Play off: pari d’oro per il Pescara a Verona

Verona (4-3-3): Silvestri; Faraoni, Dawidowicz, Empereur, Vitale; Henderson (61’ Colombatto), Gustafson, Danzi; Matos (78’ Tupta), Di Carmine (68’ Pazzini), Laribi. In panchina: Ferrari, Berardi, Munari, Marrone, Balkovec, Lee, Danzi, Bianchetti. Allenatore: Alfredo Aglietti

Pescara (4-3-3): Fiorillo; Balzano, Bettella, Scognamiglio, Pinto (65’ Del Grosso); Memushaj, Brugman, Crecco (88’ Bruno); Marras, Mancuso, Sottil (75’ Antonucci). In panchina: Kastrati, Ciofani, Campagnaro, Perrotta, Grosso, Kanoute, Del Sole, Monachello, Bellini. Allenatore: Giuseppe Pillon

Reti:

Arbitro: Livio Marinelli di Tivoli (Margani-Mastrodonato/Baroni)

Ammoniti: Pinto, Dawidowicz, Danzi, Bruno

Parte dal Bentegodi l’avventura play-off del Pescara: bisogna vedersela con il Verona in semifinale per credere nella Serie A. Pillon sceglie Marras, Mancuso e Sottil, con Bettella in difesa, Pinto e Balzano sulle corsie. Aglietti risponde specularmente, con il tridente Matos-Di Carmine-Laribi a guidare la stessa formazione che ha battuto il Perugia nel turno preliminare.

Il Pescara parte fortissimo e Mancuso, già al 2’, sfiora il goal: Memushaj la mette morbida in profondità, il bomber salta e gira di testa sul limite dell’area piccola, Silvestri deve tuffarsi all’indietro e smanacciarla sopra la traversa. L’ottimo avvio rischia di essere sciupato al 6’ dalla difesa pescarese: rinvio sbagliato su un cross innocuo e Di Carmine si ritrova la botta pronta dal limite, Fiorillo riesce a farsi trovare pronto sulla sorpresa e devia in tuffo. Sugli sviluppi del corner, Danzi spara ancora da fuori, la palla mira alla traversa e il portiere neutralizza di nuovo verso il fondo. Ad arrischiare la porta ospite, al 12’, ci prova Gustafson con un altro siluro dalla distanza: Fiorillo ha ali buone e mani larghe, ancora deviata. Pericoloso su corner anche il Pescara, al 16’, con un tiro-cross di Marras che costringe Silvestri alla distensione a terra per chiudere lo specchio. Silvestri deve rifugiarsi addirittura in fallo laterale quando Crecco, al 19’, prova a piazzare il mancino da fuori, dopo 50 metri di corsa in contropiede. Il Pescara cresce rapidamente e al 21’ centra il palo destro: gira la catena di destra, Marras la mette dentro, Mancuso calcia brucia Dawidowicz e calcia di prima, beccando il legno. Delfini con il coltello fra i denti: al 23’ Mancuso si fa uomo-assist, trova Crecco a centro area, buono lo stacco ma la mira è alta. Gli scaligeri replicano con la balistica sul rovescio di fronte, Laribi va col destro dai 20 metri sorvolando di poco Fiorillo e traversa. Mancuso se la sente calda al 25’ e prova a sorprendere Silvestri al volo dalla trequarti, mancando il colpaccio di un metro soltanto. Ritmi altissimi, i gialloblu si riversano in contropiede, Laribi apre dalla sinistra per Di Carmine, il tracciante è millimetrico ma Scognamiglio riesce a lanciarsi in spaccata e ad anticipare quel millimetro che basta per impedire la deviazione sottoporta. Senza un attimo di tregua, al 31’ un altro corner per il Verona, Fiorillo deve rintuzzare sul ravvicinato di Gustafson, la difesa si accartoccia e concede un altro cross per la volé di controbalzo di Laribi e l’estremo difensore molleggia ancora per alzare sopra la porta. Gustafson chiama in causa ancora Fiorillo dalla distanza, al 40’, è finisce ancora con una deviazione in angolo, passando per i guanti. Quantità immane di occasioni, ma il primo tempo si chiude senza reti.

Come nel primo, anche nel secondo tempo è Mancuso ad accendere la prima miccia, dopo 2 minuti: finta che neutralizza Empereur a centrocampo, corsa centrale e botta dal limite, Silvestri risponde presente, poi ci riprovano Crecco e Brugman ma la risposta è sempre la stessa. Il leit motiv veronese è sempre la bomba da fuori: Empereur la scaglia al 51’ da distanza siderale, Fiorillo non si fa sorprendere. Sottil, giusto il tempo di arrivare dall’altra parte, cerca invece il velluto col destro dal vertice dell’area, supera Silvestri ma la sfera rimbalza davanti alla base del palo opposto. Aglietti cerca di rompere l’equilibrio allo scoccare dell’ora, con Colombatto per Henderson, mentre Pillon rinfresca la corsia di Pinto con Del Grosso. Il neo-ingresso dell’Hellas attiva Danzi che trova pronto Matos sul dischetto, la giostra è rapidissima ma il Pescara riesce a fare barriera sul tocco di prima. Aglietti cala l’asso Pazzini, insieme a Tupta, mentre Pillon risponde con Antonucci per Sottil. I cambi dell’Hellas sono protagonisti dell’azione dell’85’: traversone di Vitale dalla sinistra, Tupta la gira di violenza da centro area, Fiorillo fa l’ennesimo miracolo e la ricaccia, Pazzini si fionda a ribadire ma Bettella lo anticipa a un metro dalla linea di porta. Ben 4 i minuti di recupero, i veneti cercano l’assalto per poi andare all’Adriatico in vantaggio e guadagnano un prezioso piazzato dai 20 metri all’ultimo istante: si giocano, Pazzini conclude dal limite ma Balzano si immola in tackle e salva lo 0-0 finale.

Un pari che vale oro per il Delfino, nonostante il palo di Mancuso che grida vendetta: nel ritorno di domenica, all’Adriatico, basterà non perdere per accedere alla finale. Un altro pari, infatti, andrà a vantaggio dei pescaresi, in virtù del miglior piazzamento in campionato.

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