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Il Teramo ha un cuore infinito: a Riccione è 2-2 in extremis

Riccione. Il Teramo non è solo tecnica, la capolista del girone F di Serie D è molto altro: grinta, orgoglio e tanto, tantissimo cuore. Che il Diavolo abbia carattere da vendere lo conferma il 2-2 maturato sul terreno di gioco dell’“Italo Nicoletti” di Riccione, un risultato fondamentale per il morale prim’ancora che per la classifica: poco importa se l’Ancona rosicchia due punti, ciò che conta maggiormente è che la formazione di mister Cappellacci riesca a mantenere l’imbattibilità in campionato, mettendo in campo una serie di doti finora sconosciute, una valanga di qualità necessarie per arrivare al traguardo braccia al vento.

I biancorossi ci sono, nonostante la giornata poco felice dei suoi pilastri più importanti i quali, tra l’altro, in Romagna danno vita ad un avvio davvero choc: pronti-via ed il Riccione è già avanti 2-0. Su un innocuo lancio proveniente dalla trequarti, Calabuig non si intende con Serraiocco in uscita: maldestro colpo di testa all’indietro e palla che si insacca all’angolino basso di sinistra. Sono passati appena novanta secondi, il Teramo è già sotto. Il peggio, però, deve ancora arrivare. Nemmeno il tempo di riorganizzarsi ed arriva il doppio vantaggio casalingo: Chovet si fa rubare palla da Tantuccio, l’esterno avanza e, dal vertice dell’area, scaglia un terribile diagonale rasoterra che va a togliere le ragnatele dell’angolo opposto. Il cronometro si trova soltanto all’ottavo giro di lancette. I tifosi presenti nel settore ospiti vedono materializzarsi la prima sconfitta stagionale anche perché la prestazione dei vari Borrelli, Chovet e Ferrani non è neanche paragonabile a quelle offerte nelle ultime domeniche: la volontà non manca, certo, ma quanta imprecisione ed improvvisazione nelle giocate offensive! La manovra dei biancorossi, infatti, si dipana tra mille palloni buttati in avanti nella disperata speranza che Bucchi o Masini inventino qualcosa…una tattica che è sicuramente il frutto del modo di stare in campo dei padroni di casa, i quali lasciano giocare fino alla trequarti poi, neanche fossero stati morsi da una tarantola, pressano a ritmi folli per recuperare la palla e volare in contropiede: proprio su una ripartenza Stefanelli conclude di poco fuori (16’). Diavolo arruffone ma pur sempre disposto a far valere lo strapotere fisico sui calci da fermo: al 20’ Valentini e Bucchi non riescono clamorosamente a spedire il pallone in fondo al sacco mentre al 27’ l’inzuccata di Ferrani finisce fuori di pochissimo. Nella ripresa il tecnico Cappellacci decide di tornare all’antico: fuori l’opaco Ekani, dentro Petrella. Benchè l’iniziale turn-over venga riposto senza indugi nel cassetto, non cambia la sostanza della partita: la voglia degli ospiti si scontra di fronte alla difesa romagnola, una muraglia che farebbe invidia anche a quella ben più famosa del continente asiatico. Il Riccione, però, non è solo barricate: Stefanelli di testa non impatta il pallone per un soffio (57’), Cuttone su punizione chiama al miracolo Serraiocco (70’), Tantuccio dai trenta metri timbra il palo di destra a portiere battuto (78’). Il Teramo, invece, si rende pericoloso soprattutto con i suoi bomber: Masini scivola sul più bello (54’) mentre la testa di Bucchi non inquadra lo specchio di porta da un metro (75’). I cronisti in tribuna cominciano ad arrendersi di fronte all’evidenza: oggi non è giornata, la porta di Piagnerelli è davvero stregata. Calma, però, a dare per morti i ragazzi del patron Campitelli! Minuto 85’: Masini si invola sulla fascia sinistra, servizio al centro per Bucchi, tiro di prima intenzione, l’estremo riccionese si supera ma non può nulla sul tocco sottomisura di Petrella. E’ finita? Macchè, il Teramo non muore mai: 91’, Valentini inventa, Masini elude il fuorigioco, dribbla il portiere e da posizione impossibile centra il bersaglio grosso. Il bombardiere di Cipolletti festeggia in modo scomposto e raccoglie il cartellino giallo, una sanzione mai così gradita dai tifosi biancorossi i quali, due minuti più tardi, tirano un sospiro di sollievo quando il neo-entrato Marani di testa fa la barba al palo di Serraiocco. Emozioni a gogo, stoppate dal triplice fischio del signor Marchesini di Legnago, il quale mette fine alle ostilità rimandando a data da destinarsi il primo scivolone stagionale di un Diavolo dal cuore infinito.

RICCIONE-TERAMO 2-2

MARCATORI: 2’a Calabuig(R), 8’Tantuccio(R), 84’Petrella(T), 91’Masini(T)

RICCIONE: Piagnerelli, Sartori, Merendino, Lisi, Nodari, Savini, Grazhdani (58‘Jaupi), Tantuccio, Stefanelli (89’Marani), Cuttone, Ballarini. A disp: Lasagni, Lepri, Bari, Marcattili, Cavoli. All: Tani (squalificato, in panchina Pascucci)

TERAMO: Serraiocco, Ekani (46‘Petrella), Chovet, Valentini, Calabuig, Ferrani, Borrelli (75‘Laboragine), Vitone (81‘Traini), Bucchi, Masini, Ciampi. A disp: Pompei, De Fabritiis, Tommaselli, Speranza. All: Cappellacci

ARBITRO: Paolo Marchesini di Legnago (Fusco di Torino/Garavaglia di Novara)

NOTE: Ammoniti Merendino nel Riccione, Masini nel Teramo. Angoli 4-4. Rec 2‘+5‘. Spettatori 600 circa, di cui un centinaio proveniente da Teramo.

Francesco Graduato