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Il Pescara sciupa Lapadula, l’Ascoli rimonta e vince il derby

Ascoli (4-3-1-2): Lanni; Almici, Canini, Milanovic, Antonini; Giorgi, Pirrone (86’ Addae), Jankto (79’ Altobelli); Grassi; Cacia (75’ Petagna), Perez. In panchina: Svedkauskas, Pecorini, Cinaglia, Bellomo, Carpani, Berrettoni. Allenatore: Mario Petrone.

Pescara (4-3-1-2): Fiorillo; Fiamozzi, Zuparic, Fornasier, Crescenzi; Selasi, Bruno (71’ Valoti), Benali (64’ Torreira); Caprari (72’ Mitrita); Lapadula, Cocco. In panchina: Aresti, Campagnaro, Zampano, Bulevardi, Forte, Cappelluzzo. Allenatore: Massimo Oddo.

Reti: 51’ Lapadula, 69’ Perez, 84’ Giorgi, 94′ Petagna (rig)

Arbitro: Federico La Penna di Roma (Cangiano-Chiocchi)

Ammoniti: Grassi, Crescenzi, Milanovic, Bruno, Fornasier

Più derby di così non si può: il Pescara va di domenica sera in casa dell’Ascoli, davanti a 10mila spettatori, con 1500 supporters al seguito, una rivalità storica tra squadre e regioni e il suo uomo di punta, Lapadula, carico dalla vendetta da far scontare come ex Teramo nei confronti di coloro che gli hanno “scippato in tribunale” la promozione in serie B. Oddo gli schiera accanto sempre Cocco, ma alle sue spalle fa esordire, titolare e come trequartista, Gianluca Caprari. Torna dopo 3 mesi di squalifica Bruno, in mediana con Selasi e Benali, mentre Fiamozzi deve sostituire Zampano nella retroguardia che ha l’arduo compito di arginare Cacia, supportato da Perez.

L’avvio è degno delle aspettative: 5 minuti e Caprari fa secco Canini all’ingresso dell’area con un dribbling d’alta scuola e va col destro a botta sicura, ma la prima conclusione del match è tanto potente quanto centrale e il portiere Lanni respinge con i pugni, poi Lapadula per poco non riesce a ribadire. Il Delfino si propone subito in modalità squalo e un minuto dopo, ripartendo sulla prima sortita ascolana, tocca a Cocco dare spettacolo: il suo stop sul lancio lungo è una finta che gli permette di freddare nuovamente Canini e farsi scorrere la palla sulla destra dell’area per la conclusione, fuori di poco. Il dente avvelenato fa risultare Lapadula il più dinamico di tutto: all’8’ è lui ad essere lanciato in profondità, resiste alle spallate di Canini e supera con un tocco morbido Lanni che, in uscita bassa, riesce a grattare la palla con i guanti fuori dallo specchio, la punta è costretto a tuffarsi per superare il corpo del portiere e carambola a terra non riuscendo nel forsennato tentativo di toccarla dentro in qualche modo. L’Ascoli non sta certo a guardare, al 9’ va per la prima volta alla conclusione con Giorgi dai 15 metri, ma Fiorillo non ha problemi. Il portiere pescarese tribola di più un minuto dopo, quando Milanovic cerca il tacco volante da centro area sul traversone di Giorgi, ma comunque non si fa sorprendere e blocca. Da Giorgi le maggiori risorse per l’attacco bianconero: al 17’ la mette di nuovo davanti alla porta dalla destra, Cacia la rincorre per colpirla di testa ma Fornasier fa ottima guardia e gli smorza l’incornata, agevolando la presa di Fiorillo. Con Bruno regista arretrato davanti alla difesa, il Pescara fa la partita nella bolgia del Del Duca e fraseggia a tutto campo; i marchigiani sono costretti a difendere a muro, con i soli Cacia e Perez liberi di spaziare senza limiti nella metà campo pescarese. Ed è Perez, al 39’, che riesce ad invadere l’area abruzzese con uno scatto sulla sinistra, ma le pedine di Oddo sono calibrate al millimetro e nessun ascolano può intervenire a sul suo cross: palla persa. La retroguardia del Pescara si conferma al 42’ e non si scompone nemmeno sugli imprevisti: Almici la lancia dai 30 metri per Perez che prova a girarla di testa da centro area, in tre biancazzurri lo chiudono in gabbia e può solo prolungarla involontariamente per Cacia sul palo opposto, ma Fiamozzi scala fulmineo sullo scacchiere di Oddo e lo costringe all’inzuccata alta sopra la traversa. Ultimo atto di un primo tempo intensissimo ma senza reti.

Molto più propositivo l’Ascoli a inizio ripresa, tre volte pericoloso davanti a Fiorillo nei primi 5 minuti, altrettante catturato dalla precisa trappola dell’offside del Pescara, dal canto suo costretto a limitare la propria manovra rispetto alla prima frazione. Ci pensa Caprari a rialzare il ritmo degli ospiti, rientrando in campo più incisivo che nel primo tempo, facendo saltare i nervi a più di un avversario. Ed è proprio lui, al 16’st, ad innescare l’azione corale che svolta il match: accentra dalla trequarti sinistra per Cocco che riallarga per l’ex romanista che manda avanti Lapadula per il tocca finale in rete: 1-0, tra le proteste ascolane per il fuorigioco del teramano su uno dei tanti tocchi tra le maglie della difesa imbambolata. Lo svantaggio chiama i marchigiani alla reazione, Grassi va immediato al tiro dopo la battuta da centrocampo e sbaglia di poco. La difesa adriatica, invece, comincia vertiginosamente a perdere colpi: al 22’ st, sul lungo tracciante di Almici, lascia completamente solo Perez, che si avvita dal dischetto e alza clamorosamente il colpo di testa. L’Ascoli è di nuovo in area biancazzurra al 23’ st ma la difesa riesce a chiudersi con una mischia, che certifica la propria sofferenza; al 24’st, infatti, arriva il pareggio: lancio chilometrico di Antonini, sponda di testa di Cacia che manda in area Perez con, un radente secco, batte Fiorillo alla propria destra. 1-1. Oddo corre subito ai ripari: fuori Caprari e Bruno, dentro Valoti e Mitrita, con il giovane rumeno che si esalta alla mezzora della ripresa, ma sciupa l’ottimo assist per Cocco con l’egoismo dell’esordio. Petrone fa le sue contromosse, dentro Altobelli e Petagna: forze fresche che mettono uno stanco Pescara alle corde e, al 38’st, dopo una serie di interventi ripetuti, Fiorillo è nuovamente battuto: solo un blando cross dalla sinistra ma tutta la difesa lascia sgombra la destra dell’area, Crescenzi devia involontariamente e serve Giorgi che conclude con il piattone alle spalle dell’immobile Fiorillo. 2-1. Il Pescara ci mette tutto l’orgoglio del mondo per riprendere almeno il pareggio, ma manca di testa, aiutando l’Ascoli a chiudere perfino in attacco; 4 i minuti di recupero, allo scadere Fornasier si incaponisce su Petagna e fa fallo sulla linea dell’area, è calcio di rigore che lo stesso Petagna trasforma nel 3-1 finale.

Una sconfitta pessima per la squadra di Oddo, del tutto incapace di finalizzare un primo tempo maiuscolo, ancor più grave la gestione del vantaggio di Lapadula, figlio della bella invenzione di Caprari: sulla testa del tecnico, forse, sono cadute le tegole dei cambi obbligati dopo il pareggio, a tutto svantaggio di un ordine fin lì tenuto in piedi proprio grazie da Bruno e Caprari. Il Pescara rimane a 9, facendosi superare proprio dai marchigiani, meno belli ma più concreti quando serve: il copione di chi vince molti derby.