non è che non ci sono motivi per mandarlo via – ha insistito – anzi, e non solo per lui ma per tutto il suo staff”. Ha parlato di “incapacità di programmare”, il presidente della commissione Sanità della Regione Abruzzo, e di “un ingiustificato ritardo sull’ospedale di Vasto che si deve fare”.

A margine dell’incontro, nel quale sono state ascoltate anche le voci di Walter Palumbo, segretario regionale Intersindacale medica, e Aldo Cerulli, presidente regionale Cittadinanza attiva – Tribunale per i diritti del malato, non è passata inosservata la presenza in prima fila degli ex vertici dell’Italia dei Valori, a cominciare da Alfonso Mascitelli (commissario all’Agenzia sanitaria regionale), Lucrezio Paolini (attuale consigliere regionale), Paolo Palomba (ex consigliere regionale), Eliana Menna (ex consigliere provinciale) che chissà non segni un preludio di accordo in vista delle prossime comunali del 2016 dove Edmondo Laudazi avanzerà la sua candidatura a sindaco.