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Pescara al buio: tris del Brescia all’Adriatico

Pescara (4-3-3) Fiorillo; Zampano, Bovo, Perrotta (74’ Elizalde), Mazzotta; Coulibaly (39’ Palazzi), Carraro (63’ Valzania) Brugman; Mancuso, Pettinari, Benali. A disposizione: Antonino, Crescenzi, Balzano, Kanoute, Ganz, Coda, Fornasier, Capone, Del Sole. Allenatore: Zdenek Zeman.

Brescia (3-4-2-1) Minelli; Somma, Gastaldello, Lancini; Furlan, Bisoli, Martinelli, Cancellotti; Machin (85 Longhi), Ferrante (84’ Torregrossa); Caracciolo (89′ Di Santantonio). A disposizione: Andrenacci, Pelagotti, Coppolaro, Ndoj, Cortesi, Rinaldi, Rivas, Baya. Allenatore: Pasquale Marino.

Reti: 36’ Machin, 62’ Caracciolo, 65’ Ferrante

Arbitro: Eugenio Abbattista di Molfetta (Cangiano-Margani/De Sanctis)

Ammoniti: Lancini, Valzania, Bovo

Ancora una volta chiamato al riscatto, Zeman affronta il Brescia con il tipico 4-3-3 ma ne cambia ben 5 rispetto alla sconfitta di Empoli: Zampano, Perrotta, Bovo e Mazzotta in difesa, Coulibaly, Brugman e Carraro in mediana, tocca a Pettinari guidare l’attacco con Benali e Mancuso. Marino, ex in panchina, si affida all’esperienza di Caracciolo e a un undici ben rodato per cercare di risalire dalla bassa classifica.

Avvio a tinte biancazzurre accese. Le rondinelle vanno in porta già al 2’ con Machin, ma il suo scambio con Ferrante non produce più di un tiro da lontano e Fiorillo para. Ben più pericoloso il Pescara al 6’: triangolo stretto per vie centrali e Mazzotta prova la puntina dal dischetto, Minelli respinge in spaccata, Pettinari arriva alla ribattuta ravvicinata ma è in corsa e la manda sul fondo, mancando la porta spalancata. Continua alta la pressione del Pescara, che attacca gli spazi in ogni modo e, al 17’, costringe il portiere ospite a uscire fino al vertice dell’area per contrastare Pettinari lanciato in profondità. Pettinari che si ripresenta sottoporta al 22’, nuovamente chiuso da Somma in corner; e dalla bandierina sorgono altri due arrembaggi biancazzurri: Brescia costretto alla copertura serrata. Piglio e aggressività della prima mezz’ora fanno pensare a un Pescara dominante; ma la compostezza bresciana ha la meglio al 36’: break sulla mediana, ripartenza più ragionata che rapida, diagonale sul fondo che scavalca la difesa, Furlan la mette in mezzo bassa dal fondo, 3 i biancazzurri che bucano l’intercetto, arriva in corsa Machin che, dal limite, la spara sotto la traversa ed è 0-1. Errore partito dalla zona di Coulibaly, nemmeno l’unico e Zeman lo boccia sostituendolo con palazzi prima dell’intervallo.

La reazione del Delfino non aspetta nemmeno un minuto di ripresa e porta i nomi di Pettinari, che imposta dai 25 metri, e di Mancuso che riceve e si gira col sinistro in area, mancando il bersaglio di pochissimo. La coppia sbaglia ancor meno dopo pochi secondi: fuga e cross dal fondo di Pettinari, Mancuso si avvita e manda la sfera a scheggiare la traversa. Due lampi che fanno solo risaltare ancor più il successivo buio in cui ripiomba la squadra di Zeman, e al 62’ arriva il raddoppio bresciano: verticale in palleggio di Machin sulla trequarti, Caracciolo anticipa al volo l’uscita Fiorillo e la prolunga in rete dal cuore dell’area. 0-2. La squadra di Zeman stacca la spina e, 3 minuti dopo, le rondinelle calano i tris: Ferrante fa tutto da solo, penetra in dribbling sulla destra, salta Perrotta con una finta e trafigge Fiorillo con il destro rasoterra. 0-3. L’esordio del classe 2000 Elizalde a 20 minuti dalla fine, messo dentro da Zeman insieme a Valzania (fuori Carraro e Perrotta) certifica la resa abruzzese. Nemmeno la fortuna aiuta il Delfino: all’82’, Valzania taglia il cross in area piccola, la palla arriva in qualche modo a Pettinari che, in tuffo, prima di testa e poi di piede centra in pieno il portiere lombardo. Gestione perfetta degli ospiti, la partita arriva al 90′ senza stravolgimenti e, soprattutto, senza segnali di vita del Pescara.

Un’altalena sempre più pericolosa per la truppa zemaniana, che venerdì prossimo è chiamata alla sfida con il Palermo. Un importante appello per dimostrare il livello di concretezza, oggi svanita dopo la prima rete subita e non più riapparsa se non a inizio secondo tempo. I fischi dell’Adriatico a fine partita invocano continuità, almeno per 90 minuti.