Pescara. E’ ancora in prognosi riservata, con ustioni sul 45 per cento del corpo, Ena Pietrangelo, la donna che ieri ha inutilmente tentato di salvare la figlioletta morta nel rogo dell’auto appiccato dal papà della bimba.
Gli uomini della Squadra mobile locale, diretti da Pierfrancesco Muriana, attendono di sentire la donna, ricoverata nella capitale: la sua testimonianza è fondamentale per ricostruire quanto accaduto ieri pomeriggio in via Lago di Chiusi, quando Gianfranco Di Zio ha incontrato la sua ex compagna e la piccola Neyda per poi dare fuoco a se stesso e alla piccola.
Padre e figlia sono morti carbonizzati nella Peugeot blu, dove erano seduti sul sedile posteriore, dopo che Di Zio si è cosparso di benzina, mentre Ena èriuscita a salvarsi. L’uomo, che in passato era stato denunciato dalla sua convivente per maltrattamenti in famiglia, e poi e’ stato prima allontanato da casa e quindi condannato, poteva vedere Neyda (che aveva compiuto 5 anni il 24 aprile) solo un’ora a settimana alla presenza delle operatrici sociali del Comune, come stabilito dal Tribunale dei minori. Sembra però che Pietrangelo consentisse a Di Zio di avere rapporti con la piccola anche fuori da questi incontri protetti.
Ieri, a quanto pare, Pietrangelo e la bimba sono arrivate a Pescara con la Peugeot in uso alla donna per andare a fare visita alla madre di Di Zio ma non sembra che ci fosse anche l’uomo, che quindi sarebbe comparso solo in un secondo momento. Oggi la mobile consegnera’ una prima informativa al pm Andrea Papalia, poi sarà conferito l’incarico per l’autopsia. La donna ha altre tre figlie, la più grande di 20 anni, le altre minorenni, avute da un precedente rapporto.
DOMANI LE AUTOPSIE
Sarà eseguita domani dal medico legale, Ildo Polidoro, l’autopsia sui corpi di Gianfranco Di Zio e la figlioletta Neyda. L’incarico sara’ conferito domani mattina, alle 9.30, dal pm del Tribunale di Pescara, Andrea Papalia. L’esame autoptico é necessario anche per il riconoscimento scientifico dei corpi.
ATTESA PER LA TESTIMONIANZA DELLA DONNA
La squadra mobile di Pescara sta ancora lavorando e raccogliendo testimonianze per ricostruire quanto accaduto ieri pomeriggio in via Lago di Chiusi e, soprattutto, attende di ascoltare la mamma della piccola uccisa dal padre suicida. La sua testimonianza e’ fondamentale per ricostruire l’accaduto. L’uomo, che in passato era stato denunciato dalla sua convivente per maltrattamenti in famiglia, e poi e’ stato prima allontanato da casa e quindi condannato, poteva vedere la piccola Neyda (che aveva compiuto 5 anni il 24 aprile) solo un’ora a settimana alla presenza delle operatrici sociali del Comune, come stabilito dal Tribunale dei minori. Sembra pero’ che Pietrangelo consentisse a Di Zio di avere rapporti con la piccola anche fuori da questi incontri protetti. Ieri, a quanto pare, Pietrangelo e la bimba sono arrivate a Pescara con la Peugeot in uso alla donna per andare a fare visita alla madre di Di Zio ma non sembra che ci fosse anche l’uomo, che quindi sarebbe comparso in un secondo momento. Oggi la mobile consegnera’ una prima informativa al pm Andrea Papalia, che ieri ha raggiunto il luogo della tragedia. Poi sara’ conferito l’incarico per l’autopsia necessaria anche per il riconoscimento scientifico dei corpi. La donna ha altre tre figlie, la piu’ grande di venti anni, le altre minorenni, avute da un precedente rapporto.