Abruzzo, Febbo e Sospiri: ‘Regione incapace di decidere sul futuro della Fira’

Pescara. “Il Presidente D’Alfonso dica chiaramente cosa intende fare con la Finanziaria Regionale Abruzzese (Fira) e soprattutto quale strategia ha inteso mettere in campo visto che registriamo da tempo solo un silenzio assordante ed un immobilismo inspiegabile nei confronti di una società partecipata a maggioranza (51%) dalla Regione Abruzzo che rischia di chiudere definitivamente i battenti mandando a casa ventidue dipendenti.

Sarebbe un suicidio se la Regione decidesse di smantellare l’unica finanziaria regionale che a suo carico non ha nessuna passività”.

Questo l’allarme lanciano dal Presidente della Commissione Vigilanza Mauro Febbo unitamente al capogruppo consigliere regionale Lorenzo Sospiri che aggiungono come “l’inadempienza di questo esecutivo regionale nei confronti della Fira è incomprensibile e inconcepibile visto che in questi anni non ha pubblicato neanche i specifici bandi avendo in cassa ben 50 milioni di euro dei fondi europei destinati proprio alle società come la Fira.

Soprattutto – spiegano Febbo e Sospiri – vorremmo capire la vera motivazione per cui la Regione ha rallentato o cambiato idea sul progetto della trasformazione della Fira in società in house visto che l’attuale Cda ha lavorato per più di un anno al fine di portar a termine tale rinnovamento.

Ricordo come L’indirizzo dato dai soci, sin dall’insediamento nell’Assemblea del 14/03/2016, è stato proprio quello di inserire la Fira in un progetto più ampio e corposo mediante la trasformazione della Società in ‘house providing’. Il procedimento della trasformazione in “house providing” ha registrato atti d’indirizzo formali da parte, soprattutto, del Socio di maggioranza ossia la Regione Abruzzo.

Su tale scorta è stato elaborato un innovativo piano che prevede la liquidazione dei soci privati attraverso una conversione del capitale in prestito obbligazionario. Questa soluzione avrebbe consentito alla Società di mantenere inalterata la capacità, la solidità e l’autonomia finanziaria con cui poter affrontare le successive fasi di attuazione del piano industriale presentato a Banca d’Italia.

Adesso inspiegabilmente e misteriosamente questo processo del passaggio “In house” – continuano i due forzisti – ha subito un forte rallentamento proprio nell’assemblea del 28 aprile scorso senza conoscere le vere cause. Oggi la situazione inizia ad essere critica visto che abbiamo un assenza di nuove commesse e un assenza di bandi a cui rispondere. Tutto questo, inoltre, ha determinato l’emersione di significative perdite nel conto economico della Società a valere sull’esercizio 2017.

Infatti è stato avviato un netto taglio alle consulenze, compensi generando forte preoccupazione tra i dipendenti visto che sono stati avviati misure economiche riguardanti il costo del personale.

Alla luce di tale scenario nell’ultima l’Assemblea del 14 giugno scorso il Presidente D’Alfonso era assente ed ha delegato il consigliere regionale D’Alessandro a presiedere l’Assemblea e secondo quanto appreso D’Alessandro si è limitato a prendere atto della situazione economica della Società, come se non fosse già nota al Presidente D’Alfonso senza spiegare e dare valide giustificazioni sulla latitanza della Regione e sul repentino cambio di strategia.

Pertanto – concludono Febbo e Sospiri – vista l’assurda e preoccupante situazione sarà nostra premura convocare il Cda al tavolo della Commissione Vigilanza al fine di capire lo stato della Fira e soprattutto le reali intenzione della Regione su uno strumento importante come la finanziaria regionale che da sempre, anche per mezzo degli Istituti di Credito, ha svolto un ruolo di supporto all’economia abruzzese e l’avvio d’iniziative imprenditoriali gestendo misure di finanza agevolata.

Sarebbe un peccato ricordare questa legislatura anche per la chiusura della Fira”.

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