“Basta ca ce sta ‘o sole, ca ce rimasto o’ mare”…così diceva il testo di “Simme ‘e Napule paisà”, una vecchia canzone di Peppino Fiorelli che esprimeva il desiderio di rinascita dopo la Seconda Guerra Mondiale. Ma c’è rimasto ” ‘o mare”?
Mi fa rabbia, infatti, leggere di numerosi casi inquinamento delle acque causati dall’incuria e dal menefreghismo dell’uomo.
Non a caso, su Gocce di Verità ho parlato spesso dell’Adriatico. In particolare, sulle pagine del blog è stato discusso spesso il tema del mare inquinato a Pescara e del conseguente divieto di balneazione. Un fenomeno che aveva destato scandalo tra gli ignari turisti e provocato un bel danno economico alle attività commerciali della zona.
Purtroppo Pescara non è affatto nuova a questo tipo di notizie. Anche lo scorso anno mi sono occupato del grave inquinamento della falda acquifera da cui attinge la città e prima ancora, già nel 2013, avevo raccontato del grave stato in cui versava il capoluogo abruzzese secondo le statistiche di Legambiente sulla tutela dell’ambiente.
E pensare che alcuni, quest’agosto, si sono pure lamentati del divieto di balneazione…è già tanto che non sia scoppiata un’epidemia di colera!
Lo scorso 20 giugno, ironia della sorte, proprio Pescara ha ospitato una manifestazione di Legambiente per contestare le trivellazioni nel mare e lo stesso sindaco Marco Alessandrini si è dichiarato contrario allo sfruttamento degli idrocarburi.
Questo mi incuriosisce molto perché il primo cittadino, contrario alle trivellazioni per tutelare l’ambiente, è lo stesso che ha firmato l’ordinanza di divieto di balneazione a Pescara (stiamo parlando di un mare dove facendosi il bagno ci si può ridurre così, ma non aprite il link se siete impressionabili) e che – come tutti i cittadini – a quanto pare inquina il mare ogni volta che tira lo sciacquone di casa e dell’ufficio…
Non è un controsenso il fatto che un sindaco con una mano firmi la sua opposizione al petrolio, mentre con l’altra scarichi le acque nere direttamente nel mare (ne era certamente all’oscuro, eppure così stanno le cose)?
Comunque la si pensi, ciò che è certo è che ostacolare in tutti i modi i progetti di estrazione di idrocarburi perché si vuole proteggere il mare e l’ambiente, ma non fare niente contro gli scarichi fognari selvaggi non è un atteggiamento politicamente ed eticamente coerente e, soprattutto, non è accettabile.
Diego Vitali blogger goccediverità