Zeman presentato a Pescara: “Qui per vincere”, e fa scoppiare la festa

zemandececcoPescara. Un ciclone, calmo e pacato nei toni, come sempre, ma lo Zeman che si è presentato stamattina a giornalisti e tifosi del Pescara è stato travolgente. Testa alta, battute e frecciate ai nemici di sempre: Zdenek infiamma la piazza alla sua prima apparizione dopo il contratto firmato con il Delfino.

Alle 10:30, la sede biancoazzurra di Villa Raspa era già piena di tutti i soci, in attesa del tecnico boemo. È arriva dopo un quarto d’ora, accompagnato dall’avvocato Fraccastoro, responsabile legale per entrambe le parti, e alle 11:00 il contratto era già firmato. Si parla di un accordo annuale, consuetudine ormai per Zeman: 250mila euro più l’ambiziosa clausola di 100mila euro di premio all’eventuale raggiungimento della promozione diretta, senza passare da play off. Tradotto: Zeman e De Cecco puntano alla A.

De Cecco emozionato e onorato. Intenzioni che hanno infiammato i tifosi, in centinaia accorsi entusiasti nella piazzetta del Porto turistico, dove a mezzogiorno si è tenuta la conferenza stampa di presentazione. Sotto il gazebo allestito in un noto ristorante, si respira aria festosa, quasi da promozione. Zeman arriva scortato dal presidente Peppe De Cecco e dal sindaco-tifoso Albore Mascia; la tifoseria è caldissima e sommerge il mister di cori inneggianti al ritorno in Serie A. Nemmeno un sorriso, ma il broncio spigoloso di mister Zeta mastica tutt’altro che amaro, e in pochi minuti spariglia le  carte sulle quali i giornalisti si sono preparati le domande d’occasione. La premessa tocca a De Cecco, felice come una Pasqua e in forma brillante, quasi a formare col neo tecnico una coppia di teatranti stile ‘il lungo e il corto’; cita persino il comico Antonio Albanese: “Quando una squadra di Zeman prende goal, è sintomo di maleducazione della squadra avversaria”. “Emozionato ed onorato”, Peppe De Cecco effettua “non una classica presentazione di un allenatore”, si vanta di presentare una “persona speciale, che tutto il mondo del calcio ammira, l’uomo-Zeman a 360 gradi: onestà intellettuale, limpidezza e trasparenza come pochi”. “L’uomo giusto al momento giusto”, lo definisce il presidente, e aggiungendo: “Chi vuol capire, capisca”, apre il capitolo portante di tutta la conferenza stampa: il calcio-scommesse e quello che per Zeman ha rappresentato in passato e come lo affronta oggigiorno.  Rincuorato dai suoi “valori morali indiscussi”, De Cecco passa il microfono a Zeman con un’altra battuta, che filtra come una promessa: “Zeman si accontenta solo di grandi sarti, veste solo su misura: lo accontenteremo con una squadra su misura e ci rivedremo presto per presentarvela”.

“A Pescara per vincere: non sarà un’avventura”. Ancor prima di proferire parola, Zeman viene subissato dai cori che si levano dai tifosi assiepati fuori dalla sala stampa. Lui, Zdenek, se ne giova ma non li sente, lui che non si è lasciato smuovere nemmeno dagli insulti degli ex potenti del calcio italiano. Impossibile non pensare alla mossa mediatica nascosta sotto le intenzioni della dirigenza biancoazzurra, e i media nazionali hanno soddisfatto la richiesta d’attenzione. Zeman è uno che fa parlare di sé e di qualsiasi piazza che calca; è stato così per Foggia, dalla quale se n’è andato dichiarando di allontanarsi per non danneggiare nessuno, dopo una serie di gravi errori arbitrali che lo avevano penalizzato. “Non mi piango addosso, ma la classe arbitrale della Prima divisione non è certo quello della B”, afferma, “mi auguro di trovare qui meno errori. Non sono certo scappato da Foggia, ero andato per far vincere il campionato ad una società in fallimento: non ci sono riuscito e quindi sono andato via, non voglio essere di peso a nessuno”. Da Foggia a Pescara, per molti l’ennesima ripartenza del boemo, ex di molte piazze calde, tra amori viscerali e contestazioni. Sia chiaro, però: “Pescara non sarà un’avventura”, precisa Zeman, “questo è il mio lavoro, e sono contento di arrivare in una piazza dove la tradizione e la partecipazione della gente la rende importante da sempre. Mi auguro che queste persone”, aggiunge rivolgendo lo sguardo di ghiaccio alla sua destra, verso i tifosi, “vengano allo stadio per divertirsi e per seguire un calcio positivo. Qui si mangia calcio, mi è sempre piaciuto giocare in casa con lo stadio pieno, dà ai giocatori la giusta motivazione per esprimersi al meglio. Giocare per pochi ha poco senso”.

L’obiettivo non è solo la salvezza: “Ho sempre giocato a vincere”. Ghiaccio caldo o fuoco freddo. Zeman non si scalda mai, ma gela chi lo stuzzica incendiando la platea con risposte taglienti. Piani e progetti? “Fare il meglio che posso, io ho sempre giocato a vincere, il piano non è aspettare la salvezza e poi vedere come va”. Argomenti che si ricollegano alla singola annualità e al premio incluso nel contratto dalle mire ben precise. Ma chiarisce che anche qui non vuole “essere di peso per nessuno”: pane al pane e vino al vino, se vince è giusto premiarlo, altrimenti non intende piazzare grane contrattuali. Ben presto arriva il paragone inevitabile: quello con Giovanni Galeone, profeta in patria pescarese con il quale gli albi calcistici gli condividono la paternità del ‘calcio-champagne’, quello spettacolare, quello che tanto ti butti e tanto segni, basta farne uno di più di quelli che prendi. La difficoltà sta nel coniugare il bel calcio con i risultati, ma lo Zeman-pensiero ammutolisce tutti: “Ho sempre detto che chi gioca bene vince e chi gioca male sta a casa, e io a casa non ci sto”. Figura eclettica, un’eccezione, uno amato anche se etichettato come perdente in un’Italia che osanna i vincenti. Figura scomoda per molti, che ancora oggi si trova contro tutti i fedeli di quel Moggi che, per primo, ha messo alla berlina della giustizia e dei media. Zeman se ne frega: “Io sono ancora qui e faccio calcio, loro dove sono?”, stigmatizza. Nonostante il marcio passato e quello attuale, a Zeman non è “mai venuta voglia di lasciare il calcio. Voglio fare il calcio a modo mio e non come dicono gli altri, e se tutta questa gente che è qui oggi mi segue, vuol dire che sono riuscito a convincere qualcuno”.

“Voglio gli applausi, ma anche i fischi”. Collegamento obbligato anche con l’amico e predecessore sulla panchina adriatica, Eusebio Di Francesco, passato al Lecce con un biennale che verrà presentato lunedì pomeriggio: “Sono venuto qui a vedere che danni ha combinato Eusebio”, scherza ancora Zdenek, “ma lui qui è di casa, io mi devo ancora acclimatare”, prosegue, mentre dopo la conferenza confesserà che ha voglia di godersi, a Pescara, anche quel mare che non vede più da molto tempo. Di battuta in battuta, si lascia andare e risponde a chi insiste sulla programmazione: “Non ho mai visto fare una squadra per perdere. Sicuramente qui mi daranno una squadra fortissima, grandissima e vinceremo sicuramente”. E il canovaccio dell’ovvio viene seguito alla lettera e poi gettato nel cestino da uno Zeman mediaticamente consumato. Non si nasconde, però, e parte con il piede giusto nel rapportarsi con la tifoseria: “Venite a vederci sul campo: se faremo bene applauditeci, se faremo male è giusto che ci fischiate”. Dalle parole si dovrà passare, rapidamente, ai fatti: risaputo è che doppia Zeta predilige i giovani motivati, “ma ben vengano anche i più vecchi con la giusta mentalità… ricordate che anche io sono vecchio”, conclude.

De Cecco riabbraccia i tifosi. Dopo il divorzio minacciato nelle ultime settimane, proprio a causa della contestazione della Curva, Peppe De Cecco regala ai tifosi un diamante boemo e torna a brindare con loro. Dopo la conferenza, centinaia di pescaresi pressano il cordone di steward che protegge il nuvolo di intervistatori attorno a Zeman; è proprio De Cecco a rompere la tensione, avvicinandosi ai tifosi con alcune bottiglie di spumante: saltano i tappi, partono i cori, lo strappo si ricuce e De Cecco torna ad essere il tema festante dei canti entusiastici. Felice, ma scaramantico: “Torneremo in Serie A”, cantano i biancoazzurri direttamente nelle orecchie di De Cecco, che nel mezzo di uno sgargiante sorriso si lascia scappare un cauto: “calma, calma, non parliamo di A”.

 

Le foto della presentazione e il video di De Cecco con i tifosi

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Daniele Galli

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