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Pescara, il ritorno di Zeman per il dopo-Oddo: la trattativa

Pescara. Il ritorno di Zeman per lenire lasciata ferita di Oddo: sarebbe il nome del tecnico di Praga il più quotato come “toppa” nella crisi del club biancazzurro.

All’indomani dell’esonero dell’allenatore campione del mondo, confermato e “sollevato dall’incarico” nel giro di poche ore dalla pesante sconfitta di Torino, i diesse Pavone e Leone si sono gettati sul boemo per rimpiazzare il vuoto sulla panchina del Pescara, che per domenica sarà guidata da Luciano Zauri.

Il toto-nomi aveva puntato prima su Rossi, poi sul giovane Fabio Liverani, ma oggi la dirigenza biancazzurra si è spostata a Roma per un pranzo-trattativa con l’algido autore di una delle stagioni più belle del Delfino, culminata con la promozione in A e il lancio di campioni come Verratti, Insigne e Immobile.

Come fu per Galeone, fin quando “il profeta” fino ai primi anni 2000, quello di Zdenek è diventato il nome buono da tirar fuori, dividendo la frangia contraria al “tradimento” (quello che lo vide tornare alla Roma subito dopo la promozione) da quella degli amanti del calcio-spettacolo, ad ogni occasione buona.

Il suo calcio offensivo rientrerebbe tra i diktat dettati dal presidente Sebastiani per trovare un sostituto capace di stravolgere la nomea “floscia” acquisita dalla squadra, ma anche l’alone da divo silente che lo avvolge non guasterebbe a riempire le pagine dei giornali, ormai abituate a sparlare del Delfino.

Divo, sì, ma dalle tante primavere sulle spalle: da qui l’esigenza di Zeman di accasarsi a lungo termine, quindi la trattativa si è intavolata sulla possibilità di permanenza anche nella prossima stagione che, salvo miracoli, sarà in cadetteria.

Sebastiani non si è lasciato benissimo con Doppiazeta ma, stante anche le pretese di carta bianca del mister per l’impostazione della rosa e il carisma dello stesso nell’attirare a sé talenti dai vivai più prolifici, il presidente potrebbe affrancarsi fin da ora metà del lavoro nella costruzione del Pescara 2018.

I contatti proseguono, la città mormora e la retrocessione, così, diventa per tutti meno dolorosa.