Commovente ed encomiabile per gli amministratori comunali; tragicomico ed imbarazzante per l’ente statale. Non è una critica ai sindaci, sia ben chiaro. Meglio un posto di Polizia temporaneo che niente. E nemmeno il Ministero dell’Interno ha le maggiori responsabilità, considerando le croniche carenze di organico. Forse il Parlamento? E’ l’unico organo che può ridiscutere tutto l’assetto statale anche delle cinque forze di polizia. Infatti, da tempo si auspica la riforma del Comparto Sicurezza e l’accorpamento e/o maggiore coordinamento delle “Cinque Polizie”, perennemente sotto-numero. Ristrutturando la materia giuridico-giudiziaria-processuale e procedendo al riassetto degli enti territoriali (via le Province!) ed istituzionali. Recuperando fondi, mezzi, uomini in strada. Modificando la conformazione dei Commissariati di Polizia che non possono essere mini-questure così come concepiti ed anche l’organizzazione dei Carabinieri, poiché l’attuale struttura formata dai piccoli posti ovunque è inevitabilmente statica.
Nonostante la dovuta premessa, tuttavia in passato gli inestimabili commissariati di Pubblica Sicurezza, vennero istituiti su tutta la penisola ricorrendo a criteri di estrema ponderatezza e assoluta competenza. Si suppone che dagli anni Cinquanta in poi, le autorità nazionali per meglio posizionare i Commissariati di P.S adottarono valutazioni in base prevalentemente ad elementi quali: indici demografici e dinamiche dei flussi; capacità di collegamento infrastrutturale e logistico; dinamiche commerciali e industriali; valutazioni orografiche-morfologiche-geografiche; concentrazioni di attività illecite; collocazione di sedi istituzionali; obbiettivi sensibili in genere…
Sembrerebbero criteri di riconosciuto merito e strategia, tuttavia in qualche caso forse vennero a mancare. Probabilmente, qualche scelta fu condizionata anche da altro… Spesso, quando la trattazione perde di buonsenso il fattore “abilità politica” connota il postulato (…).
Malgrado ciò meglio non alludere, a beneficio questa volta della sostanza
Pertanto è gravissimo constatare che non ci sia nemmeno un Commissariato di Polizia direttamente sulla costa teramana, altresì è curioso quantomeno osservare che un unico e prezioso commissariato comunque esista in tutta la provincia e sia situato ad…Atri (?!?) Non è un caso se già in passato, i vertici della questura competente rimarcarono l’esigenza di spostarlo in altro comune.
Il Ministero non decide.
Ora, non possiamo che rispettare e rendere atto della notoria cortesia dei cittadini di Atri, del suo splendido passato, il suo straordinario patrimonio storico-artistico, nonché essere orgogliosi del probabile contributo etimologico al nostro mare, ma forse, in una nazione che celebra il passato omaggiandolo con la carica di “senatore a vita” o con la disinvolta concessione di “lauree ad honorem” o con discussi “vitalizi”, qualche incomprensione deve pur esserci sulla “Polizia ducale”.
Per giunta, taluni amministratori…localistici si sono opposti con bizzarria, sottostimando la Sicurezza Generale e barricandosi entro mura immaginifiche, ma così facendo continueranno a condannare il Commissariato nell’oblio provinciale, candidando improvvidamente Atri ad assolvere un ruolo strategico e centralista. Funzioni sostenute solo con velleitarie argomentazioni, affannandosi a presentare un presunto preponderante elenco di palazzi che certamente richiederanno attenzione, ma che non necessitano di vigilanze esclusive. Ricordiamo roboanti dissertazioni esibite su cornici dorate e preannuncianti il fulgido vessillo, proprio come in un cerimoniale rievocativo. Squilli di tromba.
Dunque, al centro del problema si collocherebbero i Palazzi: il suffisso universale…
In realtà, la stupenda città ducale appare poco difendibile e non trova a suo favore dimostrazioni comparative ergendola a baluardo logistico della sicurezza provinciale: una cittadina sempre meno popolata (ora, 11.225 abitanti); fortunatamente con meno fenomeni illeciti; meglio collegata all’altra provincia di Pescara e alla sua area metropolitana; situata nella parte più a sud della provincia di appartenenza e per giunta distante dalla bisognosa costa oltre 10 km di…strade
provinciali! Non dimentichiamo quanto sia determinante per un equipaggio di polizia pattugliare “zone calde” e obbiettivi sensibili, nonché intervenire prontamente e raggiungere un dato punto nel breve: pochi- preziosi-maledetti-minuti!
Pur rischiando di apparire banali tentando di “quantificare” la Sicurezza, risulta significativo riportare certi “indicatori”: per esempio le Banche ad Atri sono solo 7, a Roseto 11, a Giulianova 18, ad Alba Adriatica 10; le gioiellerie ad Atri sono solo 3, a Roseto 7, a Giulianova 12, ad Alba Adriatica 6. [Perdonerete eventuali inesattezze, ma certa indicatività permane]. Oltre ai dati già noti come la frequenza di attività illecite e le operazioni di Polizia, sarebbe interessante confrontare anche la concentrazione di pregiudicati sottoposti a provvedimenti restrittivi sulla libertà personale e soggetti a controlli a domicilio, impegnando quotidianamente le Forze dell’ordine. Sempre seguendo logiche, ricordiamolo, afferenti la Sicurezza Pubblica Generale, appare eloquente constatare elementi addirittura di rilevanza nazionale peculiari a determinate zone. Infatti, certe concentrazioni di “flussi di interessi”, articolate nel tessuto sociale si evidenziano nei territori che vanno dal Vibrata fino al Vomano formando il riconosciuto “Distretto industriale del tessile e dell’abbigliamento”, per giunta esteso fino all’altra dinamica realtà, il vicino “Distretto agro-industriale di San Benedetto del Tronto”. Fin dagli anni ’50 si è assistito ad un costante depauperamento demografico dell’entroterra ed anche della importante Atri; inversamente la costa continuava a popolarsi e i “comuni mediani” Roseto e Giulianova da tempo erano già, dopo il capoluogo, le cittadine più popolose (in due ora quasi 50 mila abitanti!). Non si può escludere che l’incremento di ricchezza è spesso complementare all’incidenza demografica, contribuendo ad accentuare anche la frequenza dei fenomeni delittuosi.
Oltre la bellezza architettonica, forse l’unico parametro a beneficio della causa atriana sembrerebbe essere l’estensione del territorio comunale: con sarcasmo, non vorrei che in quel di Crognaleto, territorio più grande, qualcuno rivendicasse diritti, prerogativa del Corpo Forestale dello Stato.
So bene che assisteremo a folkloristiche pantomime vittimistiche (“giù le mani dal…tale posto!”), all’utilizzo di iperbole ed arringhe da vecchia politica (“vogliono militarizzare le città”) o da pulpiti di orgoglio (“il tale posto ha conseguito brillanti risultati”); ma un riassetto generale e non certo localistico apporterebbe benefici a tutti, anche all’importante zona atriana, stiano tranquilli. Qualcuno ha cercato addirittura di sdoganare inconfutabili metodi comparativi e fattuali minimizzando: “sono solo numeri”. Appunto, dopo rimangono le opinioni “da marchese del grillo”.
Inoltre considerando regioni confrontabili e vicine tra loro, quali le Marche, l’Abruzzo e il Molise, i posti di polizia intermedi furono collocati, seguendo il parametro EVIDENTEMENTE ed esclusivamente demografico in ambito provinciale. Infatti iniziando dalla costa marchigiana, i preziosi commissariati di P.S. vennero istituiti in città come: S.Benedetto T., Fermo (è rimasto Commissariato…), Civitanova M., Senigallia, Fano. Comuni da 38 mila abitanti in su, addirittura Fano sfiora i 65 mila! tralasciamo i rispettivi comprensori.
Stesso metodo anche per le località dell’entroterra delle Marche, le popolose Jesi, Fabriano, Osimo, l’istituzionale e universitaria Urbino. Ma anche sul versante abruzzese, è indubbio, quanto le scelte avvennero “demograficamente”: Lanciano e Vasto nel chietino; Avezzano e Sulmona nell’aquilano. In Molise, un Commissariato venne ubicato a Termoli, in provincia di Campobasso e nessuno nella piccola Isernia. Più in generale, su tutta la costa adriatica si riscontrano metodologie analoghe e coerenti, nel rispetto delle caratteristiche morfologiche e criminogene. Tranne in un caso, forse…
Per cui gli organismi non solo locali, che non intendessero ancora accettare la situazione critica sulla costa teramana sostenendo lo status-quo, altrimenti concorreranno all’ulteriore aggravamento delle condizioni. Moralmente già non possono dirsi innocenti, questo no; implicitamente hanno offerto con la loro ottusità, il vile contribuito. Intanto, fenomeni riconducibili alla criminalità organizzata anche straniera imperversano sull’appetibile litorale: negli appalti, nelle attività commerciali e industriali, rifiuti, droga, usura, racket, prostituzione, furti, clandestinità, degrado urbano…Ritorna in mente, a proposito, la battuta di un film in cui si alludeva alla proverbiale neutralità svizzera che genera spesso anche indifferenza verso il prossimo: “Hai sentito anche tu!?”; “cosa!? io non ho sentito niente…”. [Era appena scoppiata una bomba al confine elvetico…]