Teramo. Nella giornata di domenica 29 maggio 2016, si è svolto il primo Memorial in onore del professor Camillo Pepe. Alla cerimonia hanno partecipato anche i parenti dell’insegnante, che hanno accolto con molto piacere l’iniziativa del Comitato di commemorare il loro congiunto. Lì, in una atmosfera di gioia ma anche di commozione, è stata scoperta la targa che resterà a testimonianza di una vita intera dedicata ad avviare i giovani all’amore per lo sport.
‘Anche se ormai tanti di noi ex pallavolisti si erano persi di vista, a tutti, magari solo per un attimo, era capitato di pensare “Il Prof. va ricordato nel modo giusto”. Alla fine in sei si sono fatti avanti, più forti degli impegni personali, più forti delle difficoltà. E’ bastata una cena a base di aneddoti, risate ed arrosticini per riaccendere sentimenti mai del tutto sopiti e per costituire, informalmente, il Comitato per l’organizzazione del Memorial in onore del Prof. Camillo Pepe’, afferma uno di loro.
Il suddetto Comitato si è fatto promotore di una iniziativa che ha coinvolto varie generazioni di pallavolisti e di appassionati sportivi nel nome di una delle figure più conosciute e apprezzate da chi pratica e ama questo sport nella a Teramo. Pepe infatti per decenni si è dedicato con passione e competenza a preparare tanti ragazzi teramani nella tecnica del gioco e, ancor più, nei valori che devono accompagnare sempre una attività sportiva come lealtà, tenacia, spirito di squadra, disciplina e capacità di sacrificio.
Si è dunque deciso di porre una targa che ricordasse ai numerosi giovani che si avvicineranno alla pallavolo gli indiscutibili meriti di chi per molti anni si è dedicato al compito non facile di insegnare cosa vuol dire praticare con serietà una disciplina sportiva. E il luogo più adatto per tale ricordo non poteva che essere quella Casa dello Sport dove il professor Pepe ha lungamente svolto la sua attività.
Contestualmente alla cerimonia, si è svolto un divertente torneo di volley tra squadre formate da ex allievi del Prof. a partire dalle generazioni più lontane fino alle ultime.
In molti avevano risposto all’invito a partecipare a questa iniziativa, anche se ormai trasferiti in altre città e con impegni difficili da accantonare sia pure per un giorno, con una bella dimostrazione di affetto riconoscente per chi si era impegnato nel compito di educatore.
E così giocatori di venti anni si sono ritrovati a fianco di colleghi addirittura di sessanta dimostrando un affiatamento perfetto e una gran voglia di impegnarsi non per la vittoria ma per puro amore dello sport.
Alla fine, sul campo, ha primeggiato la squadra “Piccolo Jordan” (uno dei nomignoli tanto cari al Prof.) ma la vera vittoria è stata riunire 60/70 atleti in un lungo e sentito applauso per una persona che rimarrà per sempre nei cuori di chi l’ha conosciuto.
