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Presidente della Provincia: due candidati dalla Val Vibrata creano fibrillazioni

Val Vibrata. Due candidati alla presidenza della Provincia. Dello stesso territorio, dello stesso ambito (Unione dei Comuni) e di riflesso della stessa area politica di riferimento.

 

Bastano questi concetti, peraltro abbastanza lineari, per rendersi conto che la corsa alla presidenza della Provincia di Teramo (elezione di secondo livello in programma il 29 gennaio) rischia di lasciare sul campo delle scorie politiche non semplici da smaltire. E il passaggio di consegne all’Unione dei Comuni di qualche mese fa: da Domenico Piccioni (Tortoreto) a Massimo Vagnoni (Martinsicuro), per qualcuno, poteva sembrare una sorta di passaggio normale per la presidenza della Provincia.

 

In realtà non è così perché due dei candidati alla guida dalla Provincia per i prossimi due anni arrivano dallo stesso territorio, quasi limitrofo, e già nella fase di raccolta delle firme i sindaci non sono in sintonia. Anzi, diversi primi cittadini, non solo di centrodestra, hanno firmato per la candidatura di Massimo Vagnoni e anche un paio di centrosinistra. Ma la riflessione è tutta interna al centrodestra che non ha trovato la sintesi e giochi politici su altri tavoli sono stati rimescolati in Val Vibrata, con due candidature.

 

Per Vagnoni hanno espresso il via libera i sindaci di Ancarano, Sant’Egidio alla Vibrata, Nereto, Colonnella, Sant’Omero e Alba Adriatica e altri, in sede di elezione, potrebbero fare altrettanto. Mentre al momento c’è solo Corropoli a sostegno di Piccioni. Ovviamente poi ci sono i consiglieri dei dodici comuni, ma nell’area di centrodestra, soprattutto in Val Vibrata, ci sono forti tensioni. E chi avrebbe dovuto mediare: ossia trovare una sintesi, non sembra averlo fatto fino ad ora. Anche perché da una possibile candidatura condivisa sul tavolo ne esistono tre: Domenico Piccioni, Massimo Vagnoni e Camillo D’Angelo.

 

In queste ore che precedono la presentazione ufficiale delle candidature, si pensa a raccogliere le firme utili (ne servono 92), ma poi da lunedì inizia il confronto vero, quello necessario per ottenere la presidenza della Provincia. E in ballo non c’è solo l’appuntamento del 29 gennaio. Ci sono equilibri politici trasversali con l’occhio lungo sulle amministrative del 2023, ma anche per le regionali del prossimo anno.