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Il Pescara vince a Novara e ipoteca la finale play-off

Novara (4-2-3-1): Da Costa, Troest, Dell’Orco, Casarini, Faragò, Buzzegoli (52’ Lanzafame), Mantovani, Corazza (46’ Galabinov), Gonzalez , Garofalo (80’ Viola), Evacuo. In panchina: Pacini, Ludi, Vicari, Bolzoni, Schiavi, Adorian. Allenatore: Marco Baroni.

Pescara (4-3-2-1): Fiorillo, Vitturini (60’ Crescenzi), Fornasier, Memushaj, Zampano, Campagnaro, Benali (60’ Bruno), Torreira (82’ Pasquato), Verre, Lapadula, Caprari. In panchina: Aresti, Verde, Pasquato, Zuparic, Selasi, Mitrita, Cappelluzzo, Allenatore: Massimo Oddo

Reti: 20’ Lapadula, 31’ Torreira

Arbitro: Fabrizio Pasqua della sezione di Tivoli (Bottegoni-Bindoni)

Ammoniti: Troest, Garofalo, Vitturini, Bruno, Lanzafame

Gara 1 mode: on. Il Pescara, con 800 tifosi al seguito e la formazione al top, cominciano da Novara le semifinali play-off: la nazionale Albanese concede capitan Memushaj per il centrocampo, che vede il rientro anche di Benali e Torreira, pronti a supportare la coppia del goal Lapadula-Caprari. Campagnaro e Fornasier a fare scudo a Fiorillo, la tonsillite non ferma Zampano ma Oddo lascia la fascia destra a Vitturini in luogo di Crescenzi. Temporale sul Piola che allaga e rende ancor più insidioso il campo sintetico, carta ulteriore nella manica di Baroni: Evacuo la punta scelta dall’ex allenatore del Pescara ma è il bunker formato da Troest e Mantovani a costituire il perno dei piemontesi, vincitori di entrambe le sfide della stagione regolare.

Passano solo due minuti per la prima gomitata di Mantovani a Lapadula e solo 3 per il primo tiro del Novara, con Gongalez che ruba palla a Campagnaro sulla sinistra dell’area per concludere a fil di traversa, sfiorando l’immediato vantaggio. Le pozze sparse ovunque impantanano il ritmo, il Pescara ci mette 20 minuti per arrivare per la prima volta in porta ma lo fa con il 100 % dell’efficienza: Verre lancia chilometricamente in verticale per Lapadula che brucia Mantovani dentro la lunetta e, col sinistro d’oro, trafigge il tentativo d’uscita di Da Costa per lo 0-1. Vantaggio che sgombra le nuvole e fa soffiare il vento nelle vele dei biancazzurri che, due minuti dopo, tornano a seminare il panico in area avversaria: Benali fa le scarpe a Troest e va al traversone per Caprari, chiuso dallo stesso difensore danese in recupero estremo. La musica cambia radicalmente, al 26’ Lapadula si lancia di nuovo nei 16 metri avversari, si scontra con Dell’Orto e va giù ma l’arbitro Pasqua fa proseguire. Il Novara è comunque presente e batte un colpo al 32’, cercando la fotocopia della rete pescarese: lancio profondo di Garofalo per Gonzalez che anticipa Fornasier per la conclusione in distensione, la posizione è troppo defilata e la sfera esce a fil di palo, con Fiorillo tranquillo a coprire il piccolo specchio aperto. L’acqua si ritira dal terreno di gioco ma il Delfino nuota sempre più spedito: Memushaj libera di tacco Benali, il libico galoppa in area ma viene chiuso da Casarini che costringe il proprio portiere a salvare in angolo il retropassaggio compreso in ritardo. Il gioco imposto da Oddo è sempre più sciolto, al 39’ Lapadula ancora velenoso nello spaccare in due la difesa novarese su una palla filtrante di Benali, Da Costa lascia i pali e il bomber cerca il pallonetto ma Dell’Orco sporca la conclusione e dà tempo all’estremo difensore di fare retromarcia. I due si intendono di nuovo al 42’, su calcio piazzato, otttimo l’assist ma il centrocampista calcia debolmente in the box è Da Costa può bloccare per tornare negli spogliatoi sotto solo di un goal.

Baroni torna in campo giocando subito la carta Galabinov, eroe del preliminare a Bari, per un Corazza poco incisivo. E’ Gonzalez, però, che si procura un ottimo calcio di punizione l 5’st, lo batte Garofalo con una parabola mancina che gira a rientrare sul primo palo, dove Fiorillo deve volare per evitare il pari, sulla sua respinta si finisce in corner che, sulla battuta, porta Evacuo a incornare mancando la porta di pochissimo. Il riavvio thrilling spinge Oddo ad arginare di forza la ritrovata tenacia del Novara: dentro Bruno e Crescenzi per Benali e Vitturini al 15’ st. Argine poco solido, sgretolato dall’ulteriore innesto di Baroni: Lanzafame, che al 20’st supera in doppio passo Caprari e mette il traversone in area piccola, dove Troest stacca di prepotenza e sfiora la traversa con l’incornata. A tenere vivi gli adriatici ci pensa, al 24’ st: personalità maestosa per ridiscendere la fascia destra, accentrarsi in serpentina lungo il limite con l’appoggio di Lapadula e andare a chiudere un sinistro secco che si stampa sul palo alla destra del battuto Da Costa. Sono gli uomini di Baroni, comunque, quelli più in palla nella seconda frazione: al 28’st, su corner, è Evacuo a staccare, superando anche Mantovani, e girare di testa incrociando verso il palo lontano, mancandolo di un nulla. Quando la pressione del Novara sembra aver preso il dominio, al 34’ st il Pescara se ne va in contropiede con Torreira che, sul corridoio centrale, dà e va con Lapadula e infilza Da Costa con un rigore in movimento per il goal dello 0-2. L’assalto in ripartenza si ripete dopo 3 minuti, fa tutto Caprari che spara da fuori chiamando Da Costa alla respinta a mani aperte. Ripreso coraggio, il team abruzzese arringa nel finale con un giro palla sottoporta sventato solo dall’intervento alla disperata dell’estremo difensore svizzero. Quattro minuti di recupero buoni al Novara solo per il tiro dal limite di Viola che esce di un metro, ma al triplice fischio è il Pescara ad aggiudicarsi la vittoria.

Una vittoria che vale doppio: in virtù del quarto posto in classifica, al ritorno i biancazzurri potrebbero perfino perdere con due goal di scarto e qualificarsi comunque alla finalissima, sempre più quotata per un Pescara-Trapani. Buona la terza per Oddo, che batte Baroni in una sfida che sapeva di rivincite sul passato. Immenso Lapadula, alla 28esima realizzazione in stagione senza calci di rigori. Buona la prestazione dei biancazzurri, al netto di una mezzora di sbandamento dinanzi alla reazione dei padroni di casa. Presupposti per una festa che prevede all’Adriatico, mercoledì sera, un tutto esaurito tinto di bianco e d’azzurro.