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Pescara-Atalanta nel terremoto: il Delfino perde ancora

Pescara (4-2-3-1): Bizzarri; Zampano, Campagnaro, Fornasier Biraghi (75’ Mitrita); Crescenzi, Brugman (64’ Pepe), Aquilani; Memushaj (57’ Cristante), Caprari; Manaj. In panchina: Bruno, Aldegani, Pettinari, Coda, Fiorillo, Zuparic, Benali, Muric. Allenatore: Massimo Oddo

Atalanta (3-4-3): Berisha; Konko, Caldara Zukanovic; Conti (75’ Masiello), Kessie (82’ Gagliardini), Freuler, Dramé; Kurti? Paloschi, Gomez (53’ D’Alessandro). In panchina: Pinilla, Sportiello, Petagna, Spinazzola, Grassi, Raimondi, Stendardo, Cabezas, Migliaccio. Allenatore: Gian Piero Gasperini

Reti: 59’ Caldara

Arbitro: Marco Guida di Torre Annunziata (Di Iorio-La Rocca di Ercolano/Carbone/Valeri-La Penna)

Ammoniti: Conti, Konko, Brugman, Campagnaro, Biraghi, Gagliardini,

Visita spinosa in casa del Pescara per il turno infrasettimanale della decima di campionato: nel bel mezzo di una crisi di risultati, all’Adriatico arriva l’Atalanta reduce dalla vittoria contro l’Inter e in serie positiva da 4 gare, vincente anche col Napoli. Oddo cerca il tanto agognato bomber in Manaj, sperando che Caprari più arretrato riesca a creare più di quanto segna; Brugman confermato davanti alla linea difensiva, Aquilani regista alternato a Memushaj. Gasperini torna a puntare su Paloschi titolare, terminale avanzato rispetto a Gomez e Kurtic.

Per la prima emozione bisogna aspettare il 14’, la provoca Gomez con un duello contro Campagnaro sulla sinistra dell’area pescarese, il difensore argentino la spunta con una scivolata azzardata e concede il corner, la battuta viene poi spedita tra le braccia di Bizzarri dal limite. La risposta del Pescara è nelle gambe di Caprari: scatto fulmineo sulla sinistra, Conti si gioca l’ammonizione per fermarlo un passo dal lato verticale dell’area ma Aquilani batte la seconda punizione inguardabile nei primi 18 minuti e spreca. Molto meglio, al 22’, la batte Dramé e Zukanovic, sfuggendo a Brugman, manca di poco il palo schiacciando di testa da distanza ravvicinata. Decisamente meglio l’avvio bergamasco: Gomez, al 29’, manda in profondità Fruler, che proprio dal fondo rimette in mezzo con un radente in scivolata, la palla taglia tutta l’aria ma la difesa abruzzese si salva. La gara si interrompe al 33’ a causa di una forte scossa di terremoto che gela tutto lo stadio: l’arbitro sospende per alcuni istanti, poi si riprende in un’atmosfera surreale, subito dopo aggravata da un pesante temporale, con gli spalti che urlano alla fine anticipata. Si gioca, con la testa altrove: recupera la concentrazione Dramé al 43’ e regala un traversone perfetto dalla sinistra per Caldara che incorna dai 10 metri, Bizzarri rimane battuto ma viene salvato dalla traversa. All’intervallo si va con le reti inviolate, l’Atalanta più in palla, il Pescara semi-assente e lo stadio quasi svuotato da paura e nubifragio.

Il secondo tempo, con il prato chiazzato dalle pozzanghere, parte con le proteste biancazzurre dopo l’ottimo scambio all’ingresso dell’area tra Caprari e Aquilani, Caldara stoppa di braccio sulla conclusone del centrocampista ma Guida lo giudica involontario. Gasperini ci mette poco a fare il primo cambio: D’Alessandro per Gomez. I nerazzurri tornano a spingere al 10’st con un cross di Freuler per Paloschi ma l’ex milanista si fa trovare fermo a centro area a Campagnaro, seppur svirgolando, riesce a rifugiarsi in calcio d’angolo. Oddo cerca maggior interdizione con Cristante per Memushaj, ma Conti riesce a sfondare e guadagnare un altro corner; sul lancio di Freuler dalla bandierina stacca ancora Caldara in mezzo alla difesa immobile e stavolta il colpo di testa non trova legni. 0-1. Oddo tenta di riprenderla chiamando in causa Pepe per un impalpabile Brugman per l’ultima mezz’ora ma sono i lombardi a tenere in mano il match, dominando in pressione. Un guizzo d’orgoglio pescarese lo fa registrare Caprari al 27’: solita scorribanda sul corridoio mancino dell’area, Konko lo tiene bene a guardia e lo chiude con una deviazione sul fondo. L’innesto di Mitrita nel finale stimola Pepe che, al 42’st, si infila dalla destra palla al piede, lo insegue Konko che lo induce a inciampare sulla palla prima di poter concludere. Nulla di fatto, il Pescara non riesce minimamente a far sporcare i guanti di Berisha e al 90′ piovono i fischi.

Tolta la scusante dello shock sismico, la squadra di Oddo non ha mai messo la testa nel rettangolo di gioco: fraseggi e costruzione inesistenti, gli errori davanti a Bizzarri non vengono meno e, quel che è peggio, non si annusa più nemmeno quel profumo di squadra bella che non balla. Per il Pescara, sconfitta per la seconda volta consecutiva e ancora incapace di vincere si prevede una contestazione montante, e la domenica in casa del Milan non concede speranze di sorta.