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Clamoroso all’Adriatico: 3-3 al 94′ tra Pescara e Brescia

Pescara (3-4-3): Belardi; Zauri, Zuparic, Bocchetti; Balzano, Rizzo, Brugman, Rossi; Politano (80’ Viviani), Mascara (85’ Maniero), Ragusa (67’ Cutolo). In panchina: Pigliacelli, Frascatore, Vukusic, Fornito, Cosic, Padovan. Allenatore: PasqualeMarino.

Brescia (3-5-2): Cragno; Paci, Budel (87’ Saba), Di Cesare; Zambelli, Scaglia, Coletti, Mandorlini (46’ Juan Antonio), Grossi (69’ Oduamadi); Sodinha, Caracciolo. In panchina:  Arcari, Minelli, Lancini, Camigliano, Finazzi, Welbeck Nana. Allenatore: Cristiano Bergodi.

Reti: 21’ Grossi, 35’ Mascara, 43’ Ragusa, 55’ Politano, 75’ Caracciolo, 94’ Zauri (A)

Arbitro: Mariani di Aprilia.

Espulso: Zambelli

Ammoniti: Zambelli, Budel, Mandorlini, Balzano

 

Avvio più ordinato che aggressivo del Pescara, che riesce bene ad impostare ma non affonda se non con una raffica di lanci in profondità. Idee, giusto quelle, buone per mettere Ragusa e Mascara sulla scia della deviazione volante. Il Brescia si rifugia costantemente in corner, e viene graziato dall’arbitro quando il Delfino sfugge alle reti difensive. Al 20’ Balzano lancia il traversone dalla destra, Mascara parte sul filo dell’offside e si tuffa per l’inzuccata sul limite piccolo, il portiere bresciano esce a valanga e gli stampa entrambi i pugni in faccia per levargli la sfera dalla testa. Rigore? No, Mariani di Aprilia fischia un inesistente fuorigioco della punta biancazzurra che rimane a terra stordito. Il rovescio di fronte porta in vantaggio gli ospiti: punizione a 35 metri dalla porta di Belardi che si affida alla barriera, questa però si apre sulla bordata di Grossi che si insacca sotto l’incrocio dei pali. 0-1. La reazione c’è: Ragusa si indiavola e salta uomini in slalom per arrivare sul fondo, poi il radente a incrociare l’area piccola e cercare l’inserimento di Mascara, Paci è provvidenziale a frapporsi fra i due davanti alla porta. Scatenato Ragusa anche al 28’, si fa trequarti di fascia destra palla al piede per imbeccare Mascara sull’ultimo quarto, lui raccoglie la verticale corta e punta solitario Cragno, cerca il palo lontano ma il portiere mette il guantone sulla traiettoria radente e pulisce lo specchio. Alla mezzora esatta un altro rigore non concesso alla squadra di Marino: Zambelli toglie la palla in tackle a Ragusa all’ingresso sulla sinistra dell’area, la sfera rimbalza e rimane buona ma la scivolata del difensore prosegue falciando e impedendo all’attaccante di raggiungerla. La provvidenza interviene dopo 5 minuti, quando Zambelli ristende Ragusa sulla lunetta: la zolla è per la punizione di Mascara che, come sullo 0-1, trova una barriera sliding-dors, la battuta di destro trova anche una deviazione nel mucchio e Cragno rimane beffato come Belardi. 1-1. Il pareggio mette il turbo al Pescara e l’affannata difesa lombarda non regge alla rapidità delle azioni dei padroni di casa; il vantaggio, al 43’, è un capolavoro: cucchiaio no-look da fuori di Rizzo che a memoria trova Ragusa che si inserisce dalla sinistra, sforbicia in scivolata senza nemmeno far toccare terra alla palla e la mette alle spalle di Cragno. 2-1. La compiuta rimonta archivia il primo tempo e non lascia troppi spiragli di sconvolgimento per la ripresa.

Bergodi cerca di riaprire i giochi inserendo Juan Antonio per Mandorlini, e lui subito si fa pericoloso, grazie alla sponda di Caracciolo che lo mette in buona posizione, la conclusione si infrange, però, sulla schiena di un difensore. A dar manforte alla reazione bresciana si aggiunge Sodinha, con una velenosa conclusione dalla distanza che, però, Belardi neutralizza in tuffo. A spegnere sul nascere il redivivo tentativo ci pensa Politano all’11st: fa tutto da solo, si accentra dalla destra senza freni e trafigge Cragno con un diagonale secco e preciso: 3-1. Nemmeno l’allungo sul risultato, però, smorza la pressione biancazzurra, prestando così il fianco nelle retrovie. Ne approfitta, al 30’st Caracciolo, che trova lo spazio per piazzarsi la palla sul piede buono, il destro, e metterla nell’angolino con una traiettoria a giro. 3-2. Sfrontato, il Pescara non mette il finale sulla melina, piuttosto si ricompone in attesa della ripartenza più efficace, e così si garantisce il finale in superiorità numerica, costringendo Zambelli al fallo da espulsione per frenare la fuga solitaria di Viviani al 40’ st. Al grintoso e confusionario assalto finale del Brescia risponde la geometria abruzzese: Maniero, al 3’ dei quattro di recupero, arriva sul dischetto senza difficoltà, ben servito dalla manovra rifinita sulla fascia: da solo incespica al tiro a due passi dalla porta.

Fin qui la cronaca di 93 minuti di ottima partita per la formazione di Pasquale Marino. Poi, al 94’, la beffa più clamorosa di sempre, con forti dubbi sulla responsabilità dell’arbitro Mariani. Ultimissima battuta del match: Sodinha getta dentro la palla della disperazione, in area piccola sgomitano Zauri e Juan Antonio, le braccia dell’attaccante si muovono parecchio sul corpo di Zauri, lo spingono o colpiscono addirittura la sfera che ballonzola in rete dopo aver toccato il difensore. L’arbitro non fischia fallo, assegna l’autogoal e decreta la fine della gara sul 3-3. Sgomento sugli spalti dell’Adriatico per una vittoria più scippata che sprecata nel finale di una grande prestazione.

 

Daniele Galli