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Congresso Italia dei Valori in Abruzzo. Mascitelli attacca Berlusconi e Chiodi

Al via il congresso dell’Italia dei Valori in Abruzzo che, nei prossimi giorni, procederà con le assemblee nelle quattro province alla scelta dei 180 delegati abruzzesi che verranno inviati al Congresso nazionale di Roma del 5,6 e 7 febbraio, chiamato a votare il Presidente nazionale e la mozione della linea politica. Si partirà con l’assemblea provinciale che si terrà a L’Aquila sabato 9 gennaio, alle ore 9, presso l’hotel ‘Canadian’. Seguirà l’incontro di Chieti domenica 10 gennaio, ore 9, presso il ‘Grande Albergo Abruzzo’, per poi continuare il 16 gennaio a Teramo presso l’hotel ‘Abruzzi’ e il 17 gennaio a Pescara presso la Sala Congressi dell’Aeroporto d’Abruzzo.

Le conclusioni saranno affidate all’Assemblea regionale, che riunirà tutti i delegati eletti dell’Abruzzo, e si svolgerà a L’Aquila il 23 gennaio.

“Sono sicuro che dall’Abruzzo riusciremo a portare un contributo di qualità sia in termini di nuovi iscritti chiamati a rappresentarci e sia di proposte e iniziative politiche che dovranno interessare i grandi problemi che coinvolgono i diritti, i bisogni e le attese della nostra regione e del nostro Paese”. Lo ha dichiarato il Coordinatore regionale dell’Italia dei Valori senatore Alfonso Mascitelli nel presentare il calendario e i contenuti dei lavori congressuali.

“In particolare la nostra regione – ha continuato il senatore Mascitelli – sta risentendo in maniera pesante degli effetti di una politica inconcludente, fatta di chiacchiere a effetto e di poca sostanza, che il centro-destra sta consumando sia a Roma che nelle Istituzioni locali. A Roma Berlusconi, come al solito, ha rinnegato le promesse fatte e il Piano attuativo regionale per rilanciare lo sviluppo, le infrastrutture e il lavoro in Abruzzo è rimasto a oggi una semplice letterina di intenti. A L’Aquila Chiodi nasconde, dietro l’alibi della tragedia del terremoto che ha colpito le nostre popolazioni, l’immobilismo e l’incapacità politica di un intero anno in cui non è stata data una sola risposta concreta e convincente alle riforme annunciate, alla difesa dei posti di lavoro, alla riorganizzazione del sistema sanitario pubblico e privato. In ultimo e non da ultimo, continua a imperversare nella nostra regione la cupola di intrecci e collusioni tra affari sporchi e politica, che trova terreno fertile nel fiume di denaro sperperato con una certa sanità privata e nella ricostruzione del post-terremoto. I fatti che emergono, coinvolgendo alti esponenti del centro-destra, e che continueranno purtroppo a emergere, sono inquietanti e se qualcuno pensa, come fanno alcuni nostri alleati, che la questione morale si misura a peso, su chi, nel passato, ha rubato di meno tra destra o sinistra, o delegittimando il lavoro della magistratura, a cui si pretende di suggerire indirizzi di indagine, non fa un buon servizio per conoscere la verità e cambiare la realtà di una politica ancora malata di troppe connivenze, collusioni e clientelismo di potere. Tutto questo, dunque, sarà il tema del confronto e delle proposte che l’Italia dei Valori affronterà nei Congressi nei prossimi giorni”.

Mascitelli è tornato poi a parlare del caso Sevel di Atessa, definendo “deludente e generica la risposta che il Governo nazionale, nella persona del sottosegretario Viespoli, ha dato nell’aula del Senato a fine dicembre all’interrogazione presentata dal parlamentare per conoscere le iniziative messe in campo per affrontare lo stato di crisi di uno dei poli industriali più importanti della nostra regione e del mezzogiorno d’Italia, e soprattutto per individuare gli strumenti per affrontare la grave crisi occupazionale, anche in prospettiva della strategia aziendale che il gruppo Sevel-Fiat vuole portare avanti in Val di Sangro”.

Secondo il Coordinatore regionale dell’Italia dei Valori il Governo si è semplicemente limitato a riferire che è in fase istruttoria un contratto di programma con la Sevel finalizzato all’ampliamento della capacità produttiva dello stabilimento di Atessa, e che a luglio, per l’intero territorio abruzzese, come per le altre regioni, è stata prevista l’assegnazione di risorse finalizzate all’utilizzo di ammortizzatori sociali in deroga.

“Evidentemente” continua “la drammaticità della situazione e l’esatta dimensione del problema, con 2200 posti di lavoro già persi nell’intero comparto industriale del Sangro, sono irresponsabilmente sottovalutati, se si pensa di affrontarli con misure insufficienti, incomplete e spesso tardive. In questo ha una sua influenza negativa la scarsa autorevolezza di cui gode la nostra classe dirigente regionale, che stenta a fare emergere la questione industriale della Val di Sangro come questione di interesse nazionale e non invece, come è stato finora, un problema solo regionalistico. La condivisione da parte nostra di tutti gli sforzi e gli impegni delle forze del lavoro e delle associazioni sindacali per tutelare tale importante realtà dovrà aiutare a non far passare in secondo piano un monitoraggio degli interventi necessari, di cui le Istituzioni dovranno essere promotrici e protagoniste”.