A meno di una settimana dalla deadline per l’iscrizione al campionato (5 agosto), Franco Iachini pensa di non iscrivere il Teramo in Lega Pro.
Il presidente biancorosso, “a pochi giorni da improrogabili scadenze sportive, con infinito rammarico – dopo i tanti investimenti e sforzi profusi, nonostante la ferma volontà tesa a salvaguardare il patrimonio faticosamente costruito in questi anni e a portare la Teramo Calcio su livelli importanti – mi trovo costretto a valutare la fondata possibilità di non iscrivere la squadra al prossimo torneo di Lega Pro”. Questo perché, secondo Iachini, “il procedimento autorizzativo volto al subentro di Soleia, quale nuovo concessionario-gestore dello stadio comunale ‘Bonolis’ (iniziato da oltre un anno), non si è ancora pienamente concluso per ragioni non ascrivibili in alcun modo allo scrivente. Dopo quasi un anno, giunti finalmente alle fasi finali dell’auspicato subentro, il Comune di Teramo dapprima mi ha chiesto di consegnare la (dovuta) fideiussione, prestata a suo tempo dalla Cantagalli Appalti volturata a nome di Soleia; il giorno seguente, invece, preso atto del fallimento (avvenuto nel 2013) della società che aveva rilasciato (nel 2010) la fideiussione e, soprattutto, dell’inesistenza di ulteriori garanzie rilasciate in tutti questi anni, ha chiesto a Soleia di prestare con urgenza una nuova fideiussione dell’importo di oltre 825mila euro. Non solo. All’esito del subentro la mia società si troverebbe paradossalmente in una situazione già di presunta inadempienza. Ci sono infatti opere edilizie previste nella Convenzione del 2006 che non sarebbero state ultimate e che ammontavano a circa 2 milioni di euro, e la cui realizzazione, oggi, sarebbe ancor più onerosa”.
E ancora: “A questa gravosa situazione si somma anche l’assoluta indifferenza del territorio ai miei appelli. Le richieste avanzate al Comune ed alla Provincia di Teramo, nonché ai politici e agli imprenditori teramani, affinché sostenessero il sottoscritto nell’affrontare il prossimo campionato pieno di incognite a causa dell’emergenza Covid-19 e delle inevitabili conseguenti crisi economiche che tutto il Paese sarà chiamato ad affrontare, sono rimaste inascoltate. Una valutazione ben ponderata, che, per quanto dolorosa, devo necessariamente e improrogabilmente assumere”.