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Tua Abruzzo, Febbo: ‘Salta l’approvazione del bilancio’. Replica di D’Alessandro

Pescara. “Nessuna fase due di Tua ma una paralisi senza precedenti del trasporto abruzzese. Questo è lo scenario che si potrebbe concretizzare se non si interviene immediatamente prima che arrivi l’ennesima sentenza della Corte dei Conti.

Le mie denuncie e dubbi erano più che fondati, tant’è che nella giornata di ieri non è stato approvato il bilancio aziendale di TUA dai soci convocati a L’Aquila in assemblea.

A questo punto viene spontanea una domanda: il Consiglio di amministrazione ha approvato il Bilancio e con quale parere dei revisori?”.

E’ quanto si chiede il Presidente della Commissione vigilanza, Mauro Febbo che sottolinea: “Adesso più che mai urge fare definitivamente luce e chiarezza sul rendiconto aziendale di Tua e l’esecutivo regionale dica cosa realmente stia accadendo all’interno della gestione economica finanziaria della società regionale dei trasporti prima di incorrere nel concreto rischio di portare i registri in Tribunale a discapito degli utenti, dei fornitori e di tutti gli abruzzesi.

Ricordo come il rendiconto finanziario, andava approvato entro il 30 aprile 2017 con possibile proroga di 180 giorni e quindi entro il 30 giugno come stabilito ai sensi dell’art. 2364, comma 2, del Codice Civile in base al quale ‘lo richiedono particolari esigenze relative alla struttura ed all’oggetto della società’.

Invece salta e viene rinviata anche l’assemblea convocata appositamente per ieri, 17 luglio, quindi già fuori tempo massimo, per approvare il bilancio aziendale”.

“Come smascherato durante i lavori dell’ultimo Consiglio regionale – spiega Febbo – questo Governo regionale continua a sfidare la Corte dei Conti e utilizzare ancora fondi vincolati non avendo la certezza contabile e normativa del loro utilizzo.

Infatti reputo un artificio l’operazione di far chiudere il Bilancio in utile di Tua portando a definizione una transazione di 7,4 milioni di euro utilizzando come copertura finanziaria dei residui ( residui cancellati nel 2015 ad Arpa ) ossia fondi a gestione vincolata sui cui la Corte dei Conti ha più volte ‘richiamato’ non solo l’attenzione del Governo regionale ma addirittura ha minacciato lo scioglimento anticipato del Consiglio regionale”.

“L’assurdità di questa operazione – rimarca ancora Febbo – è riscontrabile anche quando, durante i lavori della Prima Commissione, ho richiesto il parere dei dirigenti e nessuno ha voluto dare il proprio parere favorevole se non dopo aver apportato modifica al testo con rinvio al pagamento a dopo l’approvazione dei Conti consuntivi 2013/2014/2015/2016, cioè a tempi indefiniti, operazione di scarsa filosofia ragionieristica.

Quindi credo che alla luce di quanto esposto e denunciato gli stessi revisori di TUA hanno forte difficoltà a certificare il rendiconto poiché non abbiamo ancora la certezza della transazione di fondi appena approvati in Consiglio.

Nel frattempo mentre la Regione di centrosinistra pensa a descrivere e raccontare agli abruzzesi la fase due di TUA abbiamo una situazione anomala: fornitori che aspettano da tempo di essere pagati per servizi erogati ed ancora in essere, un taglio di un milione e mezzo di chilometri di percorrenza nelle zone interne e svantaggiate, biglietti aumentati del 15% e, senza dimenticare, il contenzioso in essere di altri 13,2 milioni di euro per mancato trasferimento per l’applicazione degli incentivi del CCNL di secondo livello”.

“Pertanto – conclude Febbo – credo che adesso sia palese che questo Governo regionale vuole far sembrare TUA una società regionale viva e vegeta quando invece vi sono enormi e concreti problemi contabili. Credo che sia arrivato il momento, con senso di responsabilità, fare chiarezza altrimenti tra poco vedremo anche i lavoratori restare letteralmente a ‘piedi’”.

La replica di D’Alessandro

“Febbo è stato 5 anni e mezzo assessore regionale e non si è accorto o ha fatto finta di non accorgersi del progetto andato in onda in quegli anni, ovvero la distruzione del patrimonio pubblico delle società di trasporto, forse perché qualcuno sperava di svenderle ai saldi di fine stagione”.

E’ quanto dichiara il Consigliere regionale, delegato ai Trasporti, Camillo D’Alessandro. “Febbo appiccica pezzi di notizie cercando di svelare chissà quale mistero. Ora – prosegue D’Alessandro – cerco di spiegarglielo come ho già fatto in commissione e in Consiglio, sperando che il suo comunicatificio abbia qualche ora di pausa per poter studiare e quindi capire.

La decisione di non riconoscere i costi aggiuntivi derivanti dalle modifiche sul contratto collettivo nazionale di lavoro riguarda tutte le società di Tpl compresa Tua che, se li avesse riconosciuti, avrebbe avuto un bilancio più che positivo; la norma approvata in Consiglio regionale – che doveva essere approvata 20 anni fa – consente di procedere alle transazioni non solo con TUA ma con tutte le aziende di Tpl; piuttosto Febbo spieghi come mai avevano nel cassetto 25 milioni di euro proprio per le transazioni e non hanno utilizzato un centesimo, facendo perdere alla Regione decine di cause milionarie sul dovuto agli operatori del Tpl”.

“La società unica dei trasporti da noi creata – spiega D’Alessandro – ha realizzato economie e garantito il posto di lavoro a 1600 dipendenti, ed oggi possiamo finalmente uscire dalle emergenza e parlare di programmazione. Infine, il dovere di tacere deriva dall’eredità lasciataci sulle penalità: negli anni 2012, 2013 e 2014 – quando lui era assessore – l’Abruzzo non raggiungeva gli obiettivi previsti dalla legge – conclude D’Alessandro – con la conseguenza dell’applicazione della multa di 8 milioni che siamo riusciti a rinviare al futuro”.